6 Gennaio Festa di HollaQuesto post fa parte del Calendario Festività Pagane.Il 6 Gennaio si festeggia la festa della Dea nordina Holla. Dea benefica della Germania centrale. Con l'avvento del Cristianesimo decade a strega facente parte dell'Esercito selvaggio. Sulla terra nevica quando Holla sprimaccia il suo letto. Nel folklore germanico pre-cristiano Hulda, Holda, Holle e Holla denotavano tutti la stessa dea, che governa il tempo atmosferico: il sole, la neve e la pioggia. Holle è anche legata alla figura germanica di Perchta, che dimora in fondo a un pozzo e conduce un carro e che insegnava l'arte di tessere la tela dal lino. Holle è la dea a cui giungono i bambini che muoiono da piccoli ed è conosciuta sia come "la nonna oscura" sia come "la signora bianca". Il suo legame con il mondo degli spiriti attraverso la magia di filare e tessere la associa alla stregoneria nel folklore germanico cattolico. Inoltre, tra il 23 dicembre e il 5 gennaio, durante le cosiddette "dodici notti", periodo in cui doveva cessare ogni faccenda domestica, la dea Perchta ritornava in superficie dal sottosuolo per verificare chi durante l'anno si era dimostrato lavoratore e chi si era rivelato fannullone. Questa è la ragione per cui, oggi, la si mette in parallelo con la divinità Nerthus. Duntante le Notti della Madre (le dodici notti), l’ordine naturale delle cose è inverso, tradizionalmente Wodan, inizia la Caccia Selvaggia, ma alcune tradizioni dicono sia Holle ad iniziarla. Attualmente le dodici notti dopo Yule sono quelle più favorevoli per la pratica della stregoneria. Poichè le energie dagli altri Mondi arrivano in questo molto più facilmente. Attraverso le fiabe e i racconti popolari, possiamo vedere come la sua immagine sia estremamente legata al Fato e al concetto di “metà bianca e metà nera”. Ella possiede le nostre vite fra le mani e lei che ne determina il corso, può donarci gioie o dolori, permetterci la vita e un’altra ancora o condannarci con la morte. La signora bianca e la Nonna Oscura Seocond l’Edda in prosa, la dea Hel ha un volto diviso in due, metà blu scuro e l’altra di un colore chiaro. Questo è riconoducibile all’imagine che si ha di Frau Holle. Possiamo ritrovare il suo legame con l’oltre tomba dall’etimologia del suo nome. La dea proto-indo europea Koylo, il suo nome significa “la cosa che serve per coprire”, riferito a alla copertura dei morti con la terra, specialmente si riferisce ai tumuli. La radice della parola “Kol” significa piccola valle, dale parole collina (hill), buco (hole), piccola valle (hollow), devia Hell e la dea Hel. Anche il nome di Holda deriva da “Kol”, Holle/Holda ha lo stesso significato che possiede la parola (e la dea) Hel, poiché derivano dalla stessa radice. Holle è spesso chiamata anche Signora delle Colline, appellattivo utilizzato spesso in Germania e Olanda. Holle dea della Terra
citazione
Holle, non è solo la dea del Fato e dei morti. E’ anche la dea della fertilità, della nascita (e rinascita), della primavera, dei bambini e delle stagioni. E’ anche la dea della fertilità sessuale, pregata dalla gente per ottenere una vita fertile e un buon raccolto. Si usa mettere un coperto vuoto a tavola dedicato a lei in simbolo di offerta.
Ma cosa si intende per dea della terra? Frau Holle, è comunemente associata ai bambini ed alla nascita. In Germania vi sono alcune fonti a lei sacre, e pare rendano fertili le donne che vi ci fanno il bagno. In una storia, alcuni giovani vengono mandati alla fonte della valle di Balkauser, dalla vergine, che assume molti aspetti riconducibili a Holle. Non è solo la dea che porta fertilità in senso di nascite favorevoli, è anche la Signora del Matrimonio, ciò è riconducibile alla dea Frigg. Nel suo aspetto sensuale invece, è più prossima a Freya. Alby Stone, la paragona ad Hel, certo, ma anche alle Norne. E ci fa notare come Freya ed Hel abbiano alcuni tratti in comune: Sia Freya, che Hel, sono ricoducibili ai morti, la dea dei Vani vanta della metà dei guerrieri morti in battaglia e anche lei come Hel, ha il suo reame (più precisamente una sala) dove i suoi guerrieri hanno dimora, Folkvrangar. Così come Freya è legata all’amore ed alla fertilità. In alcune storie del Medioevo Holla appare anche sotto il nome di Freke o Vreke, nome più continentale di Freya. Frau Holle è anche legata ad Hertha, dea della pace e della fertilità, conosciuta nell’Edda come Hlodyn. Più comunemente chiamata Jord, rappresentazione della terra primitiva, non popolata e non coltivata, viene descritta come moglie di Odino, madre di Thor, da questo si potrebbe spiegare una fusione/comunione con la dea Frigg. Maria Gimbustas, stostiene che sia una dea pre-germanica, che risale addirittura ad una cultura indoeuropea. Holle può vantarsi di definirsi “dea della streghe” in quanto il suo aspetto metà bianco e metà nero, le ha attribuito una fama negativa durante il medioevo, da questo accumunato poi con le “streghe”. Reincarnado così, l’archetipo primo della strega. E’ una dea che può apparire sotto molti aspetti, può essere la bella fanciulla che si bagna nel lago o la terribile vecchia che nasconde fra i suoi stracci talismani, sacchetti e ninnoli di ogni sorta. La runa legata a questa dea è Hagalaz, proprio come Freya è matrona delle volvas e delle haegetessan. La nonna oscura, o Frau holle Fonte:http://antrodellamagia.forumfree.it http://arsstrigae.wordpress.com Holla - Wikipedia |
mercoledì 1 gennaio 2014
6 Gennaio Festa di Holla
03 Settembre / 06 gennaio Festa di Iside
03 Settembre / 06 gennaio Festa di Iside
Questo post fa parte del Calendario Festività Pagane
Il 3 Settembre si festeggia la festa di Iside, che cade anche il 6 Gennaio.
Questa festa dedicata ad una delle piu influenti Divinità Egizie ricopre una parte importante nella cultura pagana odierna.
Iside la Dea Celeste
Iside, è la dea della maternità e della fertilità nella mitologia egizia.
Divinità in origine celeste, associata alla regalità faceva parte dell'Enneade (associata alla regalità. si intende un gruppo di nove dei che stanno alla base della cosmogonia egizia. Il mito della creazione legato all'enneade narra che: in principio vi era il Nun, il caos incontrollato, elemento liquido e turbolento, il non creato. Dal Nun emerse una collinetta dalla quale nasce Atum (visto come Atum-Ra). Quest'ultimo sputando o masturbandosi diede vita a Shu (l'aria) e Tefnut (l'umido), i quali a loro volta generarono Geb (la terra) e Nut (il cielo). Il mito racconta che questi ultimi se ne stavano sempre uniti e impedivano alla vita di germogliare, così Atum ordinò al loro padre, Shu, di dividerli. Con le mani Shu spinse Nut verso l'alto facendole formare la volta celeste e con i piedi calpestò Geb tenendolo sdraiato. In questo modo l'aria separò il cielo dalla terra. Geb e Nut, a loro volta, generarono quattro figli: Osiride, Iside, Nefti e Seth).
