domenica 1 marzo 2015

Custodisco la vita è la guarigione...

Ricordate la Donna Antica.. Ricordate chi siete..

mercoledì 25 febbraio 2015

Incantesimo di pulizia e purificazione

Potrete impiegarlo ogni volta che ne avrete bisogno, ma sarà particolarmente efficace durante la luna calante o nuova.
Formula veloce :
1/2 tazza di sale marino e 1 tazza di sali inglesi da aggiungere all'acqua di un bagno  caldo.Accendete una candela bianca, immergetevi nella vasca e rilassatevi.

Formula classica :
Preparatevi una pozione aggiungendo le seguenti erbe a una casseruola con 5 tazze d'acqua.
1/8 di tazza di Valeriana
1/8 di tazza di lavanda
1/8 di tazza di angelica
1/8 di tazza di calendula
1/4 di tazza di consolida
1/4 di tazza di issopo
Portate a ebollizione, abbassate la fiamma e cuocere a fuoco lento per venti minuti, mescolando in senso orario ogni 5 minuti.Filtrate le erbe e versate il decotto in una vasca piena di acqua tiepida. Aggiungete
3 gocce di olio di garofano,
5 garofani,
2 gocce di olio di eucalipto
1 tazza di sali inglesi.
Disponete le erbe che avete filtrato attorno a una candela bianca e accendetela. Enunciate ciò da cui desiderate purificarvi come, ad esempio, la solitudine, il dolore, la mancanza di fiducia in voi stessi, lo stress, la malattia, la confusione o qualsiasi altra emozione o situazione negativa. Chiedete l'aiuto purificatore dell'acqua e della terra e del potere divino che risiede dentro di voi e intorno a voi. Potete anche chiedere la benedizione di una divinità particolare, come Igea, Afrodite, Cerridwen, la fata Morgana o Yemanja.
Immergetevi nella vasca. Chiudete gli occhi e respirate profondamente, lasciando che le tensioni abbandonino sia muscoli che la mente. Visualizzate le preoccupazioni, i problemi e le emozioni negative che fluiscono via da voi. Osservate come il potere della pozione li attira fuori dal vostro corpo. Quando vi sentite rinfrancate e rinnovate,e comunque prima che l'acqua si raffreddi, uscite dalla vasca e visualizzate tutte le preoccupazioni che scivolano via nello scarico insieme all'acqua. Mettete la candela nel lavandino o in un altro punto,dove potrà consumarsi in tutta sicurezza. Ringraziate gli elementi e il divino che sono sempre con voi. Potete concludere la purificazione con una tazza di camomilla dalle proprietà calmanti. Vestitevi di bianco per le successive 24 ore. Usate le erbe come fertilizzante per le vostre piante oppure spargetele in un prato, dove potranno essere riciclate dalla terra. Ripetete questo rituale ogni volta che ne avrete bisogno.

Phyllis curott

martedì 24 febbraio 2015

24 febbraio, Giorno Europeo della Memoria Pagana.

Piccolo rituale, per chi desiderasse onorare i pagani morti durante le persecuzioni e ha il solo mezzo di farlo dalla propria abitazione!

Vesta - Hestia era Dea del focolare, vitale e sentita nella fiamma del tempio o della singola abitazione. 
Il fuoco di Vesta era curato dalle Sacerdotesse della Dea, le Vestali. Il giorno 24 febbraio 391, Teodosio emanò l' editto di condanna delle pratiche pagane. 
Per tale motivo il fuoco di Vesta che doveva ardere eternamente a Roma fu spento.
Data il valore sacro del fuoco in tutte le religioni pagane, è stato scelto questo evento a simbolo dei primi tentativi di eliminazione delle religioni pagane.
In questa data, dal 2006, si ricorda il grande olocausto che è quasi impossibile stimare, ma pare si aggiri attorno ai 55 milioni di persone in 500 anni di persecuzioni.
Anche animali furono vittime di questa enorme carneficina.
A ricordo delle vittime, di cui spesso si fa menzione solo accennata nei libri di storia,Molte delle quali non erano streghe,ma spesso solo donne o persone di bassa cultura ma dotate di conoscenze tramandate, venne istituito il Giorno Pagano Europeo della Memoria.
Chi volesse potrà ricordare le nostre sorelle e fratelli accendendo il fuoco nel calderone o un lumino rotondo (il cerchio era simbolo di Vesta) accennando una preghiera. 
Per chi lo desidera può seguire il rituale postato sotto.

