lunedì 9 marzo 2015

Le Donne Vichinghe-Emancipazione ed orgoglio Femminile

LE DONNE VICHINGHE – EMANCIPAZIONE ED ORGOGLIO FEMMINILE

Nelle tribù vikinghe la donna godeva di grande prestigio al contrario di come invece la storia spesso le ha dipinte e cioè sottomesse e asservite ad una cultura maschilista. Questo prestigio e rispetto era tale, che già al tempo esse potevano chiedere e ottenere il divorzio dal proprio consorte, con annessi tutti i beni materiali di loro proprietà.

Nella società di oggi, ritenuta dai più civilizzata e democratica, le donne riescono ad ottenere il divorzio solo da circa 40 anni.

Pur non avendo notizie precise e sicure sul ruolo guerriero delle donne vikinghe durante le guerre (nel senso che non risulta esistano reperti archeologici in grado di dimostrare tale supposizione, almeno in periodi di poco antecedenti all’anno mille), si sa invece con certezza che il loro ruolo spirituale (e quindi con buona probabilità anche materiale, considerato che per gli antichi non esisteva la scissione tra spirito e materia, come non esisteva tra il sacro e profano), era essenziale. In nordico antico la valkyrja è “(colei che) sceglie i caduti” (kirja su kjòsa “scegliere”; valr “caduti”). Il suo ruolo era appunto quello di aiutare, dare vittoria o scegliere i combattenti, cioè di raccogliere i guerrieri caduti sul campo di battaglia per portarli al cospetto di Odino. Ma il suo ruolo non si limitava a questo già di per sè importante compito. Essa arrivava a cavallo sul campo di battaglia in assetto di guerra simile ad una furia a sostenere l’eroe prescelto. Nel caso egli l’avesse percepita in qualche modo, il guerriero sapeva che la sua fine terrena era prossima. In tal caso la Valkiria lo conduceva al cospetto del Grande Padre, attraverso il viaggio agli Inferi, ed era sempre Lei, una volta giunti a destinazione, ad accogliere il guerriero nel Valhalla offrendogli un corno ricolmo di idromele. In questa sua ampia funzione si può cogliere tutta l’importanza del ruolo della donna come guerriera, come Guida e come “veicolo” di trasformazione: è con Ella infatti che si chiude il ciclo terreno dell’uomo, ma è sempre con Ella che avviene la rinascita dopo aver fatto da Guida al guerriero attraverso gli Inferi. Ma la Valkyrja rappresenta anche la dispensatrice di Conoscenza (particolarmente interessante il Carme di Sigdrifa/Brunilde, la Valkiria liberata e risvegliata da Sigfrido, grazie alla quale l’eroe apprende i segreti delle Sacre Rune. Cita l’autorevole Gianna Chiesa Isnardi nel suo libro “I miti nordici”: Sono le dee che stabiliscono il destino degli eroi nella battaglia, situazione estrema in cui è messo alla prova tutto il significato dell’esistenza. Le Valkirie, ci suggerisce un verso, sono le “figlie adottive” (oskmeyjar) di Odino, le spose spirituali dell’eroe che dischiudono le porte della Valhalla. Esse possiedono e trasmettono i segreti celesti, sono simbolo dell’epifania del divino; per questo sono dette bianche e luminose, fanciulle del Sud che appaiono talora in aspetto di cigno. Per la loro qualità di divinità guerriere appaiono anche armate di tutto punto; è detto inoltre che spesso compaiono in schiere numerate da numeri simbolici. La loro qualità divina esalta inoltre nel fatto che esse sanno cavalcare nell’aria e sull’acqua. La Valkiria, figlia di Odino, ha il duplice volto della furia in combattimento e la grazia del cigno bianco (uno degli uccelli solari per eccellenza), animale nel quale esse si trasformano. Una Runa delle Valkirie è Algiz, la cui grafica ricorda anche l’impronta del cigno, Runa questa, che simboleggia la Rinascita e il Ritorno al Centro (l’uomo che saluta il sole con le braccia levate), in perfetta sintonia con il compito delle dee guerriere. L’avvenenza delle Valkirie è tale da assomigliare alla leggiadria del cigno bianco. Dipinte come donne di rara bellezza fisica, con candide braccia e chiome fluenti, che si sposano perfettamente con la capacità di brandire la spada, con la spietatezza, la determinazione e la forza interiore che contraddistingue qualsiasi guerriero degno di questo nome.

Il rumore della battaglia
stordisce i cuori
di impavidi ed eroi.
Il vento soffia furioso
fra i vessilli spiegati
e nelle criniere
dei nostri destrieri.
Gioite sorelle!
Andiamo
a mietere
il nostro raccolto…

Web

mercoledì 25 febbraio 2015

Incantesimo di pulizia e purificazione

Potrete impiegarlo ogni volta che ne avrete bisogno, ma sarà particolarmente efficace durante la luna calante o nuova.
Formula veloce :
1/2 tazza di sale marino e 1 tazza di sali inglesi da aggiungere all'acqua di un bagno  caldo.Accendete una candela bianca, immergetevi nella vasca e rilassatevi.