Gli appellativi coi quali Iside viene evocata racchiudono un archetipo che non è solo quello della madre terra ma, più ampiamente, di Signora dell’universo, colei che ha il potere di governare i ritmi cosmici, il corso dei fenomeni celesti, l’alternarsi delle stagioni, che ha potere persino sul Fato e sull’influsso degli astri, sulle tempeste della Fortuna.
I simboli di Iside sono lo scettro – simbolo di autorità spirituale – e, nell’altra mano, la croce ansata, simbolo della Vita.
Il Mito di Iside
Figlia di Nut e Geb, sorella di Nefti, Seth ed Osiride, di cui fu anche sposa e dal quale ebbe Horus. Secondo il mito, raccontato da Plutarco nel suo Iside ed Osiride, con l'aiuto della sorella Nefti assemblò le parti del corpo di Osiride, riportandolo alla vita. Per questo era considerata una divinità associata alla magia ed all'oltretomba.
Iside è spesso simboleggiata da una vacca, ed è raffigurata con le corna bovine, tra le quali è racchiuso il sole. Solitamente viene raffigurata con una donna vestita, con in testa il simbolo del trono, che tiene in mano un loto, simbolo della fertilità. Il suo simbolo è il tiet, chiamato anche nodo isiaco. (Il Tiet, o nodo di Iside era un amuleto egizio, che era ritenuto assicurare protezione in vita e nel corso del viaggio verso l'aldilà nel periodo del Nuovo Regno. La sua forma era simile all'ankh, ma con le braccia rivolte verso il basso. Poiché l'amuleto era associato al sangue poteva essere realizzato in pietra rossa, come in altri casi era in oro. Il simbolo veniva usato spesso nella decorazione di tombe e nei corredi funerari. Il "nodo di Iside" è spesso raffigurato come attributo della dea nelle sue statue di epoca greco-romana. Si usavano gli angoli superiori, formando un cappio che doveva trovarsi esattamente tra i seni ed ai lati del nodo pendeva ciò che restava degli angoli usati).
Il mito pone dunque una relazione di fratellanza fra Iside, Osiride e Seth-Tifone, il dio malvagio e disgregatore, che agisce “per invidia e ignoranza”.
Tifone ordisce una congiura ai danni di Osiride, chiudendolo, con un inganno, in un sarcofago sul quale viene fatto colare del piombo fuso (possibile simbolo dell’oscuramento del principio spirituale dell’uomo e della sua pietrificazione materialistica) e viene poi abbandonato nel fiume, in direzione del mare (il simbolo dello smarrimento nelle acque è comune a molti popoli antichi, come la cesta contenente Romolo e Remo abbandonata nelle acque del fiume).
Iside, resasi conto dell’accaduto, si veste a lutto e cerca a lungo il corpo di Osiride ed il sarcofago in cui è racchiuso. Dopo varie vicissitudini ed un lungo peregrinare (simboli della difficoltà della ricerca spirituale per l’uomo), dopo aver navigato attraverso le “paludi su una zattera di papiro, la dea ritrova il corpo di Osiride smembrato da Tifone, lo ricompone e lo rianima.
I Misteri
I Misteri prevedevano un momento cultuale pubblico che si articolava in due feste che celebravano alcuni episodi del mito. La prima, il Navigium Isidis, inaugurava la navigazione in primavera; la seconda, l’Inventio di Osiride, riattualizzava il suo ritrovamento e la sua ricomposizione e si svolgeva dal 29 ottobre al 1° novembre.
Al terzo giorno di digiuni, lamentazioni funebri e pantomime (che rappresentavano la ricerca di Osiride ucciso e smembrato da Seth-Tifone ed i riti funebri praticati da Iside) seguivano la gioia dei fedeli all’annuncio che il corpo del dio era stato ritrovato, ricomposto e rianimato; era la reiterazione rituale di una vicenda mitica di morte e rinascita.
Culto di Iside
La venerazione per la dea, simbolo di sposa e madre e protettrice dei naviganti, si diffuse nel mondo ellenistico, fino a Roma. Da qui il suo culto, diventato misterico per i legami della dea con il mondo ultraterreno e nonostante all'inizio fosse ostacolato, dilagò in tutto l'impero romano. Nella religione romana Iside venne assimilata con molte divinità femminili locali, quali Cibele, Demetra e Cerere, e molti templi furono innalzati in suo onore in Europa, Africa ed Asia. Durante il suo sviluppo nell' Impero il culto di Iside si contraddistinse per processioni e feste in onore della dea molto festose e ricche. Le sacerdotesse della dea vestivano solitamente in bianco e si adornavano di fiori; a Roma, dedicavano talvolta la loro castità alla dea Iside. Apuleio nelle sue Metamorfosi ci racconta della festa di Iside. Si riferisce a quella festa che in Roma si disse “Isidis navigium” (5 Marzo del calendario romano).
Era una festa marinara, consisteva essenzialmente nel consacrare alla dea, la nave che poi si slanciava nel mare, onde la processione dal tempio recava sulla spiaggia, dove aveva luogo la sacra cerimonia. La processione dal tempio scendeva sulla marina, gli addetti, vestiti di una tunica di lino bianco tiravano con funi la sacra barca. Alla festa partecipavano in gran parte le donne.
Il culto di Iside in Sicilia viene anche identificato con la celebrata Proserpina, al punto che Apuleio afferma che i siculi chiamavano Iside Prosperina.
Il Velo di Iside
Il velo colorato di Iside è simile al velo di Maya di cui parla la filosofia indiana.
Esso rappresenta le molteplici forme della natura nelle quali è rivestito lo spirito.
L’idea è che lo Spirito Creativo si rivestì in forme materiali di grande diversità e che l’intero universo che noi conosciamo fu fatto in questo modo, è cioè la manifestazione, sotto forma materiale, dello spirito del Creatore.
Plutarco disse : Iside è il principio femminile della natura e quello che è in grado di ricevere tutto ciò che è creato; a causa di ciò è stata chiamata “Nutrice “ e “Omni-ricevente” da Platone…
Perciò la veste o velo di Iside è la forma continuamente mutevole della natura, la cui bellezza e tragedia vela ai nostri occhi lo spirito. Questo perpetuo gioco reciproco nel mondo manifesto, che comprende gli oggetti esterni, gli alberi, le colline, e il mare, come pure gli altri esseri umani ed anche noi stessi, i nostri corpi, le nostre reazioni emotive, l’intero dramma del mondo, ci sembra possedere una tale realtà assoluta che non pensiamo a metterla in dubbio. Tuttavia in alcuni momenti di particolare intuizione, indotti forse dal dolore o dalla sofferenza o da una grande gioia, possiamo improvvisamente renderci conto che ciò che costituisce l’ovvia forma del mondo, non è quella vera, quella reale.
