martedì 30 settembre 2014

Milano, Luogo Sacro Celtico

Milano, Luogo Sacro Celtico

La leggenda narra che il popolo Celtico, alla guida del re Belloveso, sia giunto nella pianura padana seguendo una scrofa semilanuta. Presso i Celti il cinghiale era un animale sacro, se poi era bianco diventava simbolo divino, e con esso era altrettanto sacro il maiale selvatico, spesso confuso con il cinghiale.
La scrofa semilanuta era il simbolo del sacerdozio: in quanto femmina e portatrice di vita, simboleggiava proprio il massimo del buon auspicio per una migrazione come quella che il re Belloveso si era accinto a compiere. Anche le Alpi, nella tradizione celtica, avevano un significato mistico, quello del rituali iniziatico per raggiungere “l’altro mondo”.
È quindi facile supporre che il gruppo celtico che seguì il re nella traversata dell’arco alpino, fosse costituito da coloro che erano considerati gli “eletti”, gli iniziati di questo popolo alla ricerca di un nuovo “mondo”. Il popolo celtico era molto legato alle tradizioni della natura ed i suoi Druidi vivevano in armonia con essa, a contatto con il mistero della Grande Madre: loro era il compito di decifrare i segni che la Madre porgeva loro, e grande era la loro ricerca dei luoghi in cui le forze della Madre agivano.
Queste forze sono particolarmente attive presso le sorgenti d’acqua.
Quando il Re Belloveso ed i suoi seguaci giunsero al centro della pianura padana seguendo la scrofa, egli la vide abbeverarsi al centro di una radura, ad una sorgente, quindi tutta la cornice del luogo era favorevole, in quanto la pianura padana a quel tempo era coperta di foreste, e la Selva per i Celti era un luogo animato che offriva riparo alla selvaggina, ed in più offriva riparo da presenze misteriose ed arcane, gli spiriti maligni, senza contare che gli stessi alberi erano ad essi sacri.
La sorgente divenne così luogo di culto, e sorse tutto intorno una città, Mediolanium. Tale nome fu scelto per via del manto della scrofa, che per metà era ricoperto di lana. Da qui, il nome Mediulanum, cioè Medio-lanae: mezza-lana.
Una stele con l’effige di un cinghiale semilanuto esiste tutt’oggi, e la sorgente presso la quale gli antichi Celti avevano avuto il loro luogo di massimo culto, in quanto crocevia di forze naturali notevoli, è ancora oggi un luogo di culto molto importante: il Duomo di Milano.Quando infatti i nostri antenati cercavano un luogo in cui fa sorgere un qualcosa di grandioso, non sceglievano il luogo a caso. Con il pretesto dell’evangelizzazione essi sostituivano o sovrapponevano i loro altari a quelli già esistenti, proprio per acquisire i poteri magici legati alla positività di quel luogo particolare.
L’area del Duomo è sempre stata sacra ai Druidi, infatti, grazie alle loro affinità con la natura erano maestri nell’identificare queste zone di forza. Gli Insubri, la tribù celtica che si trasferì nella pianura padana, non aveva templi come quelli che siamo abituati a considerare tali. Quando poi furono conquistati dall’esercito romano “scomparvero”, e sui loro luoghi sacri venero eretti templi romani dedicati a Minerva.
L’assurgere poi della nuova religione cristiana spazzò via anche questo, per gettare le fondamenta del Duomo. Pare che nei suoi sotterranei, ora chiusi al pubblico, vi siano ancora i resti di quelli che furono i primitivi insediamenti con quelle che sono state considerate “Madonne nere”, statue antiche della Grande Madre a cui è stata “tagliata” la pancia e messo in braccio un bimbo.Si dice che sotto il Duomo ci sia un laghetto, il quale era adorato dai Celti, dacché il popolo Celtico credeva nella Dea Belisama, che peraltro viene ricordata dalla Madonnina sulla punta del Duomo, e che era considerata Dea dell’Acqua, cioè Dea della vita, infatti l’acqua era sinonimo di ricchezza vitale.
Questa Dea venne raffigurata come una scrofa pelosa (la scrofa semi-lanuta della leggenda), ed aveva una duplice funzionalità: quella lunare, che ricordava la femminilità, la madre, e quella solare, che ricordava il territorio, un tempo ricco di boschi. Da qui tutto cominciò, i Celti edificarono un tempio o “cromlech”, cioè grandi cerchi formati dai menhir (pietre erette verticalmente) e dai dolmen(camere megalitiche); dopo questi templi Pagani, arrivarono altri templi costruiti dai Romani e successivamente diverse chiese Cristiane che, una sull’altra, diedero vita, dopo molti anni, al Duomo di Milano.

