Questo post fa parte del Calendario Festività Pagane
Il 6 Gennaio si festeggia la festa di Pertcha.
Perchta, Berchta o Berta in area germanica era il corrispettivo femminile del dio celtico Cernunnos. Era la dea che vegliava sulla natura e sugli animali. Infatti era anche chiamata Signora delle bestie.
La sua figura era molto simile a quella della dea Holda, venerata principalmente nella Germania del Nord. Entrambe le divinità si mostravano agli uomini nei giorni tra il Natale e l’Epifania, quando l’oscurità sembrava prevalere sulla luce e il confine col mondo degli spiriti si assottiglia. La sua figura è spesso associata alla Dea Holla di cui si festeggia la festa proprio il 6 Gennaio.
In quel periodo, nella profondità dei boschi, i cacciatori si potevano imbattere nel suo corteo, costituito da animali selvaggi, elfi e anime. Per quanto la leggenda di Perchta-Holda sia tipicamente nordica, essa era conosciuta anche in area mediterranea. Basti pensare alla novella Nastagio degli Onesti del Decamerone di Boccaccio e al canto dantesco di Pier delle Vigne. In effetti il mito presenta analogie con la figura di Diana-Artemide. Forse anche l’antico adagio quando Berta filava… ha legami con la leggenda di Perchta, che proteggeva le donne che filavano la lana.
Ancora negli anni Trenta, in Germania era viva l’usanza di confezionare nel periodo natalizio dei pani a forma di treccia, che i bambini lasciavano nei boschi per ingraziarsi la dea.
Perchta significa splendente: per questo a volte è rappresentata bella e bianca come la neve.
Sembra che il suo culto fosse legato alla rigenerazione della natura e al ritorno della luce, infatti è proprio tra Natale e l’Epifania che la durata del giorno riprende a crescere.
Tuttavia non mancano racconti che la dipingono vecchia e brutta, tanto che in alcune parti dell’arco alpino è assimilata alla Befana. Alcuni hanno voluto vedere in questa tradizione l’influsso del Cristianesimo, che mirava a screditare gli antichi culti pagani.
citazione
Si racconta nella Valcanale di una vecchia vestita di stracci, ricoperta di pelli di animali, con alcuni campanacci sulle spalle che appariva nella notte dell'Epifania e rapiva i bambini, oppure si faceva consegnare lardo, oppure gnocchi.
Il suo nome era Perchta. Negli antichi canti del Nord Europa si narrava tanto tempo fa di un'altra dea o regina Bertha, che custodiva i bambini ed a questo riguardo era nota la storia di una mamma, a cui era morto il proprio bambino e sempre piangeva e si disperava.
Passavano i giorni, i mesi e lei non riusciva a darsi pace, finché venne la notte dell'Epifania e la mamma si sentì chiamare fuori dall'uscio.
Con grande stupore vide una bellissima signora che precedeva un lungo corteo di bambini festanti.
Molto indietro però restava un bimbo, che seguiva arrancando e trasportando un grande otre pieno d'acqua. Quando la povera figurina zuppa fu vicina, mamma e bimbo si riconobbero ed il figlio disse "Mamma, non piangere più, non riesco a portare tutte queste lacrime, io sto bene qui".
Da quel giorno la mamma più non pianse ed attese tutte le notti d'Epifania per spiare dall'uscio il passaggio della Pertha e del suo bambino.
Passavano i giorni, i mesi e lei non riusciva a darsi pace, finché venne la notte dell'Epifania e la mamma si sentì chiamare fuori dall'uscio.
Con grande stupore vide una bellissima signora che precedeva un lungo corteo di bambini festanti.
Molto indietro però restava un bimbo, che seguiva arrancando e trasportando un grande otre pieno d'acqua. Quando la povera figurina zuppa fu vicina, mamma e bimbo si riconobbero ed il figlio disse "Mamma, non piangere più, non riesco a portare tutte queste lacrime, io sto bene qui".
Da quel giorno la mamma più non pianse ed attese tutte le notti d'Epifania per spiare dall'uscio il passaggio della Pertha e del suo bambino.
Curiosità su Pertcha
Un’antica Dea Madre sopravvissuta nella moderna Germania, Svizzera e Austria sotto il nome di donna cervo.
Essa ha fama di render fertili i campi e favorire la nascita di vitelli forti.
Si dice che la si può talvolta vedere mentre aleggia sui campi per nutrirli, con il suo mantello bianco che assomiglia a una nebbiolina diffusa.
Naturalmente c’è anche la faccia negativa della medaglia: la Dea non sopporta la pigrizia, ispeziona con cura conocchie e arcolai, cercando i pezzetti di lana sciupati; se ne trova, graffia la tessitrice colpevole oppure ancor peggio, le apre la pancia e la imbottisce con gli avanzi di lana.
Essa stessa, tuttavia, ha un aspetto piuttosto trasandato, con i lunghi capelli scarmigliati e le vesti logore. La sua faccia è rugosa come una mela ma i suoi occhi sono belli; il periodo dell’anno che preferisce è quello dei dodici giorni di Natale, che culminano nel giorno di Perchta, quando tutti mangiano le torte di farina e latte in suo onore lasciandone qualche fetta per lei; essa verrà segretamente a gustarle ma se qualcuno cercherà di spiarla o di sorprenderla mentre mangia si troverà cieco per tutto l’anno.
Fonti:
http://antrodellamagia.forumfree.it/
www.turismoruralefvg.it
www.warlandia.it/
La Vecchia Perchta
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