E’ detto che l’essere vivente viene afferrato nella rete o velo di Iside, e ciò significa che alla nascita dello spirito, la scintilla divina che è in ognuno, fu incorporata o afferrata nella carne.
Attributi Magici
Iside, La luna, è anche Madre Natura, che è sia buona che cattiva. Tollera tutte le cose, proprio come nel mito non permette a Hor di distruggere fino in fondo il Tifone-Set, in quanto crescita e decadenza sono le componenti inevitabili della natura.
Iside viene mostrata mentre decreta che non potrebbe esserci armonia perpetua, se il bene fosse sempre nell’ascendente. Essa, al contrario, delibera che vi sia sempre un conflitto fra le potenze della crescita e quelle della distruzione.
Iside aveva due aspetti: Natura e Luna. Essa era la madre, la creatrice, la nutrice di tutto, ed era anche la distruttrice.
Il suo nome, Iside, significa antico ed era chiamata anche Maat, che significa Conoscenza o Sapienza.
Iside è Maat, la Sapienza Antica. Ovvero la sapienza delle cose come esse sono e come sono state sempre, la capacità innata, intrinseca di seguire la natura delle cose sia nella loro natura presente sia nel loro inevitabile sviluppo nel rapporto reciproco. E’ la sapienza dell’istinto.
Iside era vergine e madre, spesso rappresentata col bimbo in braccio.
Iside, nel periodo del lutto, era vestita di nero, oppure era essa stessa nera. Come la vergine nera dei santuari europei, che le è così strettamente collegata, essa era una Dea della guarigione.
Di Iside era detto: “dove tu guardi pietosa, l’uomo morto ritorna in vita, il malato è guarito”.
Le statue nere di Iside possiedono anche un altro significato. Plutarco dice che “tra le statue quelle con le corna sono rappresentazioni della sua luna crescente, mentre quelle vestite di nero i modi occulti e nascosti in cui essa segue il Sole – Osiride – e brama di unirsi con lui. In conseguenza a ciò essi invocano la luna per le questioni amorose e Eudosso dice che Iside regna sull’amore.”
Inni a Iside
Rito di Iside
Rito di Iside : la trasformazione di Osiride
Come accade da tempo immemore, l’intensa vicenda di Osiride dona forza e speranza alle donne afflitte dalla perdita dell’amato compagno. Essa ci svela in che modo possiamo far scaturire la speranza dall’abbandono – come è avvenuto attraverso la mistica resurrezione di Osiride operata da Iside.
Nell’antico Egitto, il mito di Iside e Osiride veniva proposto ogni anno nell’ambito di un sontuoso rito in segno di lutto. Questa cerimonia costituiva uno dei più importanti riti religiosi, che permetteva a chi ne prendeva parte di sperimentare le dolorose emozioni della dea mentre ricercava spasmodicamente il marito-fratello, che poi avrebbe pianto con strazio immane. Gli astanti percepivano altresì la gioia in seguito alla rinascita di Osiride nelle sembianze del figlio Horus.
Quando non si è manifestato appieno il riconoscimento del dolore, esso fluisce in tutti gli altri aspetti della vita, tingendola di nero. La sofferenza di Iside durante la disperata ricerca di Osiride da un capo all’altro del Nilo è indicativa del cupo viaggio che dobbiamo intraprendere per affrontare il dolore e trasformarlo.
Onde favorire la trasformazione della pena che vi affligge, plasmate un piccolo cuore – il vostro cuore infranto – utilizzando un foglio di allumnio. Mentre scolpite questo talismano, pensate a Iside e alla sua vicenda, ma pensate anche alla vostra vicenda. Fate confluire nella vostra energia tutto il dolore del vostro cuore infranto, con la saggezza che ne deriva.
Riempite quindi una ciotolina a fondo piatto con dell’acqua salata come le lacrime. Al centro della ciotolina, ponete una candela larga e massiccia. Accendete la candela. Dopo che si sarà sciolta una minuscola quantità di cera, intingetela nel vostro talismano a forma di cuore. Immaginate che la cera stia ricomponendo i frammenti del vostro cuore, come ha fatto con il corpo di Osiride. Nel fare ciò, dite:
A questo punto spegnete la candela.
Ripetete il rito della candela con il vostro talismano per quattordici notti, aggiungendo man mano l’acqua salata che occorre. Trascorso questo periodo, prendete il cuore coperto di cera e seppellitelo vicino ad un albero affinché Iside lo possa trovare e guarire, come ha fatto con Osiride. Infine versatevi sopra la rimanente acqua salata.
Fonte:
http://antrodellamagia.forumfree.it/
www.coloniaiuliafanestris.com
www.ilcerchiodellaluna.it/
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Il 3 Settembre si festeggia la festa di Iside, che cade anche il 6 Gennaio.
Questa festa dedicata ad una delle piu influenti Divinità Egizie ricopre una parte importante nella cultura pagana odierna.
Iside la Dea Celeste
Iside, è la dea della maternità e della fertilità nella mitologia egizia.
Divinità in origine celeste, associata alla regalità faceva parte dell'Enneade (associata alla regalità. si intende un gruppo di nove dei che stanno alla base della cosmogonia egizia. Il mito della creazione legato all'enneade narra che: in principio vi era il Nun, il caos incontrollato, elemento liquido e turbolento, il non creato. Dal Nun emerse una collinetta dalla quale nasce Atum (visto come Atum-Ra). Quest'ultimo sputando o masturbandosi diede vita a Shu (l'aria) e Tefnut (l'umido), i quali a loro volta generarono Geb (la terra) e Nut (il cielo). Il mito racconta che questi ultimi se ne stavano sempre uniti e impedivano alla vita di germogliare, così Atum ordinò al loro padre, Shu, di dividerli. Con le mani Shu spinse Nut verso l'alto facendole formare la volta celeste e con i piedi calpestò Geb tenendolo sdraiato. In questo modo l'aria separò il cielo dalla terra. Geb e Nut, a loro volta, generarono quattro figli: Osiride, Iside, Nefti e Seth).
Gli appellativi coi quali Iside viene evocata racchiudono un archetipo che non è solo quello della madre terra ma, più ampiamente, di Signora dell’universo, colei che ha il potere di governare i ritmi cosmici, il corso dei fenomeni celesti, l’alternarsi delle stagioni, che ha potere persino sul Fato e sull’influsso degli astri, sulle tempeste della Fortuna.
I simboli di Iside sono lo scettro – simbolo di autorità spirituale – e, nell’altra mano, la croce ansata, simbolo della Vita.
Il Mito di Iside
Figlia di Nut e Geb, sorella di Nefti, Seth ed Osiride, di cui fu anche sposa e dal quale ebbe Horus. Secondo il mito, raccontato da Plutarco nel suo Iside ed Osiride, con l'aiuto della sorella Nefti assemblò le parti del corpo di Osiride, riportandolo alla vita. Per questo era considerata una divinità associata alla magia ed all'oltretomba.