Duomo di Milano: una Cattedrale Alchemica

Come sappiamo esistevano canoni ben precisi per la costruzione di edifici gotici molto particolari, come possono essere le cattedrali. Il Duomo di Milano sorge in un luogo di “nodo energetico” di magia positiva molto potente.La costruzione di questo edificio pare abbia visto l’applicazione di quelle che erano le conoscenze di segreti costruttivi e semiologici anche da parte delle popolazioni orientali, venute a contatto con le nostre durante il periodo delle crociate. Anche le svettanti guglie sarebbero funzionali non soltanto per l’elevazione dell’anima del fedele verso il divino, ma anche alla regolazione dei movimenti tellurici impercettibili all’essere umano, provenienti dal centro della terra.
Si tratta di una tarda espressione dell’arte gotica, una simmetria di ispirazione germanica comune anche alle altre cattedrali europee. Infatti, particolari numeri e figure geometriche come il triangolo e il quadrato, fanno parte del segreto dei costruttori di questa grande opera architettonica.
Nel Medioevo questo genere di conoscenze non era alla portata di tutti, e venivano trasmesse in modo perlopiù occulto e a carattere esoterico. Il privilegio della conoscenza era concesso soltanto dopo lunghi anni di apprendistato presso i Maestri, che poi tramandavano il loro sapere e le loro tecniche.
Queste conoscenze non erano soltanto di carattere statico, come il dare stabilità alle volte o la maniera migliore di scolpire il marmo, ma anche del significato di ogni simbolo e la posizione o il suo allineamento con altri. Maestoso e imponente, vero rompicapo anche per gli architetti contemporanei, il Duomo ha una lunghezza esterna di 157 metri ed un’area interna di 11.700 metri quadri. La guglia, con la statua dorata della “Madonnina”, è alta 109 metri.
La Fabbrica del Duomo ha visto l’alternarsi di numerosi Maestri italiani e stranieri, ciascuno di essi ha lasciato nella cattedrale il proprio sapere… quale crogiolo migliore di conoscenze un cantiere tanto grande e con un compito tanto “delicato”?
Secondo la tradizione il Duomo di Milano altro non sarebbe che un immenso trattato alchemico, la rappresentazione della metamorfosi del cambiamento da animale a uomo, dell’essere umano. Fra i suoi simboli e i suoi ermetici fronzoli pare sia celato il mistero della trasmutazione, il che per una cattedrale è una simbologia potentissima, anche per la fede cattolica che vede la trasmutazione dell’essere umano in qualcosa di molto più simile al divino come scopo dell’esistenza: l’anima nella sua celebrazione.
Su una vetrata del Duomo di Milano un’iscrizione riporta “Il latte del sole è nero”. QUESTA È LA FIRMA TANGIBILE CHE CHIUNQUE LO ABBIA COMMISSIONATO, ERA UN ALCHIMISTA.La luce che penetra dalle vetrate gotiche produce un’atmosfera di mistica solennità.
I pavimenti a scacchiera bianchi e neri ricordano la dualità del tutto, luce ed ombra…
I labirinti sono un simbolo che risale alle religioni più arcaiche, e tra le varie cose simboleggia il percorso dell’anima in questa vita, in varie vite, il progredire tra vie tortuose…
Parallela alla facciata rivolta ad Ovest, notiamo sul pavimento una sottile linea d’ottone estesa per tutta la larghezza dell’edificio. A Nord la linea sale lungo la parete, in verticale, e termina con un riquadro nel quale è raffigurato il segno zodiacale del Capricorno. Altri riquadri minori seguono la linea sul pavimento e nell’ultimo, a Sud, è raffigurato il segno del Cancro.