Enunciare:

O Vesta,
benvenuta, 
questa casa sia il tuo tempio 
oltre il tempo e lo spazio,
O Vesta, il tuo nome rifulge, brillante
la luce del tuo fuoco è stata spenta
ma la tua luce eterna brucia di ardore nel cuore di chi ti segue.
Siamo qui per onorarti e commemorare
le nostre sorelle 
i nostri fratelli
che nel dolore
in epoca lontana 
hanno subito condanna.
Sia questo luogo tuo Sacro tempio
Questo fuoco sia energia
questo incenso
dolce aroma
di omaggio a te
di dono a loro 
per ricordare il loro sacrificio
per rammentare e onorare il calore del tuo amore....

Accendere la candela o il fuoco del calderone 

Nel mio petto segnerò col fuoco i segni sacri alla Dea.
Inni inneggerò alla Luna e incanti siglerò nella notte,
con danze e melodie:
Sono pagana e pagana sarà il mio nome.
Condanna all' eresia e all' inferno,
tra le fiamme della mia stessa passione,
di quell' arte tramandata per cui sono stata giudicata
Vola la mia anima in questa notte invernale portata dai venti
alla luce delle stelle
e giunge al tuo cuore
alla tua mente 
a te che non mi ha scordato. 
Mi hai conosciuta in libro
alla luce della conoscenza
tra vecchie formule
senza sapere il mio nome 
senza vedere il mio volto
mi chiami sorella e una candela hai acceso
perchè il mio ricordo non svanisca
tra i fumi del tempo...

Lasciare bruciare il fuoco o la candela e donare i resti alla natura all' ingresso di casa o in un vaso quando saranno raffreddati.

Strega Fata degli Incanti

domenica 22 febbraio 2015

giovedì 19 febbraio 2015

Il Nuovo Tempo

Fino a quel giorno avevamo vissuto in pace. Noi donne, sorelle di sangue e di spirito.
E avevano vissuto in pace i nostri uomini, legati a noi da vincoli di parentela e di amore, eppure liberi, così come libere eravamo noi, che mantenevamo l’armonia e l’equilibrio nei nostri clan.

Fino a quel giorno, ogni ora, ogni momento, ogni ciclo stagionale, erano trascorsi nella gioia e nella condivisione. I nostri uomini passavano molto tempo in mare, nelle lunghe imbarcazioni a forma di mezzaluna. Pescavano per noi, e noi coltivavamo la madre terra con i semi che Lei ci aveva donato all’inizio dei tempi, quando in forma di Donna Antica era giunta dalle acque salmastre con le mani colme di piccoli granelli scuri.

Figlie mie, donate alla Terra questa sacra semenza, dissetatela con la sacra acqua e lasciate che il sacro Sole la scaldi, e che la sacra Luna, vostra Madre e Sorella, regoli il suo germogliare.
Da questi sacri grani verrà il vostro nutrimento.”

Così, avevamo fatto ciò che la Donna Antica aveva detto, e in pochi cicli lunari le foglie verdi si erano innalzate dalla terra, e frutti, verdura, grano ed erbe mediche erano maturate al Sole e alla Luna.
Fino a quel giorno avevamo svolto i nostri rituali segreti nelle capanne di terra e acqua. Avevamo acceso i fuochi, danzato nude sotto la luna, ci eravamo bagnate nel mare, recandogli Doni per ciò che lui donava a noi. Avevamo celebrato il sangue e la nascita, l’amore e la morte.
Avevamo cantato per la Luna, osservato il cammino delle stelle. Avevamo misurato il tempo e innalzato pietre, avevamo cotto il pane e preparato sacchetti di medicina.
Avevamo amato i nostri uomini, che ci amavano e ci accarezzavano la pelle con baci e fiori.
Avevamo amato i nostri figli che come fiori erano sbocciati dal nostro grembo fecondo, pieno come la Luna, nostra Madre e Sorella.
Fino a quel giorno avevamo gioito. Gioito pienamente della Vita.