Iside è spesso simboleggiata da una vacca, ed è raffigurata con le corna bovine, tra le quali è racchiuso il sole. Solitamente viene raffigurata con una donna vestita, con in testa il simbolo del trono, che tiene in mano un loto, simbolo della fertilità. Il suo simbolo è il tiet, chiamato anche nodo isiaco. (Il Tiet, o nodo di Iside era un amuleto egizio, che era ritenuto assicurare protezione in vita e nel corso del viaggio verso l'aldilà nel periodo del Nuovo Regno. La sua forma era simile all'ankh, ma con le braccia rivolte verso il basso. Poiché l'amuleto era associato al sangue poteva essere realizzato in pietra rossa, come in altri casi era in oro. Il simbolo veniva usato spesso nella decorazione di tombe e nei corredi funerari. Il "nodo di Iside" è spesso raffigurato come attributo della dea nelle sue statue di epoca greco-romana. Si usavano gli angoli superiori, formando un cappio che doveva trovarsi esattamente tra i seni ed ai lati del nodo pendeva ciò che restava degli angoli usati).
Tifone ordisce una congiura ai danni di Osiride, chiudendolo, con un inganno, in un sarcofago sul quale viene fatto colare del piombo fuso (possibile simbolo dell’oscuramento del principio spirituale dell’uomo e della sua pietrificazione materialistica) e viene poi abbandonato nel fiume, in direzione del mare (il simbolo dello smarrimento nelle acque è comune a molti popoli antichi, come la cesta contenente Romolo e Remo abbandonata nelle acque del fiume).
Iside, resasi conto dell’accaduto, si veste a lutto e cerca a lungo il corpo di Osiride ed il sarcofago in cui è racchiuso. Dopo varie vicissitudini ed un lungo peregrinare (simboli della difficoltà della ricerca spirituale per l’uomo), dopo aver navigato attraverso le “paludi su una zattera di papiro, la dea ritrova il corpo di Osiride smembrato da Tifone, lo ricompone e lo rianima.
I Misteri
I Misteri prevedevano un momento cultuale pubblico che si articolava in due feste che celebravano alcuni episodi del mito. La prima, il Navigium Isidis, inaugurava la navigazione in primavera; la seconda, l’Inventio di Osiride, riattualizzava il suo ritrovamento e la sua ricomposizione e si svolgeva dal 29 ottobre al 1° novembre.
Al terzo giorno di digiuni, lamentazioni funebri e pantomime (che rappresentavano la ricerca di Osiride ucciso e smembrato da Seth-Tifone ed i riti funebri praticati da Iside) seguivano la gioia dei fedeli all’annuncio che il corpo del dio era stato ritrovato, ricomposto e rianimato; era la reiterazione rituale di una vicenda mitica di morte e rinascita.
Culto di Iside
La venerazione per la dea, simbolo di sposa e madre e protettrice dei naviganti, si diffuse nel mondo ellenistico, fino a Roma. Da qui il suo culto, diventato misterico per i legami della dea con il mondo ultraterreno e nonostante all'inizio fosse ostacolato, dilagò in tutto l'impero romano. Nella religione romana Iside venne assimilata con molte divinità femminili locali, quali Cibele, Demetra e Cerere, e molti templi furono innalzati in suo onore in Europa, Africa ed Asia. Durante il suo sviluppo nell' Impero il culto di Iside si contraddistinse per processioni e feste in onore della dea molto festose e ricche. Le sacerdotesse della dea vestivano solitamente in bianco e si adornavano di fiori; a Roma, dedicavano talvolta la loro castità alla dea Iside. Apuleio nelle sue Metamorfosi ci racconta della festa di Iside. Si riferisce a quella festa che in Roma si disse “Isidis navigium” (5 Marzo del calendario romano).
Era una festa marinara, consisteva essenzialmente nel consacrare alla dea, la nave che poi si slanciava nel mare, onde la processione dal tempio recava sulla spiaggia, dove aveva luogo la sacra cerimonia. La processione dal tempio scendeva sulla marina, gli addetti, vestiti di una tunica di lino bianco tiravano con funi la sacra barca. Alla festa partecipavano in gran parte le donne.
Il culto di Iside in Sicilia viene anche identificato con la celebrata Proserpina, al punto che Apuleio afferma che i siculi chiamavano Iside Prosperina.
Il Velo di Iside
Il velo colorato di Iside è simile al velo di Maya di cui parla la filosofia indiana.
Esso rappresenta le molteplici forme della natura nelle quali è rivestito lo spirito.
L’idea è che lo Spirito Creativo si rivestì in forme materiali di grande diversità e che l’intero universo che noi conosciamo fu fatto in questo modo, è cioè la manifestazione, sotto forma materiale, dello spirito del Creatore.
Plutarco disse : Iside è il principio femminile della natura e quello che è in grado di ricevere tutto ciò che è creato; a causa di ciò è stata chiamata “Nutrice “ e “Omni-ricevente” da Platone…
Perciò la veste o velo di Iside è la forma continuamente mutevole della natura, la cui bellezza e tragedia vela ai nostri occhi lo spirito. Questo perpetuo gioco reciproco nel mondo manifesto, che comprende gli oggetti esterni, gli alberi, le colline, e il mare, come pure gli altri esseri umani ed anche noi stessi, i nostri corpi, le nostre reazioni emotive, l’intero dramma del mondo, ci sembra possedere una tale realtà assoluta che non pensiamo a metterla in dubbio. Tuttavia in alcuni momenti di particolare intuizione, indotti forse dal dolore o dalla sofferenza o da una grande gioia, possiamo improvvisamente renderci conto che ciò che costituisce l’ovvia forma del mondo, non è quella vera, quella reale.
E’ detto che l’essere vivente viene afferrato nella rete o velo di Iside, e ciò significa che alla nascita dello spirito, la scintilla divina che è in ognuno, fu incorporata o afferrata nella carne.
Attributi Magici
Iside viene mostrata mentre decreta che non potrebbe esserci armonia perpetua, se il bene fosse sempre nell’ascendente. Essa, al contrario, delibera che vi sia sempre un conflitto fra le potenze della crescita e quelle della distruzione.
Iside aveva due aspetti: Natura e Luna. Essa era la madre, la creatrice, la nutrice di tutto, ed era anche la distruttrice.
Il suo nome, Iside, significa antico ed era chiamata anche Maat, che significa Conoscenza o Sapienza.
Iside è Maat, la Sapienza Antica. Ovvero la sapienza delle cose come esse sono e come sono state sempre, la capacità innata, intrinseca di seguire la natura delle cose sia nella loro natura presente sia nel loro inevitabile sviluppo nel rapporto reciproco. E’ la sapienza dell’istinto.
Iside era vergine e madre, spesso rappresentata col bimbo in braccio.
Iside, nel periodo del lutto, era vestita di nero, oppure era essa stessa nera. Come la vergine nera dei santuari europei, che le è così strettamente collegata, essa era una Dea della guarigione.
Di Iside era detto: “dove tu guardi pietosa, l’uomo morto ritorna in vita, il malato è guarito”.
Le statue nere di Iside possiedono anche un altro significato. Plutarco dice che “tra le statue quelle con le corna sono rappresentazioni della sua luna crescente, mentre quelle vestite di nero i modi occulti e nascosti in cui essa segue il Sole – Osiride – e brama di unirsi con lui. In conseguenza a ciò essi invocano la luna per le questioni amorose e Eudosso dice che Iside regna sull’amore.”
