“Il mondo è mutato. Un tempo un viaggiatore, se aveva la volontà e conosceva qualche segreto, poteva avventurarsi con la barca nel Mare dell’Estate e giungere non già a Glastonbury dei monaci, ma all’Isola Sacra di Avalon; allora le porte tra i mondi fluttuavano con la nebbia e si aprivano al volere del viaggiatore. Perché questo è il grande segreto, noto a tutti gli uomini colti del nostro tempo: con il nostro pensiero, noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda.”
Marion Zimmer Bradley, Le nebbie di Avalon
domenica 29 dicembre 2013
La fanciulla di neve Snegurochka o Snegurka.
Leggende Russe - La fanciulla di neve Snegurochka (o: «Snegurka»)
La fata Primavera non vuole porre fine all'inverno: agli uccelli confessa di non voler abbandonare Snegurocka, la figlia avuta dal vecchio Inverno. Iarilo, il sole, condanna per gelosia la bimba a morire se mai si innamorerà di un uomo. Inverno teme che il Sole infonda sentimenti d'amore nel cuore della figlia, tali da fondere il suo cuore fatto di ghiaccio. Per evitarlo, la nasconde nella casa di un contadino che abita all'entrata del villaggio dello zar Berendej.
Lasciata dunque la foresta dove viveva sola, Snegurocka si trasferisce nella nuova casa, ma non è felice, e per distrarla, Kupava, la sua migliore amica, la invita alle proprie nozze e le presenta Mizguir, il fidanzato. Questi si invaghisce subito di Snegurocka e abbandona Kupava, che si rivolge allo zar per averne protezione. Berendej interroga la figlia dell'Inverno, che risponde di non amare nessuno,e, non sapendo come conciliare le due giovani donne, le invita alla festa di propiziazione della fine dell'inverno. Durante la festa la fanciulla di neve resta immobile immersa nella sua tristezza glaciale; Kupava invece accetta l'amore di un pastore che desidera sposarla. A sera Mizguir confessa il suo amore alla figlia di Primavera che ne resta colpita, tanto da tornare nei boschi a supplicare la madre di farle dono dei sentimenti d'amore. La fata Primavera appare portando una ghirlanda di fiori per la figlia: la giovane sente mutare dentro di sé qualcosa e va incontro a Mizguir. Un sentimento nuovo, un'emozione mai provata prima, spinge la fanciulla ad accettare la proposta di matrimonio. Sulle nozze che si stanno per celebrare, Mizguir invoca la benedizione dello zar, ma un raggio di sole, simbolo dell'amore, colpisce la fanciulla che, sciogliendosi, scompare. Il giovane disperato e affranto dal dolore si getta nel lago. Dissoltasi la figlia del gelido Inverno, il sole ricomincia a splendere.
(weB)
La fata Primavera non vuole porre fine all'inverno: agli uccelli confessa di non voler abbandonare Snegurocka, la figlia avuta dal vecchio Inverno. Iarilo, il sole, condanna per gelosia la bimba a morire se mai si innamorerà di un uomo. Inverno teme che il Sole infonda sentimenti d'amore nel cuore della figlia, tali da fondere il suo cuore fatto di ghiaccio. Per evitarlo, la nasconde nella casa di un contadino che abita all'entrata del villaggio dello zar Berendej.
Lasciata dunque la foresta dove viveva sola, Snegurocka si trasferisce nella nuova casa, ma non è felice, e per distrarla, Kupava, la sua migliore amica, la invita alle proprie nozze e le presenta Mizguir, il fidanzato. Questi si invaghisce subito di Snegurocka e abbandona Kupava, che si rivolge allo zar per averne protezione. Berendej interroga la figlia dell'Inverno, che risponde di non amare nessuno,e, non sapendo come conciliare le due giovani donne, le invita alla festa di propiziazione della fine dell'inverno. Durante la festa la fanciulla di neve resta immobile immersa nella sua tristezza glaciale; Kupava invece accetta l'amore di un pastore che desidera sposarla. A sera Mizguir confessa il suo amore alla figlia di Primavera che ne resta colpita, tanto da tornare nei boschi a supplicare la madre di farle dono dei sentimenti d'amore. La fata Primavera appare portando una ghirlanda di fiori per la figlia: la giovane sente mutare dentro di sé qualcosa e va incontro a Mizguir. Un sentimento nuovo, un'emozione mai provata prima, spinge la fanciulla ad accettare la proposta di matrimonio. Sulle nozze che si stanno per celebrare, Mizguir invoca la benedizione dello zar, ma un raggio di sole, simbolo dell'amore, colpisce la fanciulla che, sciogliendosi, scompare. Il giovane disperato e affranto dal dolore si getta nel lago. Dissoltasi la figlia del gelido Inverno, il sole ricomincia a splendere.
