"C’era una volta, tantissimo tempo fa, nelle regioni che allora erano sommerse dall’acqua, Cailleach, l’essere più vecchio che sia mai esistito.
Gli inverni erano le sue notti e le estati i suoi giorni. Fu Cailleach a formare le montagne quando, con le sue sorelle, scese sulla Scozia, molto tempo prima che i popoli la abitassero. Sorvolando le terre di Scozia esse gettarono pietre e, nei punti dove i massi cadevano, si formarono le montagne.
Passarono i secoli e Cailleach e le sue sorelle divennero vecchie e stanche. Popoli giovani iniziarono a popolare la Scozia ed esse si ritirarono sulle alte montagne dove le faccende umane non potevano disturbarle.
Il segreto per cui Cailleach e le sue sorelle sopravvissero così a lungo era la Fonte della Giovinezza, che sgorgava sulla vetta più alta delle montagne scozzesi.
Appena si presentavano i dolori della vecchiaia, esse iniziavano ad immergersi nelle fresche e chiare acque della fonte, da cui uscivano ogni volta giovani e forti come prima.
Ma, già all’arrivo dei primi popoli, le acque della Fonte della Giovinezza apparivano solo di tanto in tanto. Presto fu chiaro alle sorelle che, in futuro, ci sarebbe stata acqua sufficiente solo per una di loro.
“Tiriamo a sorte e vediamo chi sarà la fortunata a potersi bagnare ancora alla fonte, quando le acque riappariranno!” decisero. La prescelta si sarebbe immersa nell’acqua e ne sarebbe uscita ancora giovane, mentre le sorelle sarebbero invecchiate. La prescelta dalla sorte fu Cailleach e, mentre lei rimaneva sempre giovane, le altre sorelle furono colpite da tante infermità che non poterono più stare sulla Terra. Esse non morirono come gli umani, ma si sedettero ad osservare i laghi e le terre della Scozia, finché, una ad una, si trasformarono in pietre, diventando parte di quelle montagne che avevano creato; alla fine Cailleach rimase sola.
Piangeva le sorelle e diceva: “Ahimè! Dove saranno le mie sorelle, ora?” le sue lacrime si trasformarono in neve, i suoi sospiri divennero venti di burrasca e la terra fu sommersa dalla neve e dal ghiaccio.
Da quel momento la vita fu solitaria per Cailleach. Finché le sorelle erano in vita, i giorni e le notti passavano gioiosi. Ma ora non c’era nessuno ad aiutarla e Cailleach divenne feroce come una mattina gelida, quando il sole non riesce ad uscire dalle nuvole.
Ella cercava di sbrigarsela al meglio: si cuciva i vestiti con i veli del tempo o con le nuvole lavorate a maglia e i mantelli con le notti stellate.
I suoi stivali erano fatti con la pelle delle innumerevoli renne che popolavano allora le terre di Scozia.
Esse guidavano anche il carro con cui Cailleach trasportava la carne e il latte.
Quando voleva lavare i vestiti, li gettava nel vortice del Corryvrekin e le sue acque, sempre in tumulto, glieli restituivano puliti.
Quando le ossa dolevano e la forza veniva meno, Cailleach si immergeva nelle acque magiche della Fonte della Giovinezza.
La fonte però, non aveva più il potere di un tempo e l’acqua scarseggiava.
Cailleach doveva affrettarsi a buttarvisi, prima che arrivasse qualche uccellino a dissetarsi.
La sua vita si trasformò in un inverno perenne. Col passare del tempo non sopportò più i caldi mesi estivi e si nascose nelle valli buie e fredde delle montagn più alte, tra le rocce più nascoste e impervie.
All’arrivo dell’inverno ricominciava a vagare solitaria.
Con il suo mantello di pietra colpiva la terra finché non diventava dura, gelata e senza un filo d’erba. Con l’arrivo della primavera Cailleach sedeva su una montagna e si lamentava per la giovinezza perduta: “Ahimè! Dove sono finiti i giorni spensierati che ho vissuto con le mie sorelle?”.
Ogni suo respiro si trasformava in un vento potente che riuniva nuvole nere nel cielo e la gente diceva: “Cailleach piange le sue sorelle!” e i pescatori preferivano non uscire in mare, perché i suoi sospiri e i suoi lamenti potevano generare tempeste che li spingevano lontano dalla terraferma.