Inni a Iside
Perché io sono la prima e l’ ultima
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.
"Tu, santa e sempiterna salvatrice del genere umano, sempre prodiga
delle Tue grazie ai mortali, Tu che dai il Tuo dolce affetto di madre
a chi si trova nell'afflizione: non c'è giorno, non c'è notte, non c'è
momento sia pur breve che passino senza la tua protezione!
E sempre Tu aiuti gli uomini per mare e per terra, e allontani le
tempeste della vita e porgi loro il soccorso della Tua destra, con la
quale sciogli gli inestricabili nodi del destino, e mitighi le
tempeste della Fortuna e raddrizzi il corso funesto degli astri.
Gli Dei del cielo ti onorano, gli Dei degli inferi ti temono:tu fai
girare la terra, illumini il sole, reggi il mondo, tieni il Tartaro
sotto i tuoi piedi.
Per Te si regolano gli astri, le stagioni si rinnovano, gioiscono i
numi, obbediscono gli elementi.
Al Tuo cenno spirano i venti, si gonfiano le nubi, germogliano i semi,
crescono i germogli.
Della Tua Maestà tremano gli uccelli che volano nell'aria, le fiere
che vagano sui mondi, i serpenti nascosti nella terra, i mostri che
nuotano nel mare.
Ma il mio ingegno è troppo debole per cantare tue lodi, e troppo
poveri i miei beni per offrirti degni sacrifici.
E non ho abbastanza voce per dire quello che sento della Tua Maestà, e
non basterebbero neppure mille bocche e mille lingue, né un eterno
instancabile fluire di parole.
Farò quello che solo può fare un uomo pio, ma povero: custodirò per
sempre nel profondo del mio cuore il tuo volto divino, il Tuo
santissimo nume!
(Apuleio, Metamorfosi, XI, 25)
delle Tue grazie ai mortali, Tu che dai il Tuo dolce affetto di madre
a chi si trova nell'afflizione: non c'è giorno, non c'è notte, non c'è
momento sia pur breve che passino senza la tua protezione!
E sempre Tu aiuti gli uomini per mare e per terra, e allontani le
tempeste della vita e porgi loro il soccorso della Tua destra, con la
quale sciogli gli inestricabili nodi del destino, e mitighi le
tempeste della Fortuna e raddrizzi il corso funesto degli astri.
Gli Dei del cielo ti onorano, gli Dei degli inferi ti temono:tu fai
girare la terra, illumini il sole, reggi il mondo, tieni il Tartaro
sotto i tuoi piedi.
Per Te si regolano gli astri, le stagioni si rinnovano, gioiscono i
numi, obbediscono gli elementi.
Al Tuo cenno spirano i venti, si gonfiano le nubi, germogliano i semi,
crescono i germogli.
Della Tua Maestà tremano gli uccelli che volano nell'aria, le fiere
che vagano sui mondi, i serpenti nascosti nella terra, i mostri che
nuotano nel mare.
Ma il mio ingegno è troppo debole per cantare tue lodi, e troppo
poveri i miei beni per offrirti degni sacrifici.
E non ho abbastanza voce per dire quello che sento della Tua Maestà, e
non basterebbero neppure mille bocche e mille lingue, né un eterno
instancabile fluire di parole.
Farò quello che solo può fare un uomo pio, ma povero: custodirò per
sempre nel profondo del mio cuore il tuo volto divino, il Tuo
santissimo nume!
(Apuleio, Metamorfosi, XI, 25)
Rito di Iside
Rito di Iside : la trasformazione di Osiride
Nell’antico Egitto, il mito di Iside e Osiride veniva proposto ogni anno nell’ambito di un sontuoso rito in segno di lutto. Questa cerimonia costituiva uno dei più importanti riti religiosi, che permetteva a chi ne prendeva parte di sperimentare le dolorose emozioni della dea mentre ricercava spasmodicamente il marito-fratello, che poi avrebbe pianto con strazio immane. Gli astanti percepivano altresì la gioia in seguito alla rinascita di Osiride nelle sembianze del figlio Horus.
Quando non si è manifestato appieno il riconoscimento del dolore, esso fluisce in tutti gli altri aspetti della vita, tingendola di nero. La sofferenza di Iside durante la disperata ricerca di Osiride da un capo all’altro del Nilo è indicativa del cupo viaggio che dobbiamo intraprendere per affrontare il dolore e trasformarlo.
Onde favorire la trasformazione della pena che vi affligge, plasmate un piccolo cuore – il vostro cuore infranto – utilizzando un foglio di allumnio. Mentre scolpite questo talismano, pensate a Iside e alla sua vicenda, ma pensate anche alla vostra vicenda. Fate confluire nella vostra energia tutto il dolore del vostro cuore infranto, con la saggezza che ne deriva.
Riempite quindi una ciotolina a fondo piatto con dell’acqua salata come le lacrime. Al centro della ciotolina, ponete una candela larga e massiccia. Accendete la candela. Dopo che si sarà sciolta una minuscola quantità di cera, intingetela nel vostro talismano a forma di cuore. Immaginate che la cera stia ricomponendo i frammenti del vostro cuore, come ha fatto con il corpo di Osiride. Nel fare ciò, dite:
Lacrime in acqua salata, cera in metallo
Iside, fai cessare le mie lacrime, trasforma il mio dolore.
Guarisci il mio cuore perché possa amare ancora.
Iside, fai cessare le mie lacrime, trasforma il mio dolore.
Guarisci il mio cuore perché possa amare ancora.
A questo punto spegnete la candela.
Ripetete il rito della candela con il vostro talismano per quattordici notti, aggiungendo man mano l’acqua salata che occorre. Trascorso questo periodo, prendete il cuore coperto di cera e seppellitelo vicino ad un albero affinché Iside lo possa trovare e guarire, come ha fatto con Osiride. Infine versatevi sopra la rimanente acqua salata.
Fonte:
http://antrodellamagia.forumfree.it/
www.coloniaiuliafanestris.com
www.ilcerchiodellaluna.it/
Ottaedro dell'Anno Magico
Ottaedro dell'Anno Magico
PERCHE' CREARE UN OTTAEDRO:
Arthea ci dice: "Ho costruito l'ottaedro per poter avere simbolicamente il MIO tempo nelle MIE mani. Se vi piace potete scaricarlo da qui. In esso sono rappresentate le 8 feste dell'Anno Magico collegate al Ciclo della Natura. Per ogni ciclo di tempo sono indicati il significato simbolico, il nome della festa, i simboli astrologici (zodiaco tropico e zodiaco astronomico), i pianeti e gli elementi."
Arthea ci dice: "Ho costruito l'ottaedro per poter avere simbolicamente il MIO tempo nelle MIE mani. Se vi piace potete scaricarlo da qui. In esso sono rappresentate le 8 feste dell'Anno Magico collegate al Ciclo della Natura. Per ogni ciclo di tempo sono indicati il significato simbolico, il nome della festa, i simboli astrologici (zodiaco tropico e zodiaco astronomico), i pianeti e gli elementi."