(weB)
Leggende
La leggenda della Luna
Tempo fa lessi di una leggenda riguardante la luna su libro di Scott Cunnigham “Il libro delle Ombre”, questa leggenda è strettamente legata al Dio Cernunno e alla Dea Diana, rispettivamente Dio Sole, Dea Luna.
In un tempo dove la Dea Diana andava alla ricerca dei misteri da scoprire e da risolvere, un giorno volle scoprire anche quello della morte, cosi quando l’inverno giunse di nuovo sulla terra e Dio Cernunno morì, Diana decise di seguirlo per capire come funzionasse la morte, cosa c’era di bello o di brutto in quel mondo. Mentre si accingeva ad entrare nel portale che porta al mondo dei morti il guardiano dei portali la fermò e la sfidò dicendogli:
“Spogliati dei tuoi indumenti e deponi tutti i tuoi gioielli, poiché nulla potrai portare in questa terra”.
Così Diana consegnò la sua corona a forma di mezza luna e la pietra di luna, si tolse i suo braccialetti smeraldo dalle caviglie e dai polsi, gli orecchini di perla, la collana di stella dal collo, la cintura sacra dal corpo e il velo di nebbia che l’avvolgeva, tutte le cose che lei di più amava e che in quel momento, come tutti coloro che entravano nel Regno dei morti, dovevano lasciare.
La sua immensa bellezza era irradiante tanto che anche il Dio Cernunno si inginocchio ai suoi piedi e li bacio dicendogli:
“Benedetti siano i tuoi piedi che ti hanno portata fin qui. Rimani con me, permettimi di porre la mia fredda mano sul tuo cuore”
La dea Diana rispose chiedendogli:
“Perché dai vita a tutto ciò che amo e poi ti diletti a svanire e morire?
“ Diana” rispose il Dio “non ho potere contro il tempo e il fato. Il tempo avvizzisce ogni cosa, ma quando l”uomo alla fine della sua vita muore, io gli do pace, riposo e la forza di ritornare. Ma tu, tu sei meravigliosa. Non tornare e resta con me”.
La Dea Diana restò per tre giorni e tre notti, mentre la Luna divenne oscura ed invisibile. Il Dio le insegnò i misteri della morte e amandosi e unendosi, si fusero l’uno nell’altra diventando uno.
Scott Cunnigham scrive in questo libro delle bellissime parole, molto significative che ci fanno capire che la magia è in tutto ciò che ci circonda anche nella morte.
“Poichè vi sono tre grandi misteri della vita: l’Amore, la Morte, la Rinascita. La magia li controlla tutti e tre, affinché l’amore si compia , dobbiamo tornare nello stesso luogo e tempo delle persone che abbiamo amato, ricordarle e rianimarle, ma per rinascere dobbiamo morire ed essere pronti a entrare in un nuovo corpo, per morire dobbiamo nascere, ma senza l’amore questo non può avvenire. Ecco perché tutto è magia”.
(web)
Tempo fa lessi di una leggenda riguardante la luna su libro di Scott Cunnigham “Il libro delle Ombre”, questa leggenda è strettamente legata al Dio Cernunno e alla Dea Diana, rispettivamente Dio Sole, Dea Luna.
In un tempo dove la Dea Diana andava alla ricerca dei misteri da scoprire e da risolvere, un giorno volle scoprire anche quello della morte, cosi quando l’inverno giunse di nuovo sulla terra e Dio Cernunno morì, Diana decise di seguirlo per capire come funzionasse la morte, cosa c’era di bello o di brutto in quel mondo. Mentre si accingeva ad entrare nel portale che porta al mondo dei morti il guardiano dei portali la fermò e la sfidò dicendogli:
“Spogliati dei tuoi indumenti e deponi tutti i tuoi gioielli, poiché nulla potrai portare in questa terra”.