I giorni e gli anni passavano, la Fonte della Giovinezza s’inaridiva e Cailleach era sempre meno giovane e agile. I lavori che un tempo svolgeva con facilità ora le apparivano duri.
Aveva ormai bisogno di un aiutante che svolgesse i compiti quotidiani: pescare nei laghi, cucire i vestiti, preparare il pranzo e pettinarla.
Cailleach percorse così l’intera Scozia e rapì giovani donne. Sceglieva sempre le più agili, forti e belle, strappandole alle loro case e alle loro famiglie. Ma Cailleach viveva così a lungo che, una ad una, le fanciulle invecchiarono e poi morirono. La gente aveva paura a far uscire le proprie donne perché Cailleach poteva portarle via: era divenuta una rapitrice sempre più abile. L’inverno era diventato per lei la stagione della forza, quando riusciva ad assumere le sembianze di diversi animali, come una grassa scrofa, un lupo feroce, un’anguilla scivolosa o un’esile gru.
A quei tempi viveva una fanciulla di nome Bride, che abitava nella casa di un druido insieme a sua madre, che ne era la domestica.
Bride badava alle pecore e le portava a pascolare sulle montagne. Il druido le aveva dato un fischietto d’osso, dicendole: “Quando sei lassù in montagna tutta sola, tieni questo fischietto al collo perché Cailleach è alla ricerca di una nuova aiutante e può apparirti sotto varie sembianze. Se vedi una grassa scrofa, un lupo feroce, un’anguilla scivolosa o un’esile gru, usa il fischietto ed esso ti proteggerà”.
Un giorno, mentre Bride era sulle montagne con il suo gregge, scese una spessa nebbia ghiacciata che le fece perdere il senso dell’orientamento.
Così inizio a chiamare ad alta voce le pecore. Sentendo il suono delle loro unghie sulle rocce, la ragazza allungo una mano, ma non tocco lo spesso vello di una pecora, bensì la grassa e rugosa pelle di un maiale. Velocemente si portò il fischietto alla bocca ma, prima che potesse usarlo, fu portata via da Cailleach.
Il fischietto cadde e si perse nella nebbia gelata.
Cailleach portò Bride nella sua caverna e le ordinò di mungere le renne che popolavano la valle.
La ragazza, che passava le sue giornate a mungere e a fare il formaggio con il latte delle renne, sentiva molto la nostalgia di casa. Le stagioni passavano e Bride continuava a cercare il suo fischietto, ma non riuscì mai a trovarlo.
Un giorno Cailleach prese le sembianze di una gru e portò con sé Bride fino al mare, dove le diede una canna da pesca.
“Dovrai riempire questo cesto di pesce, prima che cali la notte!” ordinò. “Torneò a prenderti prima che il sole tramonti!”.
Con le mani che tremavano per il freddo, Bride agganciava le esche all’amo e pescava, piangendo silenziosamente al ricordo di sua madre.
Mentre la ragazza piangeva, le si avvicino un uccello bianco e nero con un lungo becco rosso che la chiamò: “Klee-ee, klee-ee!”.
Era proprio il druido che si era trasformato in una beccaccia di mare per cercarla.
“Continua a pescare, Bride, e ascoltami! Ti sto cercando da quasi un anno. Il tempo sta inesorabilmente passando per Cailleach e sta arrivando il suo momento. Fai come ti dico: non solo presto sarai libera dalla schiavitù di Cailleach, ma potrai acquisire anche i suoi poteri e la sua saggezza. Sono certo che quell’essere non potrà sopravvivere a lungo senza gettarsi presto nelle acque magiche della Fonte della Giovinezza.”
“Che cosa devo fare?” sospirò Bride, gettando un altro pesce nella cesta di vimini.
“Tre cose ti ridaranno la libertà. Dapprima dovrai scoprire qual è il suo nome segreto, poi dovrai trovare a Fonte della Giovinezza e come prova ultima, ma non meno importante, dovrai sopraffare la morsa del gelo invernale, perché la primavera torni presto. Per scoprire il suo nome, dovrai chiederle da quanto tempo vive. Ascolta con attenzione la sua risposta e poi, quanto tornerò da te, dovrai riferirmela parola per parola.”
Quella sera Bride accese un bel fuoco, diede a Cailleach una ciotola di latte di renna e, timidamente, le chiese: “Suppongo tu viva da molto tempo, grande Cailleach”.