Montaggio:Salvate la foto riportata in fondo a questa pagina.Una volta stampato incollatelo su un cartoncino abbastanza rigido usando colla Vinavil. Appena asciutto ritagliatelo e quindi piegate i lati e linguette. E' preferibile incollare le linguette con l'Attack. Finito il montaggio si presenterà come nell'immagine. La stampa è permessa solamente per uso personale ossia non a scopo di lucro.
ORIGINI ANTICHE dell'ANNO MAGICO
L’Anno Tropico è composto di 12 mesi ed è legato alla rotazione della Terra attorno al Sole. I 12 mesi sono divisi in 4 Stagioni, ciascuna di 3 mesi. L'alternanza delle stagioni è dovuta all'inclinazione dell'asse terrestre rispetto alla linea che congiunge Terra-Sole. Alle 4 stagioni corrispondono 4 momenti tipici dell'anno per cui la durata del giorno e della notte viene ad essere diversa (solstizi di giugno e di dicembre) o uguale (equinozi di marzo e settembre). Essendo l'arco del Sole descritto al Solstizio d'Estate più ampio, questo rimane sopra l'orizzonte per un tempo maggiore e dunque le ore di luce sono più di quelle notturne. La situazione si presenta invertita al Solstizio d'Inverno, mentre agli equinozi, dove l'arco diurno è pari a quello notturno, le durate del giorno e della notte risultano uguali. Riassumendo:
In Estate il percorso del Sole è più lungo, e così il giorno è più lungo e la notte più corta.
In Inverno il percorso del Sole è più corto, e così il giorno è più corto e la notte più lunga.
Agli Equinozi la durata del giorno e della notte è la stessa.
Il Solstizio d'Inverno viene dunque visto come la porta (in latino ianua, da cui Ianus , il portiere, il dio bifronte) che apre la fase ascensionale del ciclo annuale, riportando la luce (Sol Invictus), mentre il Solstizio d'Estate è collegato all'avanzare del buio, che apre la fase discendente. All'interno degli antichi culti misterici, agrari e stellari, l'alternanza luce -buio, lavoro - riposo, atto - potenza, primavera - inverno, pianta - seme, si trasforma di conseguenza in strumento di conoscenza e rivelazione che indica all'essere umano la via per la trasformazione materiale e spirituale, che si risolve nella necessità di trovare il proprio equilibrio dinamico, cioè il proprio giusto ritmo (euritmia), armonizzandosi ed accordandosi sui ritmi della Natura. Risonanze che collegano tutti gli esseri viventi, il dentro con il fuori, l'alto con il basso.(cerchio della luna)
1 Gennaio Capodanno, Festa di Giano
1 Gennaio Capodanno, Festa di Giano
Questo post fa parte del Calendario Festività Pagane
Inno a Giano
Il primo (1) Gennaio si festeggia il Capodanno e la Festa di Giano.
Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant'Eligio (morto nel 659 o nel 660), che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro:
"A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l'andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l'usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica".
Giano Bifronte
Giano (latino: Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. In passato, a causa di un errore di lettura del fegato di Piacenza, si è ritenuto che fosse stato venerato anche presso gli Etruschi con il nome di Ani.
Epiteti:
Come tutte le divinità romane, Giano era chiamato con diversi epiteti, che testimoniano la sua particolare rilevanza all'interno del pantheon:
Divum Deus (Dio degli Dei)
Divum Pater (Padre degli Dei)
Ianus Bifrons (Giano bifronte)
Ianus Cerus (Giano creatore)
Ianus Consivius (Giano procreatore)
Ianus Pater (Giano padre)
Pater matutinae (Padre del mattino)
Giano e l’ascia bipenne rappresentano l’uomo che agisce nel suo presente. Nasce dall’esperienza passata, ma progetta in funzione di un futuro possibile o di un futuro che gli sta venendo incontro. Giano è rappresentato dalla porta. Una porta in cui si entra superandone l’uscio in un presente passato per accedere ad un presente seguente. Lo stesso vale per l’ascia bipenne dove l’uomo è rappresentato dall’asta e le lame, una guarda al passato e un’altra al futuro.
Giano è un “dio” ambivalente e si colloca fra le “divinità” di origine indoeuropea. A Roma era un dio antico e la base del pensiero religioso romano tutta rivolta a costruire un futuro possibile. Il simbolo religioso e la struttura giuridica di Roma antica, coincidono nelle azioni delle persone e nel senso religioso del Mos Maiorum.
Chi presenta il simbolo di Giano afferma che ciò che lui fa, lo sta facendo per costruire un possibile futuro. E’ l’intento del futuro a guidare le sue azioni. Le sue azioni sono determinate da questo intento.
Giano presiede agli inizi e tutti gli Esseri umani sono sempre in una condizione psichica di inizio. Il mese che ricorda Giano è gennaio che da esso deriva il nome. Qualunque azione intraprendano, questa è l’inizio di un qualche cosa. Ogni compimento è un inizio. Passare una porta significa passare altre porte. Il passaggio è un continuo riprodursi di passaggi che portano l’individuo a modificarsi nella direzione di un possibile futuro.
Giano è un simbolo religioso proprio della Religione Pagana e non può essere fatto proprio dalle religioni monoteiste in quanto, queste ultime, hanno al centro del loro credo religioso la sottomissione al dio padrone in quanto dio creatore del mondo. Non esiste nelle religioni monoteiste, e nel cristianesimo in particolare, l’individuo che accumula esperienza da un passato vissuto e che fonda mediante la sua volontà che impegna nelle sue scelte un futuro possibile. Il cristiano, deve sottomettersi alla provvidenza del suo dio padrone e la sottomissione nella fiduciosa attesa, il cristiano la chiama “speranza”. Lo stesso vale per i musulmani, gli ebrei, i buddisti.
Il simbolo di Giano Bifronte parla solo al Pagano Politeista perché solo nella religione Pagana Politeista il religioso Pagano fonda il proprio futuro del quale è, sempre e comunque, artefice partendo dalle esperienze che ha accumulato nel passato in cui ha agito nel mondo in cui è nato.
Solo il religioso Pagano può “farsi Giano” perché è consapevole di essere nato in un passato in cui è vissuto, è consapevole del perché di ogni sua azione ed è consapevole che ogni sua azione va a costruire un futuro possibile.
Portare l’emblema di Giano significa invitare le persone ad agire facendosi, esse stesse, promotrici del loro futuro.
Culto di Giano
Al culto di Giano, a differenza delle altre divinità maggiori, non era preposto uno specifico flamen. Le cerimonie a lui dedicate venivano invece amministrate dallo stesso Rex e, in età repubblicana dal particolare sacerdote che suppliva alle antiche prerogative regie, il Rex Sacrorum. Egli apriva dunque per primo le processioni e le cerimonie religiose, antecedendo anche lo stesso flamen Dialis, sacerdote di Giove.
Le porte del tempio di Giano si spalancavano in tempo di guerra e nel suo tempio si sacrificava spesso per avere vaticini sulla riuscita delle imprese militari.