E poi giunsero loro. 
Le Anziane lo avevano predetto. Un’ombra scura aveva attraversato il loro sguardo, la loro fronte si era corrugata e il loro cuore aveva tremato. Leggendo nel fumo e nelle braci, le Anziane avevano capito che il mondo sarebbe cambiato, e che il Tempo era giunto.
Quel giorno li vedemmo apparire sulla linea luminosa che divide l’oceano dal cielo. Cupi e neri come demoni terribili, spegnevano con il loro avvicinarsi la luce che fino ad allora aveva vegliato sulle nostre fronti scurite dal Sole.
Parevano lontani, eppure per quanto tempo ci misero a raggiungere la riva, a noi non sembrò che un istante. 
Ormeggiarono quelle navi grandi e spaventose e si buttarono sulle sacre spiagge, urlando e ridendo in un modo che ci sembrò subito diverso dal modo di urlare e ridere che avevamo noi. Non c’era luce nelle loro risa, ma solo foga e volgarità. Non c’era grazia selvaggia nelle loro urla, ma solo orrore e ferocia.

I primi giorni che trascorsero sull’Isola rimasero vicini alle loro imbarcazioni, e qualcuna di noi, spinta da una vana, quanto bramosa, speranza, disse che non ne avremmo avuto male, che presto sarebbero ripartiti e che tutto sarebbe tornato alla normalità. Che, forse, le Anziane avevano sbagliato.
Ma nemmeno loro credevano alle proprie parole. Le Anziane non sbagliavano mai.

Così il Tempo giunse. E noi conoscemmo ciò che non avevamo mai conosciuto.
La nostra terra cominciò ad essere sfruttata, i nostri corpi di Donne belle e sacre vennero profanati, i nostri uomini vennero costretti a lavorare nelle miniere o nelle piantagioni dei loro padroni. Loro, che non avevano mai saputo cosa fosse un padrone.
Si diffusero malattie delle quali non avevamo mai conosciuto l’esistenza, e per le quali non avevamo alcuna medicina. L’ombra viveva davanti al nostro sguardo, e i nostri occhi conobbero la rovina e la disperazione.
Peggio delle malattie che quegli uomini riversarono su di noi e sulla nostra sacra terra, vi era un sentimento oscuro e furente che cresceva nei nostri cuori, e che nessuna di noi aveva mai conosciuto. Un sentimento che ci scavava dentro e che non sapevamo come guarire.
Così alcune di noi parlarono alle Anziane e innalzarono preghiere alla Donna Antica per chiederle aiuto.

Anziane Madri, diteci, cos’è questa tenebra oscura che ci cresce dentro? Cosa ci divora nel cuore e ci rende cupe e accigliate?
Abbiamo udito gli invasori nominare l’odio. È forse questo il nome con cui viene chiamata la tenebra nel loro mondo di distruzione?
Eppure, come possiamo non nutrire la tenebra davanti ai loro sacrilegi?
Come possiamo non cedere alla sua oscurità quando penetrano i nostri corpi con furia e violenza?
Come possiamo non desiderarla quando penetrano i corpi delle nostre figlie e delle nostre madri,
quando distruggono i nostri altari e bruciano le nostre case?
Come possiamo non assecondarla quando rubano i nostri uomini e li portano a lavorare e morire nei buchi che loro hanno scavato nella sacra terra, per rubarle i suoi tesori?

Le Anziane stavano sedute in cerchio, nel silenzio. Era la prima volta che non ci sorridevano rassicuranti, donandoci con amore la risposta alle nostre domande.
Ci guardarono… ma rimasero in silenzio.

Il fuoco crepitava, caldo e luminoso, e le scintille salivano verso il cielo punteggiato di stelle, portando alla Donna Antica la nostra preghiera.
Una delle Anziane sollevò lo sguardo dalle braci ardenti, e parlò.