Ogni giorno, a mezzogiorno, un raggio di luce penetra dal soffitto e va a colpire la linea meridiana, indicando il periodo dell’anno in cui ci si trova. Il maggior risalto dato al segno zodiacale sulla parete a Nord è attribuibile alla sua sovrapposizione con il Natale Cristiano. Ma non possiamo dimenticare che il Capricorno è anche l’animale col quale viene raffigurato il Diavolo… i costruttori del Duomo volevano comunicarci qualcosa, ma cosa? Quali segreti nasconde questa simbologia?
In ogni cattedrale gotica sono presenti elementi architettonici e simboli d’origine templare ed orientale, ed è risaputo che l’idolo adorato dai templari era il Bafometto, una sorta di Demone cornuto, pertanto è facile supporre una similitudine tra il Bafometto ed il Capricorno del Duomo.Sulla facciata del secondo portale d’ingresso di sinistra, spicca una formella tra le tante, raffigurante un albero, precisamente una quercia, che i Druidi veneravano essendo simbolo di forza, coraggio, vigore e rinascita. La quercia incarnava il Dio Celtico Dagda  (per i romani impersonava Giove).
La quercia è presente anche nel portone principale, infatti in mezzo all’apertura del portone vi è un albero che si dirama, dando origine a formelle raffiguranti sull’ala destra del portone la nascita di Gesù e, sull’ala sinistra, la sua morte (con tutta la Passione). Si notano benissimo sul fondo del portone le radici dell’albero, questa presunta quercia allunga i suoi rami fin tutta l’altezza del portone sorreggendo la Madonna, Gesù, la Trinità e tutta una schiera d’Angeli. Tale albero potrebbe essere anche la simbologia dell’Albero della Conoscenza (il famoso albero proibito dal quale mangiarono Adamo ed Eva).
All’interno del Duomo, oltretutto, si ha l’impressione di essere di fronte ad un’antica foresta di querce (le colonne gotiche); infatti, i Maestri Comancini che contribuirono alla realizzazione del progetto, ben conoscevano il valore che la tradizione Celtica attribuiva a tali piante.
Sempre sulla facciata del Duomo, possiamo inoltre notare varie figure di draghi e serpenti, presenti in Italia soltanto in questa cattedrale (queste figure emblematiche rappresentano simbolicamente l’energia che ci trasmette la terra sulla quale viviamo, ed il potere di trasformazione).
Un problema che ha assillato gli archeologi e gli storici per molti anni, è stato quello di capire dove i cittadini della Milano medievale abbiano preso il denaro sufficiente per la costruzione di questa imponente opera architettonica. Per un simile progetto, e questo vale per ogni cattedrale europea, ci sarebbe voluto molto più denaro di quanto effettivamente ne possedeva il comune. Eppure, eccolo qui, davanti a noi, con tutte e 135 le sue guglie e le sue 2245 statue. Per niente un’opera del caso, ma di una profonda meditazione filosofica e scientifica.
Probabilmente, il segreto delle cattedrali si cela dietro l’immagine di un famoso Ordine di Cavalieri, i Templari. Costituiti nel 1118 per difendere il santo sepolcro, la “Militia Christi”, ovvero i Cavalieri di Cristo, potrebbero aver appreso, nell’Oriente delle crociate, segreti, nozioni tecniche/architettoniche e formule alchemiche, prima sconosciute agli occidentali.
Non dobbiamo infatti dimenticare che l’Oriente dell’epoca delle crociate era molto più evoluto dell’Occidente. Già da secoli, ad esempio, in Cina si conosceva la polvere da sparo e, in Arabia, la matematica e le scienze filosofiche e fisiche avevano già compiuto passi da gigante. Ma c’è di più. I Templari potrebbero aver trovato molto più di quanto andavano cercando.