Fonti:
http://antrodellamagia.forumfree.it/
Stregoneria Pagana
Giano - Divinità
www.thereef.it
Questo post fa parte del Calendario Festività Pagane
Inno a Giano
O Giano bifronte, origine dell'anno che scivola silenziosamente, solo
tu tra gli dei superi che vedi le tue spalle: sei presente alla
destra dei capi, con la fatica dei quali la terra fertile produce
orzi tranquilli e il mare anche. Sei presente alla destra dei tuoi
padri, e del popolo di Romolo: e apri con un cenno le cose favorevoli
per il tuo tempio.
La luce sorge propizia; favorite gli spiriti e le parole.
Ora sono da dirsi buone parole nel giorno favorevole. Le orecchie
mancano di lotta, e le dispute furiose stiano sempre lontane: divulga
il tuo lavoro, o lingua invidiosa, e fai in modi che splenda il cielo
con i fuochi profumati e accesi questi, canta con la spiga della
Cilicia.
la fiamma, con il suo splendore colpisce l'oro dei templi, e sparge
il raggio tremolante dal punto più alto del tempio. Tarpea va
nell'acropoli con le vesti intatte, ed lo stesso popolo è di colore
uguale alla suo giorno di festa.
e già avanzano i nuovi fasci e la nuova porpora brilla e il ricco
avorio sperimenta nuova importanza.
I teneri torelli offrono i colli da sgozzare per il lavoro agricolo,
[torelli] che l'erba del territorio dei Falisci nutrì con i suoi campi.
Giove guardi verso tutto il mondo dalla sua sede e non abbia niente
altro che il mondo romano da proteggere. Non abbia null’atro che il
mondo romano che lui protegga.
Salute, o giorno felice, e ritorna sempre migliore degno di essere
venerato da un popolo potente.
Dirò: quale dio, infatti, posso dire che tu sia, o Giano bifronte?
Infatti la Grecia non ha nessuna divinità pari a te.
Svela nello stesso tempo il motivo perché, solo tu tra gli dei, vedi
ciò che è alle spalle e ciò che è davanti.
A me, che esamino queste cose, con le tavolette prese, il tempio
apparve più splendente di come fu in precedenza.
tu tra gli dei superi che vedi le tue spalle: sei presente alla
destra dei capi, con la fatica dei quali la terra fertile produce
orzi tranquilli e il mare anche. Sei presente alla destra dei tuoi
padri, e del popolo di Romolo: e apri con un cenno le cose favorevoli
per il tuo tempio.
La luce sorge propizia; favorite gli spiriti e le parole.
Ora sono da dirsi buone parole nel giorno favorevole. Le orecchie
mancano di lotta, e le dispute furiose stiano sempre lontane: divulga
il tuo lavoro, o lingua invidiosa, e fai in modi che splenda il cielo
con i fuochi profumati e accesi questi, canta con la spiga della
Cilicia.
la fiamma, con il suo splendore colpisce l'oro dei templi, e sparge
il raggio tremolante dal punto più alto del tempio. Tarpea va
nell'acropoli con le vesti intatte, ed lo stesso popolo è di colore
uguale alla suo giorno di festa.
e già avanzano i nuovi fasci e la nuova porpora brilla e il ricco
avorio sperimenta nuova importanza.
I teneri torelli offrono i colli da sgozzare per il lavoro agricolo,
[torelli] che l'erba del territorio dei Falisci nutrì con i suoi campi.
Giove guardi verso tutto il mondo dalla sua sede e non abbia niente
altro che il mondo romano da proteggere. Non abbia null’atro che il
mondo romano che lui protegga.
Salute, o giorno felice, e ritorna sempre migliore degno di essere
venerato da un popolo potente.
Dirò: quale dio, infatti, posso dire che tu sia, o Giano bifronte?
Infatti la Grecia non ha nessuna divinità pari a te.
Svela nello stesso tempo il motivo perché, solo tu tra gli dei, vedi
ciò che è alle spalle e ciò che è davanti.
A me, che esamino queste cose, con le tavolette prese, il tempio
apparve più splendente di come fu in precedenza.
Il primo (1) Gennaio si festeggia il Capodanno e la Festa di Giano.
Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant'Eligio (morto nel 659 o nel 660), che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro:
"A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l'andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l'usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica".
Giano Bifronte
Giano (latino: Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. In passato, a causa di un errore di lettura del fegato di Piacenza, si è ritenuto che fosse stato venerato anche presso gli Etruschi con il nome di Ani.
Epiteti:
Come tutte le divinità romane, Giano era chiamato con diversi epiteti, che testimoniano la sua particolare rilevanza all'interno del pantheon:
Divum Deus (Dio degli Dei)
Divum Pater (Padre degli Dei)
Ianus Bifrons (Giano bifronte)
Ianus Cerus (Giano creatore)
Ianus Consivius (Giano procreatore)
Ianus Pater (Giano padre)
Pater matutinae (Padre del mattino)
citazione
Giano è un “dio” ambivalente e si colloca fra le “divinità” di origine indoeuropea. A Roma era un dio antico e la base del pensiero religioso romano tutta rivolta a costruire un futuro possibile. Il simbolo religioso e la struttura giuridica di Roma antica, coincidono nelle azioni delle persone e nel senso religioso del Mos Maiorum.
Chi presenta il simbolo di Giano afferma che ciò che lui fa, lo sta facendo per costruire un possibile futuro. E’ l’intento del futuro a guidare le sue azioni. Le sue azioni sono determinate da questo intento.
Giano presiede agli inizi e tutti gli Esseri umani sono sempre in una condizione psichica di inizio. Il mese che ricorda Giano è gennaio che da esso deriva il nome. Qualunque azione intraprendano, questa è l’inizio di un qualche cosa. Ogni compimento è un inizio. Passare una porta significa passare altre porte. Il passaggio è un continuo riprodursi di passaggi che portano l’individuo a modificarsi nella direzione di un possibile futuro.
Giano è un simbolo religioso proprio della Religione Pagana e non può essere fatto proprio dalle religioni monoteiste in quanto, queste ultime, hanno al centro del loro credo religioso la sottomissione al dio padrone in quanto dio creatore del mondo. Non esiste nelle religioni monoteiste, e nel cristianesimo in particolare, l’individuo che accumula esperienza da un passato vissuto e che fonda mediante la sua volontà che impegna nelle sue scelte un futuro possibile. Il cristiano, deve sottomettersi alla provvidenza del suo dio padrone e la sottomissione nella fiduciosa attesa, il cristiano la chiama “speranza”. Lo stesso vale per i musulmani, gli ebrei, i buddisti.
Il simbolo di Giano Bifronte parla solo al Pagano Politeista perché solo nella religione Pagana Politeista il religioso Pagano fonda il proprio futuro del quale è, sempre e comunque, artefice partendo dalle esperienze che ha accumulato nel passato in cui ha agito nel mondo in cui è nato.
Solo il religioso Pagano può “farsi Giano” perché è consapevole di essere nato in un passato in cui è vissuto, è consapevole del perché di ogni sua azione ed è consapevole che ogni sua azione va a costruire un futuro possibile.
