LA Magia della Luna
Sin dai tempi più antichi, la luna era considerata la splendente regina del cielo notturno, una benefica dama luminosa coronata di mille stelle che governava la vita sulla terra.
Onorata nei boschi e nelle radure segrete, invocata dolcemente nel chiarore dei suoi raggi materni, lei ascoltava, offriva silenziosi consigli e benediceva coloro che le si rivolgevano, mostrando il mistero della fluidità, del mutamento e dell’eterno ritorno.
Illuminate dai suoi lucenti riflessi, le nostre antenate calcolavano il tempo osservandola nascere, crescere e adombrarsi, e la incidevano sulla superficie di legnetti, pietre e ossa per sapere sempre in quale momento del ciclo annuale si trovassero. Seguendo il suo ritmo naturale, sanguinavano tutte insieme, e nelle loro calde capanne fatte di terra e acqua cantavano alla sua luce e alla sua ombra, che si specchiavano entrambe nel mistero del loro grembo.
Nelle loro antiche preghiere, nel mito e nella tradizione, la luna “era appellata come “glorioso gioiello”, una “conduttrice divina delle nuvole e delle stelle”, “una lampada celeste” la cui luce brilla sul mondo di sotto, e una “fanciulla - regina che governa le maree” .” Sotto questo aspetto lei era “la Ruota d'Argento, una generosa sovrana dei reami celesti che illumina il mondo durante il suo tempo di oscurità, e il cui potere è grande abbastanza da muovere il possente oceano.”
Anche l’origine del suo nome richiama sempre la luce splendente, l’intenso brillare nel cuore dell’oscurità più fitta. La parola “luna”, deriva infatti dal latino lux, ovvero “luce”, simile all’antico slavo luča, che significa “luce, raggio, luna”. In altre lingue il significato appare simile: nell’antico irlandese la candida dama del cielo era chiamata gelach, dove gelsignifica “chiaro, bianco, luminoso, scintillante”. Gelach era dunque “la bianca”, “la luminosa”, “la splendente”. In Galles, invece, è chiamata ancora oggi lleuad e lloer, entrambi termini originati dalla radice indo-europea leuksna, che richiama la lucentezza, il biancore brillante, e appare spesso in relazione alla luna.
La luna è dunque colei che riluce, un luminoso grembo celeste che veglia e protegge, guida e incoraggia. “Divina, luminosa entità che è sempre mutevole, eppure sempre la stessa, è la regolatrice dei cieli notturni, e un lume che rischiara il nostro sentiero.
Come recita una preghiera tradizionale scozzese:
“Sacra sia ogni cosa che lei illumina” .”
Uno dei frammenti perduti delle antiche tradizioni femminili era vivere secondo i mesi lunari , e dunque in armonia con la luna. Per questo, uno dei modi per recuperare tali frammenti, ri-membrarli e ricucirli insieme, potrebbe proprio essere quello di ri-armonizzarsi alle lunazioni, prenderne coscienza e tornare a vivere seguendo le loro fasi.
Accostandoci al ritmo lunare, osserviamo che lunazione dopo lunazione l’intero ciclo torna a ripetersi sempre uguale e al contempo sempre diverso. Sempre uguale perché tale è la natura della ciclicità, che è circolare e si ripete regolarmente; sempre diverso perché non esistono regole o confini netti e precisi che scandiscono la sua danza di luci e ombre all’interno di un anno solare completo – ovvero dell’arco di tempo che la terra impiega per fare un intero giro intorno al sole. Alcuni anni solari contengono infatti dodici lunazioni, mentre altri ne contengono tredici. La tredicesima luna, misteriosa e preziosa, compare ogni due o tre anni circa, quando la dodicesima termina molto presto rispetto all’andamento delle stagioni, e si manifesta per ristabilire il giusto equilibrio originario.
Il tempo scorre fluido e rotondo, le lune crescono e calano, si illuminano e si adombrano, ci insegnano a fluire insieme a loro, ad essere morbide e percettive, e ci conducono nel cuore del cambiamento, che pur tuttavia ha origine da una sorgente di armonia perenne e immutabile.