“Ah bambina! Sono nata avanti il tempo stesso e vivevo già prima che le montagne vedessero sorgere le loro vette e le valli fossero sommerse dai laghi. Si, la Figlia delle Spoglie Mortali, allora, era già nata!”, racconto Cailleach con tristezza e poi tacque.
La beccaccia di mare ritornò e ascoltò attentamente ciò che Bride le riferiva.
“Il nome segreto di Cailleach è “Nic Neven”, la Figlia delle Spoglie Mortali” le disse il druido.
“Conoscendo il suo segreto ormai potrai scoprire dove si trova la Fonte della Giovinezza e assicurarti che la prossima volta non si getti nelle sue acque. Il tempo della nuova cerimonia di rigenerazione è vicino e, se fallirà, Cailleach morirà. Dovrai seguirla ogni istante, da questo momento in poi, ma prima dovrai raccogliere dei giunchi sulle rive del lago e intrecciarli, dando loro questa forma.”
E così dicendo, con il suo lungo becco, disegnò sul terreno una stella a tre punte.
“Avrai bisogno di questa stella a tre punte per sigillare la fonte, altrimenti Cailleach non morirà!” aggiunse l’uccello.
Quando Cailleach tornò alla caverna, quella sera, la ragazza stava intrecciando a forma di stella i giunchi raccolti sulle rive del lago.
Il giorno successivo Cailleach assunse le sembianze di un lupo feroce per recarsi alla fonte.
Bride la seguì, mantenendosi ad una certa distanza, ma non era ancora giunto il momento per le acque di apparire in superficie e Cailleach, sempre sotto le spoglie di un lupo, discese la montagna.
Bride, invece, andò alla fonte e, proprio come il druido le aveva detto, posò l stella atre punte all’interno della cavità da cui sarebbero dovute sgorgare le acque della Fonte della Giovinezza, dicendo:
Nel nome dell’antica Nic Neven
chiudo questa fonte con il sigillo divino.
Per le scintille del sole e le sue lingue di fuoco
Possano le acque della fonte mai più risorgere
Finché io non le chiamerò
E solo allora le acque sgorgheranno in superficie!
Poi la ragazza incontrò nuovamente il druido, sempre celato sotto le spoglie di una beccaccia di mare, e gli disse: “Ho fatto tutto ciò che mi hai detto, ma ora, come potrò sopraffare la morsa del gelo invernale, per fare in modo che la primavera torni presto?”
Il druido rispose: “Taglia un ramo di betulla dall’albero che è cresciuto in fondo alla valle e insegna a Cailleach la Danza della Foschia. È sicuramente tanti anni che non balla e sarà felice di farlo. Dovrai insegnarle tutti i passi e i movimenti, poi le darai il ramo di betulla da tenere in mano, spiegandole i gesti successivi fanno parte della danza stessa. Quindi coricati a terra e dille di toccarti, con il ramo di betulla, le mani i piedi e la bocca. Tu morirai per un breve tempo, ma non preoccuparti, perché io sarò al tuo fianco, fischiettando la Danza della Foschia. Sii determinata e non avere paura, perché Cailleach vorrà danzare ancora e per questo ti soffierà sulle mani, sui piedi e sulla bocca e ti ridarà la vita. Quando sarà arrivato anche il suo momento di coricarsi a terra, dovrai toccarle, con il ramo di betulla, le mani, i piedi e la bocca: lei si tramuterà in pietra e tutti i suoi poteri e la sua saggezza passeranno a te. Ma non soffiarle sulle mani, piedi e bocca, altrimenti si risveglierà”.
Bride tagliò un ramo di betulla e lo nascose sotto il mantello. Più tardi, quella sera, la fanciulla andò da Cailleach e le disse: “Le nostre notti sono così lunghe e noiose senza un po’ di musica! Mi chiedevo se avessi voglia di ballare, grande Cailleach.”
Cailleach emise un lungo sospiro: “È da tantissimo tempo che non danzo, come ero solita fare con le mie sorelle giù nella vallata. Ora sono troppo vecchia e poi non abbiamo musica!”.
“A quella ho pensato io. Ho insegnato a questo uccello la melodia di una danza, l’unica che è riuscito ad imparare”, rispose la ragazza.
La beccaccia di mare, obbedendo agli ordini di Bride, inizio a fischiettare la Danza della Foschia dal ritmo allegro e brioso. I piedi di Cailleach si mossero e presto ella pregò Bride di insegnarle quella danza.