Portare l’emblema di Giano significa invitare le persone ad agire facendosi, esse stesse, promotrici del loro futuro.
Culto di Giano
Le porte del tempio di Giano si spalancavano in tempo di guerra e nel suo tempio si sacrificava spesso per avere vaticini sulla riuscita delle imprese militari.
Fonti:
http://antrodellamagia.forumfree.it/
Stregoneria Pagana
Giano - Divinità
www.thereef.it
Calendario Festività Pagane
Molte sono le feste riportate nel calendario pagano ma quali di esse si conoscono veramente? Ve lo diciamo noi!
Ecco il Calendario Festività Pagane, in cui sono inseriti i giorni e le feste affiancate, ogni 28 giorni il periodo cambia nome, che sono: Bet, Luis, Nion, Fearn, Saile, Hat, Duir, Tinne, Coll, Miun, Gort, Peith, Ruis.
Le feste pagane spesso fanno riferimento a Dei di culti antichi, e presenti anche in altre religioni. Noi cercheremo di spiegarvi come si svolgevano le feste e quando possibile vi mostreremo dei rituali che potrete fare voi stessi per onorare tali Dei.
Tenete conto che molto spesso per onorare gli Dei basta un inno dedicato a loro e offrire un semplice dono, quale una coppa di vino, di latte, del miele, fiori e quant'altro a seconda del Dio che si sta onorando.
Non sempre sono stati riportati a noi rituali completi delle celebrazioni, quindi se avete dubbi o domande e nn sapete come onorare uno di questi Dei postate in conttato o commento la richiesta di un inno o rituale per onorarli adeguatamente e cercheremo di rispondervi al piu presto. Buona navigazione ^^
Bet, 24 Dicembre – 20 Gennaio:
-24 Dicembre, Giorno della Betulla.
-25 Dicembre, Natale, Sol Invictis. Festa di Ecate. Festa di Dagda.
-31 Dicembre, Festa di Artemide. Notte del Popolo Fatato.
-
01 Gennaio, Capodanno. Festa di Giano.
-06 Gennaio, Festa di Iside. Festa di Holla, di Frigg e di Fulla. Festa di Perchta. Festa dei miracoli. Battesimo di Osiride.
-09 Gennaio Festa di Selene.
-
17 Gennaio, Festa di Odino.
Luis, 21 Gennaio – 17 Febbraio:
-21 Gennaio, Giorno del Sorbo.
-31 Gennaio. Grande Sabba di Brigit.
-01 Febbraio. Imbolc. Festa di purificazione.
-02 Febbraio. Candelora.
-06 Febbraio, Festa di Dioniso.
-
07 Febbraio, Giorno della Luna
-14 Febbraio Festa dell’amore.
Nion, 18 Febbraio – 17 Marzo:
-18 Febbraio, Giorno del Frassino.
-27 Febbraio, Festa di Marte.
-05 Marzo, Festa di Iside ed Ecate.
-11 Marzo, Festa di Artemide.
-15 Marzo, Festa di Penitenza.
-17 Marzo. Festa di Ishtar.
Fearn, 18 Marzo – 14 Aprile:
-18 Marzo, Giorno dell’Ontano.
-20 – 21 Marzo, Equinozio di Primavera. Grande Sabba. Festa di Oestara e della giovinezza. Giorno della Ginestra. Festa di Freya.
-23 Marzo, Morte di Attis.
-25 Marzo, Festa di Attis risorto. Festa di Adone.
-31 Marzo, Festa della Luna
-06 Aprile, Festa delle Rune.
Saile, 15 Aprile – 12 Maggio:
-15 Aprile, Giorno del Salice.
-20 Aprile. Festa delle Fate.
-28 Aprile, Festa di Flora.
-30 Aprile, Notte di Valpurga.
-01 Maggio, Festa della Fauna.
-01 – 04 Maggio Beltane. Grande Sabba dell’Estate, Calendimaggio. Festa di Morrigan. Festa di Cerere.
-08 Maggio, Festa delle Dee.
-09 Maggio, Festa di Artemide.
-11 Maggio, Festa di Frigg.
Hat, 13 Maggio – 09 Giugno:
-13 Maggio, Giorno del Biancospino.
-18 Maggio, Festa di Aradia.
-20 Maggio, Festa di Gea.
-28 Maggio, Festa della Geomanzia.
-09 Giugno Festa di Vesta.
Duir, 10 Giugno – 07 Luglio:
-10 Giugno, Giorno della Quercia.
-15 Giugno, Festa di Baldur.
-20 Giugno, Festa di Atena.
-21 – 23 Giugno, Litha, Solstizio d’estate, Grande Sabba della Terra, Festa della Natura, Giorno dell’Erica, Festa di Giano.
-24 Giugno, Notte di S. Giovanni. Festa di Foris. Della Fortuna.
-05 Luglio, Festa d’estate dei Quattro elementi.
Tinne, 08 Luglio – 04 Agosto:
-08 Luglio, Giorno dell’Arifoglio.
-22 Luglio, Festa della Grande Madre.
-28 Luglio, Festa di Thor.
-31 Luglio, Grande Sabba del raccolto.
-01 Agosto. Lunghnassadh. Festa di Lug.
-04 Agosto, Festa di Atena.
Coll, 05 Agosto – 01 Settembre:
-05 Agosto, Giorno del Nocciolo.
-10 Agosto, Festa degli Dei.
-13 Agosto, Festa di Diana.
-19 Agosto, Festa di Venere.
-30 Agosto, Festa di Cibele.
Muin, 02 Settembre – 27 Ottobre:
-02 Settembre, Giorno della Vigna.
-03 Settembre, Festa di Iside.
-08 Settembre, Festa di Tyr.
-21 – 23 Settembre Mabon, Equinozio d’autunno. Grane Sabba d’autunno.
-23 Settembre Giorno del Pioppo
-29 Settembre, Festa di Mercurio.
Gort, 30 Settembre – 27 Ottobre:
-30 Settembre, Giorno dell’edera.
-04 Ottobre, Festa del Bosco.
-16 Ottobre, Festa di Astarte.
-20 Ottobre, Festa di Pan.
-22 Ottobre, Festa degli Elfi.
Peith, 28 Ottobre – 24 Novembre:
-28 Ottobre, Giorno del Tiglio.
-31 Ottobre, Grande Sabba di Halloween.
-01 Novembre, Samhain, Calenda, Samonios.
-02 Novembre, Festa degli Antichi Spiriti. Festa di Epona. Festa di Loki.
-11 Novembre, Festa di Sucellus.
-18 Novembre, Festa di Artia o Artio.
Ruis, 25 Novembre – 22 Dicembre:
-25 Novembre, giorno del Sambuco.
-30 Novembre, Festa di Diana.
-03 Dicembre, Festa di Merlino.
-08 Dicembre, Festa d’Inverno dei Quattro Elementi.
-12 Dicembre, Festa degli Gnomi.
-20 Dicembre, Festa di Cernunnos.
-21 – 23 Dicembre, Solstizio d’inverno. Grande Sabba d’inverno.
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