Per cominciare a vivere secondo il ciclo lunare è innanzitutto importante stabilire quando cominci e finisca ogni singola lunazione e quale sia la prima luna dell’anno, così da individuare anche tutte le altre ed essere pronte ad accogliere i loro doni e i loro diversi insegnamenti.
Il momento in cui la luna si adombra e infine sparisce dal cielo è il tempo liminale nel quale il ciclo vecchio giunge al termine e quello nuovo ha inizio. In assenza della luna il tempo si ferma, attende, e infine riprende a scorrere quando nel cielo compare nuovamente la sottilissima falce luminosa. Ogni lunazione inizia dunque nel momento di maggiore buio, durante la fase della luna nuova, e termina con la luna nuova successiva.
La prima luna dell’anno lunare, invece, è indicativamente quella che comincia nel periodo in cui il velo tra i mondi si assottiglia, ovvero nell'arco di tempo che nel calendario solare culmina con la festività di Ognissanti – l’antica Samhain – il 31 ottobre/1 novembre. Per calcolarla è quindi sufficiente individuare quale sia la lunazione che comprende, o comincia pochissimi giorni dopo tale festività, che per gli antichi popoli celtici segnava la fine dell’anno vecchio e l’inizio del nuovo.
Individuata la prima luna, e determinate le seguenti, possiamo iniziare a sperimentare le antiche mensilità lunari e a muoverci in armonia con esse.
Ricominciando a vivere secondo il ciclo lunare, come facevano le nostre antenate, possiamo apprendere l’elasticità, la mutevolezza, la fluidità libera che ci porta a scorrere dentro e fuori noi stesse come l’acqua dei ruscelli, ovvero non solo a vivere il cambiamento ma ad essere il cambiamento, pur senza mutare il centro del nostro essere e rimanendo salde nella nostra essenza naturale.
Tornando in sintonia con la luna impariamo a superare e a infrangere in mille pezzi gli schemi rigidi della nostra razionalità, che ci impediscono di abbandonarci alla spontaneità pura, all’istinto e a tutte quelle buone virtù che appartengono alla natura e alla nostra parte più profonda e vera.
Ascoltando la voce della luna possiamo fluire insieme a lei, sentirla crescere e decrescere nel nostro ventre, parlarle con il linguaggio dell’anima e tornare a percepirla dentro noi stesse, come parte di noi. Una parte sacra ed eterna che ci rende piene, complete, e splendenti di candida luce.
Quelle che seguono sono alcune delle attività che possono aiutarci a entrare in armonia con il ciclo lunare:
* creare un Diario della Luna, sul quale annotare la nostra esperienza del vivere secondo il ciclo lunare;
* calcolare e trascrivere sul Diario della Luna le varie lunazioni dell’anno, partendo dalla prima e aggiornandolo regolarmente con intuizioni, esperienze e osservazioni;
* individuare la propria luna di nascita, che può aiutare a comprendere la propria indole naturale;
* tenere a mente il giorno e la lunazione in cui ci troviamo – per esempio “quarto giorno della dodicesima luna” – considerando anche i giorni lunari oltre a quelli indicati sul calendario solare, e annotarlo al posto della data quando scriviamo sul nostro diario;
* prestare attenzione alle differenti energie delle lunazioni e al modo in cui influiscono su di noi;
* dare dei nomi ad ogni lunazione in base alle sue caratteristiche e al tempo stagionale in cui si sviluppa;
* vestirsi usando colori e simboli associati alla lunazione che si sta vivendo;
* leggere e raccogliere storie, fiabe e miti riguardanti le divinità associate alla luna e alle diverse lunazioni che si manifestano nel corso dell’anno;
* osservare il nostro ciclo mestruale e ascoltare ciò che accade nel nostro ventre in relazione alle fasi della luna;
* osservare spesso la luna, in ogni sua fase, e meditare su di essa;
* festeggiare la luna piena e la luna nuova nel modo che si sente più adatto, magari accendendo candele bianche in occasione dei pleniluni e nere durante i noviluni.
Il tempio della Ninfa
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