Figlie mie, Resistete. Il Tempo del Cambiamento è giunto e il peso che dovete sopportare nel vostro spirito è grande e tenterà di schiacciarvi, sottraendovi l’Amore, l’Armonia e la Bellezza nelle quali siete state plasmate il giorno in cui la Donna Antica vi partorì dal suo grembo.
Resistete, Figlie, nel buio e nello smarrimento. Resistete.
Non lasciate che la malattia dell’invasore attanagli il vostro spirito, consumandovi e trascinandovi nella sua tenebra, perché così facendo gli darete vittoria.
Combattete invece, preservando tutto ciò che è sacro sin dall’inizio del Tempo.
Difendete voi stesse e i vostri figli. Difendete le vostre madri e i vostri uomini.
Difendete la vostra terra e i sacri principi che hanno regolato le vostre vite armoniose.
Difendete il vostro spirito dalla tenebra. Lei non vi appartiene, né mai vi apparterrà.
Non arrendetevi all’invasore. Non ascoltate la parola di chi vuole oscurare il vostro spirito luminoso. Non credete a chi giudicherà impuri i vostri sacri corpi, e vorrà insegnarvi il timore, la fede e il pentimento.
Voi sapete chi siete. Ricordate.

Riunitevi in Società segrete, dove potrete ritrovare la forza l’una nell’altra. Perché la vostra forza proviene dalla Donna Antica, e nessuna tenebra può scalfirla, né alcuna malattia può contaminarla.
Riunitevi, Figlie, così che ogni smarrimento svanisca alla luce della vostra unione. E ognuna di voi saprà che, anche nei momenti più terribili, non sarà mai sola.
Preservate la vostra sacra Tradizione e Ricordate la Donna Antica.
Ricordate chi siete, e nessuna ombra potrà possedervi.

Resistete e Ricordate.
E se tutto sarà perduto, Tessete di nuovo la vostra antica Tela.
Resistete e Ricordate.”

***

L’Anziana tacque, mentre le ultime scintille si libravano dalle braci ardenti. Lei e le altre Sorelle ci guardarono e ci sorrisero con un amore che non avevamo mai visto.
Il loro sguardo non era rassicurante, ma nei loro occhi c’era una luce nuova. Una luce che avevamo dimenticato. La luce della speranza.

Da quel giorno, noi Resistiamo. Ricordiamo e Resistiamo.
E anche nella tenebra più oscura, quando la nostra forza vacilla,
Ricordiamo chi siamo.
E sappiamo che non siamo mai sole.

***

Nota:

Il testo è ispirato da “Le Figlie della Donna di Rame”, di Anne Cameron, e dalle ricerche di Heide Goettner-Abendroth, inerenti in particolare alle invasioni degli Europei nelle terre lontane dell’America e del Canada.
Ogni Donna dallo spirito antico è uguale a quelle terre, ovunque lei sia, ovunque sia nata o nascerà.
Noi tutte siamo terra devastata che attende la Guarigione, che solo dentro di noi possiamo ritrovare.

Fonti:

Le Figlie della Donna di Rame, Anne Cameron, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2000
Le società matriarcali, Heide Goettner-Abendroth, Venexia, Torino, 2013

Testo di Violet. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso scritto dell'autrice e senza citare la fonte.

La Raccoglitrici di Bellezza

Esisteva, un tempo, una bellissima fanciulla, che percorreva le vie più segrete e inviolate del mondo alla ricerca della bellezza. Portava abiti semplici e di fattura antica, ai piedini calzava un paio di graziosi zoccoletti, e allacciato in vita teneva un fine grembiule di lino.
Camminando senza mai stancarsi, la fanciulla cercava le infinite visioni della divina bellezza, che nascevano nei luoghi in cui la natura era rimasta pura, vergine e rigogliosa, e ogni volta che ne incontrava una se ne lasciava incantare dolcemente, si offriva alle sue gioiose emanazioni, si riempiva il grembo della sua magia, e in cambio le offriva un caldo sorriso, ringraziandola con amore.