Formula classica :
Preparatevi una pozione aggiungendo le seguenti erbe a una casseruola con 5 tazze d'acqua.
1/8 di tazza di Valeriana
1/8 di tazza di lavanda
1/8 di tazza di angelica
1/8 di tazza di calendula
1/4 di tazza di consolida
1/4 di tazza di issopo
Portate a ebollizione, abbassate la fiamma e cuocere a fuoco lento per venti minuti, mescolando in senso orario ogni 5 minuti.Filtrate le erbe e versate il decotto in una vasca piena di acqua tiepida. Aggiungete
3 gocce di olio di garofano,
5 garofani,
2 gocce di olio di eucalipto
1 tazza di sali inglesi.
Disponete le erbe che avete filtrato attorno a una candela bianca e accendetela. Enunciate ciò da cui desiderate purificarvi come, ad esempio, la solitudine, il dolore, la mancanza di fiducia in voi stessi, lo stress, la malattia, la confusione o qualsiasi altra emozione o situazione negativa. Chiedete l'aiuto purificatore dell'acqua e della terra e del potere divino che risiede dentro di voi e intorno a voi. Potete anche chiedere la benedizione di una divinità particolare, come Igea, Afrodite, Cerridwen, la fata Morgana o Yemanja.
Immergetevi nella vasca. Chiudete gli occhi e respirate profondamente, lasciando che le tensioni abbandonino sia muscoli che la mente. Visualizzate le preoccupazioni, i problemi e le emozioni negative che fluiscono via da voi. Osservate come il potere della pozione li attira fuori dal vostro corpo. Quando vi sentite rinfrancate e rinnovate,e comunque prima che l'acqua si raffreddi, uscite dalla vasca e visualizzate tutte le preoccupazioni che scivolano via nello scarico insieme all'acqua. Mettete la candela nel lavandino o in un altro punto,dove potrà consumarsi in tutta sicurezza. Ringraziate gli elementi e il divino che sono sempre con voi. Potete concludere la purificazione con una tazza di camomilla dalle proprietà calmanti. Vestitevi di bianco per le successive 24 ore. Usate le erbe come fertilizzante per le vostre piante oppure spargetele in un prato, dove potranno essere riciclate dalla terra. Ripetete questo rituale ogni volta che ne avrete bisogno.

Phyllis curott

martedì 24 febbraio 2015

24 febbraio, Giorno Europeo della Memoria Pagana.

Piccolo rituale, per chi desiderasse onorare i pagani morti durante le persecuzioni e ha il solo mezzo di farlo dalla propria abitazione!

Vesta - Hestia era Dea del focolare, vitale e sentita nella fiamma del tempio o della singola abitazione. 
Il fuoco di Vesta era curato dalle Sacerdotesse della Dea, le Vestali. Il giorno 24 febbraio 391, Teodosio emanò l' editto di condanna delle pratiche pagane. 
Per tale motivo il fuoco di Vesta che doveva ardere eternamente a Roma fu spento.
Data il valore sacro del fuoco in tutte le religioni pagane, è stato scelto questo evento a simbolo dei primi tentativi di eliminazione delle religioni pagane.
In questa data, dal 2006, si ricorda il grande olocausto che è quasi impossibile stimare, ma pare si aggiri attorno ai 55 milioni di persone in 500 anni di persecuzioni.
Anche animali furono vittime di questa enorme carneficina.
A ricordo delle vittime, di cui spesso si fa menzione solo accennata nei libri di storia,Molte delle quali non erano streghe,ma spesso solo donne o persone di bassa cultura ma dotate di conoscenze tramandate, venne istituito il Giorno Pagano Europeo della Memoria.
Chi volesse potrà ricordare le nostre sorelle e fratelli accendendo il fuoco nel calderone o un lumino rotondo (il cerchio era simbolo di Vesta) accennando una preghiera. 
Per chi lo desidera può seguire il rituale postato sotto.

Enunciare:

O Vesta,
benvenuta, 
questa casa sia il tuo tempio 
oltre il tempo e lo spazio,
O Vesta, il tuo nome rifulge, brillante
la luce del tuo fuoco è stata spenta
ma la tua luce eterna brucia di ardore nel cuore di chi ti segue.
Siamo qui per onorarti e commemorare
le nostre sorelle 
i nostri fratelli
che nel dolore
in epoca lontana 
hanno subito condanna.
Sia questo luogo tuo Sacro tempio
Questo fuoco sia energia
questo incenso
dolce aroma
di omaggio a te
di dono a loro 
per ricordare il loro sacrificio
per rammentare e onorare il calore del tuo amore....

Accendere la candela o il fuoco del calderone 

Nel mio petto segnerò col fuoco i segni sacri alla Dea.
Inni inneggerò alla Luna e incanti siglerò nella notte,
con danze e melodie:
Sono pagana e pagana sarà il mio nome.
Condanna all' eresia e all' inferno,
tra le fiamme della mia stessa passione,
di quell' arte tramandata per cui sono stata giudicata
Vola la mia anima in questa notte invernale portata dai venti
alla luce delle stelle
e giunge al tuo cuore
alla tua mente 
a te che non mi ha scordato. 
Mi hai conosciuta in libro
alla luce della conoscenza
tra vecchie formule
senza sapere il mio nome 
senza vedere il mio volto
mi chiami sorella e una candela hai acceso
perchè il mio ricordo non svanisca
tra i fumi del tempo...

Lasciare bruciare il fuoco o la candela e donare i resti alla natura all' ingresso di casa o in un vaso quando saranno raffreddati.

Strega Fata degli Incanti