Il giardino delle Fate

lunedì 15 settembre 2014

Streghe

Colei che ha fatto tanto del bene, come dice il gran dottore del Rinascimento Paracelso: che, nel 1527, fece a Basilea un falò di tutta la medicina, dichiarando di non sapere niente oltre a quanto appreso dalle streghe.
Meritavano un premio. L’ebbero. Le compensarono con torture e roghi. S’escogitarono appositi supplizi, inediti strazi. Venivano giudicate in massa e condannate per una parola. Mai ci fu più spreco di vite umane.
Jules Michelet , La strega

mercoledì 10 settembre 2014

Paura delle Streghe

Per secoli,milioni e milioni di persone hanno scelto di ignorare l'origine delle proprie paure,cosa che avrebbe permesso loro di trasformarle in libertà.Anziché affrontare le ombre,hanno proiettato i loro terrori su altre persone.Il risultato è stato che per tutto il Medioevo le streghe -donne che non lo erano affatto_furono accusate di usare i loro poteri "demoniaci "per fare del male,sedurre,imporre la loro volontà,controllare le forze degli elementi e causare carestie.Furono persino incolpate di aver fatto scomparire il pene di un prete,secondo il Malleus Maleficarum,l'editto ufficiale della Chiesa in materia di Stregoneria,in cui il papa  Innocenzo Vll autorizzava l'uso della tortura per strappare confessioni.Le erboriste,le guaritrice e le levatrice dei villaggi vennero accusate di uccidere invece di curare.Gli sciamani,uomini e donne di grande saggezza,furono incolpati di atti diabolici.
Ma, naturalmente,non esiste il diavolo nella Vecchia Religione,e le streghe di certo non lo adorano.Il diavolo appartiene esclusivamente alle religioni della Bibbia.
La storia è sempre scritta dai vincitori,e la Vecchia Religione,lo sciamanesimo europeo che precedette la religione ebraica,cristiana e islamica di mille anni,fu demonizzata,gli antichi dei e dee vennero o travestiti da "santi"o a loro volta demonizzati.
Phyllis Curott

La Dea che vive in me

Grande Dea che vive dentro e fuori di me,
Dea della Luna scintillante e della fertile Terra,
Dea del cielo stellato e dal grembo infinito,
Dea da cui provengano tutte le benedizioni,
Benedici tua figlia...
Phyllis curott

giovedì 5 giugno 2014

Grande Dea )o(

Oh Grande Dea 
Benedici il mio percorso 
Aiutami ad agire per la tua saggezza.

Sai che gli alberi parlano?

 

SAI CHE GLI ALBERI PARLANO?

Si parlano.  Parlano l'un con l'altro,

e parlano a te, se li stai ad ascoltare.

Ma gli uomini bianchi non ascoltano.

Non hanno mai pensato

che valga la pena di ascoltare noi indiani,

e temo che non ascolteranno nemmeno

le altri voci della Natura.

Io stesso ho imparato molto dagli alberi:

talvolta qualcosa sul tempo,

talvolta qualcosa sugli animali,

talvolta qualcosa sul Grande Spirito.

  Tatanga Mani

domenica 25 maggio 2014

Yemanja,la regina del mare...

Yemanja

Nella mitologia yoruba, e nei culti correlati afroamericani come il Candomblé e il Vodun, Yemaja è la madre di tutti gli Orisha. A seconda della tradizione, viene indicata anche come Imanja, Jemanja, Yemalla, Yemana, Yemanja, Yemaya, Yemayah, Yemoja, Ymoja e in altre varianti. È la regina del mare; si invoca per protezione (in particolar modo delle donne incinte), purificazione e aiuto in generale, chiedendone la manifestazione nel suo aspetto più materno; un altro aspetto di Yemaja, quello distruttore, è simboleggiato dal mare in tempesta

La tradizione narra che Yemaja sia nata dalla spuma del mare (come Venere); la sua figura si può far corrispondere a quella generale della "Grande Madre", propria di numerose tradizioni.

Ha insegnato l'amore a tutti gli Orisha, è sposata con Babalú Ayé. Tra le caratteristiche che la contraddistinguono vi sono la passione per la caccia, l'astuzia, l'indomabilità, la collera, la severità, l'allegria. Le sono associati i colori bianco e blu e il sabato; nei sincretismi viene identificata con la Vergine della Regola. I suoi fedeli, prima di pronunciare il suo nome, devono toccare con i polpastrelli la polvere della terra.

Tra i suoi attributi vi sono la luna e il sole, l'ancora, il salvagente, le scialuppe. Veste abitualmente con una lunga veste azzurra con serpentine simboleggianti il mare e la spuma e regge un ventaglio adornato con conchiglie.

Dea madre e patrona delle donne, specialmente di quelle in gravidanza, è patrona anche del fiume Ogun, le cui acque si dice che riescano a curare l'infertilità. I suoi genitori sono Oduduwa e Obatala. Suo figlio Orungan la violentò una volta e ci riprovò una seconda; per impedire questa violenza, Yemaja esplose dal proprio ventre quindici Orisha, inclusi Ogun, Olokun, Shopona e Shango.

Tra gli Umbandisti, Yemaja è la dea dell'Oceano e dea patrona dei sopravvissuti ai naufragi.

Wikipedia