La ragazza afferrò il ramo di betulla, che aveva posato su una catasta di legna, così da far apparire il gesto del tutto casuale, e mostrò a Cailleach come muoversi.
“Prima ci portiamo entrambe in avanti e poi facciamo un passo indietro, quindi ci sfioriamo e ci scambiamo il posto, battendo il ramo sul terreno a ritmo della musica”.
Presto Cailleach fu senza fiato: “È una danza molto impegnativa”, commentò.
Bride sorrise e disse: “Si, ma a turno ci riposeremo – in questo modo. Dapprima una delle due darà un colpetto sulla testa dell’altra, che si coricherà a terra. Poi, quella che è ancora in piedi darà alla compagna un colpetto sulle mani, sui piedi e uno sulla bocca. Quando quella sarà immobile, l’altra le soffierà sulle mani, sui piedi e sulla bocca: entrambe ci ritroveremo in piedi e ci scambieremo di ruolo. Sei pronta a cominciare? Inizia tu, tieni il ramo di betulla e io mi sdraierò, mentre tu imparerai la danza. Poi sarà il tuo turno di sdraiarti a terra così potrai riposarti quanto vorrai.”
“Bene!” disse Cailleach. Dapprima Cailleach toccò Bride sulla testa poi la ragazza si sdraiò a terra.
Con il ramo di betulla Cailleach toccò le mani e i piedi della ragazza mentre quest’ultima, a terra, tremava per la paura: credeva ciecamente nel druido, ma non era sicura che Cailleach si ricordasse di soffiarle sulle mani, sui piedi e sulla bocca. Se non l’avesse fatto Bride sarebbe morta.
Quindi Cailleach le toccò la bocca con il ramo di betulla e Bride sentì che la sua vita si allontanava.
La beccaccia di mare continuò a fischiettare, ma Bride non sentì più nulla finché Cailleach non le soffiò sulla bocca, dopo averle soffiato anche sulle mani e sui piedi.
“Ora è il tuo turno di danzare” le disse Cailleach, e così il rito iniziò nuovamente.
Questa volta fu Bride a toccare con il ramo di betulla Cailleach, che si era distesa a terra e, in quel momento, la terrà tremò.
Il ramo di betulla fece danzare ancora un po’ le mani e i piedi di quell’essere mostruoso, mentre gli aghi dei pini e i ghiaccioli che pendevano dalle rocce lì intorno cominciarono a tremare.
Quelli furono gli ultimi movimenti della Cailleach, perché, quando Bride le diede un colpetto con il ramo sulla bocca, l’essere mostruoso si trasformò in pietra.
La beccaccia di mare, rivolgendosi alla ragazza, le disse: “Ora tutti i poteri della Cailleach sono tuoi. Usa il ramo di betulla con saggezza e ricorda: mentre la luce scende, il freddo aumenta.”
Bride sentì il potere che cresceva dentro di lei e promise al druido che avrebbe utilizzato le sue nuove capacità per aiutare le persone che si trovavano in pericolo.
Poi disse ad alta voce:
Il potere di Nic Neven è vinto
Sorgete, acque, dalle cavità più profonde.
Per le scintille del sole e le sue lingue di fuoco
Possa il rigore dell’inverno essere vinto
e il freddo ghiaccio lasciare il posto alle fioriture di primavera!
Bride prese il ramo di betulla e la stella a tre punte che copriva la Fonte della Giovinezza e li alzò al cielo. Le acque, per il potere delle sue parole, sgorgarono dalla roccia e caddero come pioggia sulla Scozia, mischiandosi al ghiaccio e alla neve.
Ogni anno in Scozia, si ricorda ancora l’arrivo della primavera portando la stella di giunco, simbolo dell’alternanza delle stagioni e in ricordo di Bride, che viene invocata in caso di bisogno. In questo giorno viene ricordata anche la beccaccia di mare, chiamata “Gille Brighid” o “Serva di Bride”. In Scozia gli inverni non sono più così rigidi come una volta ma, se nevica o fa freddo, la gente del posto dice che è Cailleach che vaga, ancora una volta, per le terre scozzesi."
***
Nota bibliografica:
La storia, narrata da Caitlin Matthews, attinge dall'antica tradizione scozzese ed è contenuta nel libro Storie Celtiche, di Caitlin Matthews, illustrato da Olwyn Whealer, Edizioni IdeAli, 2004
Il Tempio della Ninfa
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