Così Diana consegnò la sua corona a forma di mezza luna e la pietra di luna, si tolse i suo braccialetti smeraldo dalle caviglie e dai polsi, gli orecchini di perla, la collana di stella dal collo, la cintura sacra dal corpo e il velo di nebbia che l’avvolgeva, tutte le cose che lei di più amava e che in quel momento, come tutti coloro che entravano nel Regno dei morti, dovevano lasciare.
La sua immensa bellezza era irradiante tanto che anche il Dio Cernunno si inginocchio ai suoi piedi e li bacio dicendogli:
“Benedetti siano i tuoi piedi che ti hanno portata fin qui. Rimani con me, permettimi di porre la mia fredda mano sul tuo cuore”
La dea Diana rispose chiedendogli:
“Perché dai vita a tutto ciò che amo e poi ti diletti a svanire e morire?
“ Diana” rispose il Dio “non ho potere contro il tempo e il fato. Il tempo avvizzisce ogni cosa, ma quando l”uomo alla fine della sua vita muore, io gli do pace, riposo e la forza di ritornare. Ma tu, tu sei meravigliosa. Non tornare e resta con me”.
La Dea Diana restò per tre giorni e tre notti, mentre la Luna divenne oscura ed invisibile. Il Dio le insegnò i misteri della morte e amandosi e unendosi, si fusero l’uno nell’altra diventando uno.
Scott Cunnigham scrive in questo libro delle bellissime parole, molto significative che ci fanno capire che la magia è in tutto ciò che ci circonda anche nella morte.
“Poichè vi sono tre grandi misteri della vita: l’Amore, la Morte, la Rinascita. La magia li controlla tutti e tre, affinché l’amore si compia , dobbiamo tornare nello stesso luogo e tempo delle persone che abbiamo amato, ricordarle e rianimarle, ma per rinascere dobbiamo morire ed essere pronti a entrare in un nuovo corpo, per morire dobbiamo nascere, ma senza l’amore questo non può avvenire. Ecco perché tutto è magia”.
(web)
La Stregoneria
LA
STREGONERIA
La
stregoneria è sempre stata una religione di poesia, non di teologia.
I miti, le leggende e gli insegnamenti sono visti perlopiù come
metafore di “ciò che non può essere detto”, di quella realtà
assoluta che le nostre menti limitate non potranno mai conoscere
appieno. I misteri dell'assoluto non possono mai essere spiegati,
solo sentiti o intuiti. I simboli e gli atti rituali vengono usati
per generare stati alterati della coscienza, nei quali vengono
rivelate intuizioni che vanno al di là delle parole. Quando parliamo
dei “segreti che non possono essere rivelati”, non vogliamo dire
semplicemente che ci sono regole che ci impediscono di parlare
liberamente; vogliamo invece dire che la conoscenza interiore non può
assolutamente essere espressa a parole; può essere trasmessa
solamente tramite l'esperienza, e nessuno può decretare che tipo di
intuizione una persona possa trarre da una determinata esperienza.
(…)*
E’
anche considerata un insieme di pratiche magiche e rituali antichi o
personali, ma questo
termine
nel corso dei secoli ha assunto diverse valenze negative collegata a
forze occulte e etichettate
in maniera dispregiativa.
Dal
punto di vista del Neopaganesimo la stregoneria è un termine usato
per indicare quelle pratiche
antichissime, soprattutto di origine rurale, che sopravvissero
all'avvento dei monoteismi ed all'estirpazione violenta ,massacrante
e perseguitata degli antichi culti pagani.
Il
primo e negativo significato di stregoneria è stato usato nell’Alto
Medioevo dalla chiesa che considerava e purtroppo, considera tuttora,
che chi pratica la stregoneria è incontatto
con Satana. In realtà la stregoneria è la celebrazione della Natura
attraverso una
esaltazione del culto della Dea Madre, è un culto che rispetta e usa
con consapevolezza le proprie energie e quelle
di terra, acqua, fuoco, aria, luna, sole.