La fanciulla camminava e camminava, e nell’infinito tempo del sogno raccoglieva la bellezza dentro se stessa, ovunque la trovasse… un florido frutteto pieno di meli in fiore, una brezza fresca che faceva fremere le foglie, un delicato bucaneve sbocciato al margine di un sentiero innevato, il silenzioso volo di una civetta fra le luminose stelle del cielo, un raggio di luna riflesso sulle calme acque di un lago di montagna, il cinguettio vivace di un’allodola, il gorgogliare argentino di un ruscello fra le rocce coperte di muschio, i tralci verde scuro dell’edera abbracciata a un vecchio faggio, il piumaggio turchino di un martin pescatore sulla superficie di un torrente, le bacche scarlatte di una grande rosa selvatica, il canto potente delle onde del mare, e tanti altri tesori partoriti da Madre Natura.
Piena di gioia e di armonia, la fanciulla camminava e raccoglieva. Si donava alla bellezza, la custodiva amorevolmente e sempre ne preservava il ricordo. E più la bellezza la riempiva più lei diventava bella, radiosa e felice. Più la bellezza la trasformava, più lei se ne faceva luminoso riflesso vivente.
Così, il bosco viveva in lei, la luna viveva in lei, l’acqua, i fiori, il fuoco, gli alberi, il vento, il mare vivevano in lei, e tutta la divina armonia viveva in lei, riempiendola di luce.
I suoi passi imprimevano tracce dorate sul sentiero della vita, il suo sorriso splendeva come un raggio di sole, i suoi occhi brillavano come le stelle, e sempre la fanciulla raccoglieva…
E nell’infinito tempo del sogno portava la bellezza nel mondo.

***

Raccogliere la bellezza significa lasciarsi incantare dall’armonia naturale, farsene invadere e riempire fino a sentirla vivere dentro di sé, fino a ricongiungersi ad essa in una gioiosa ed estatica comunione. 
Coltivando la capacità di aprirsi ad accogliere le infinite visioni armoniose che nascono da Madre Natura, diventa sempre più spontaneo offrirsi alla bellezza, commuovendosi e abbandonandosi ad essa senza alcun limite e sentendola risuonare nell’intimo del proprio grembo, ovvero in quell’intimità riposta che nella donna rappresenta la parte più magica e adatta a raccogliere e contenere il divino.
Ascoltando la natura con la pancia, lasciandosi ispirare dalle sue incantevoli emanazioni perché ci riempiano di dolcissimo e travolgente amore, ci si rende ad essa simili, e si trasforma il grembo in un luminoso calderone traboccante di di bellezza. Una sorgente inesauribile alla quale potremo attingere ogni volta che vorremo.

***

Ogni volta che, camminando nella natura, incontrate qualcosa che vi incanta profondamente e vi trasmette sentimenti d’amore, di tenerezza o di intensa emozione, dedicate a questa visione qualche istante. Lasciatevi pervadere dalla sua purissima bellezza, abbandonatevi senza trattenervi a ciò che vi suscita nell’anima, lasciate che canti dentro di voi e sentitela con la pancia, in modo istintivo e spontaneo. Offritevi ad essa, fatevi trasformare dalla sua magia armonizzante e rigenerativa, e raccoglietela in voi, riponendo il suo vivo ricordo nel grembo. In questo modo essa continuerà a vivervi dentro, risvegliandosi e incantandovi ogni volta che ne ravviverete la memoria.

Raccogliendo la bellezza ovunque la si incontri, ripetutamente e con amore incondizionato, si può ridestare l’antica armonia in noi stesse, sentendo nascere e rinascere tutta la florida natura nell’anima e nel grembo. Così si potrà, ogni giorno di più, nutrirsi di bellezza, amarsi nella bellezza, ubriacarsi di bellezza... e divenire donne gravide di bellezza

***

Soffiava una brezza leggera, che sembrava intonare un canto antico. Respirando profondamente, la fanciulla "sentì" il bosco intorno a lei. Per un momento breve, le sembrò di essere il vento invernale che la accarezzava dolcemente con mani fredde e pulite; e poi l'acqua del ruscello che gorgheggiava ininterrottamente, e le nuvole che danzavano nel cielo. Era come sentire tutto il bosco dentro di sé, e la fanciulla seppe che quello era un messaggio che le veniva inviato da qualcuno, un messaggio di felicità e di armonia.”

(...) Dentro di noi c'è tutto, c'è il bosco, ci sono l'aria ed i fiumi. Basta saperlo trovare, basta sentirlo e farlo vivere in noi.”

(Barbara Fiore, La Signora dell’antica Casa, Edizioni della Terra di Mezzo)

***

Dedico questo breve scritto alla donna che, anni fa, dopo una meravigliosa giornata immersa nell’incanto della natura, mi ha detto: “Ora puoi tenere tutto questo nella pancia. Tienilo nella pancia, e potrai ritrovarlo ogni volta che vorrai.”

Testo di Violet. E' concessa e incoraggiata la diffusione, sempre specificando il nome dell'autrice e citando la fonte. Grazie