(Le figlie dell'Antica Religione)
Note
Starhawk
“La danza a spirale”
la Grande Madre
LA
GRANDE MADRE
La
Grande Madre è una divinità femminile primordiale, presente in
quasi tutte le mitologie.
Il
suo culto risale al Paleolitico, sono state ritrovate in tutta
l'Europa figure steatopigie
Femminili
(le cosiddette ”Veneri”).Lungo le generazioni, con gli
spostamenti di popoli e la crescita di complessità delle culture, le
“competenze” della Grande Madre si moltiplicarono in diverse
divinità femminili. Per cui la Grande Dea ha continuato ad esistere
e ad avere culti propri, anche con altri nomi.
L'evoluzione
teologica della figura della Grande Madre venne costantemente
rappresentata da
segnali
di connessione tra le nuove divinità e quella arcaica .Anche nel
mutare delle religioni, la
memoria
della divinità arcaica, ”Signora” si mantenne e si trasmise
lungo generazioni, dando
luogo
a culti, forse inconsapevolmente sincretistici, le ultime propaggini
possono essere
considerate,
ad esempio, le molte Madonne Nere, venerate in tutto il mondo.
Nella
psicologia di Jung, La Grande Madre è una delle potenze luminose
dell'inconscio, un
archetipo
di grande ed ambivalente potenza, distruttrice e salvatrice, nutrice
e divoratrice.
Più
in generale, la figura della Grande Madre appare anche nelle opere
creative: dalla figura di
Medea,
che ha attraversato i secoli da *Euripide a Pasolini, alla Regina
della Notte del Flauto
Magico
di *Mozart,
a battute e immagini del cinema di
Woody
Allen. Gli esempi sono troppi per
descriverli.
Ma la Grande Madre è ovunque; per vederla basta solo aprire la mente
e riconoscerla, non è poi cosi difficile poiché lei e in noi e noi
siamo lei.
(Le Figlie dell'antica Religione)
Note:
Jung,
Carl Gustav, Psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero
(Kesswil 1875 – Kusnacht 1961).
Lettura
consigliata: “Gli aspetti psicologici dell’archetipo della Madre
o L’archetipo della madre (1938-54)”
Euripide,
drammaturgo greco antico (Atene 485 a.C. – Pelle 407-406 a.C.)
“Medea”
Pasolini,
Pier Paolo: poeta, registra, attore, paroliere e scrittore-1922 a
1975.
Si
possono approfondire le tesi di Zigania, secondo cui alcune
riflessioni di Pasolini sono legate alle sue conoscenze dei testi di
Jung e di Mircea Eliade; quest’ultimo gli è stato d’ispirazione
per “Medea”
Mozart,
Wolfgang Amadeus: compositore, pianista e violinista (Salisburgo 1756
- Vienna 1791).
Woody
Allen Allan Stewart Konigsberg: regista, sceneggiatore, attore,
compositore e commediografo
Benedizione)0(
poichè sei al mio focolare, che tu sia figlia o madre, spirito o anima, che abbia trovato il tuo compagno o lo debba ancora incontrare, che tu sia la più giovane o la più vecchia, che tu sia la donna messa alla prova o collaudata dal tempo o entrambe le cose... china la testa, figlia cara, e consentimi di darti questa benedizione per il resto di questa notte e per il viaggio che ne seguirà
Pinkola Estes
Pinkola Estes
Le figlie della donna di rame...
'Seppe allora che non era necessario per lei essere e fare tutto ciò che la Donna Antica era stata e aveva fatto, perchè i segreti erano condivisi e la Donna Antica non era andata, era solo cambiata ed avrebbe risposto quando ci fosse stato bisogno di lei.
Le Figlie della Donna di Rame
Preghiera alla Grande Madre
Madre cara, accoglimi nel tuo grembo, accoglimi nel tuo abbraccio, accogli questa figlia che ha bisogno di rigenerarsi e rinascere a nuova vita. Questa figlia che condivide le tue energie, che conosce le tue sofferenze, come tu conosci le sue. Questa figlia che ti ama e percorre il tuo sentiero, che rimane incantata davanti alla tua capacità di donare gioia e amore, che capisce che il tuo aspetto più selvaggio non è morte, ma è difesa e rigenerazione. Questa figlia che conosce la tua potenza e la onora. Le Figlie Dell'Antica Religione )O(
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