domenica 29 dicembre 2013

Coventina

Coventina era una divinità che operava come guaritrice, il cui nome indicava la personificazione della sacra fonte di Carrawburgh, nella contea di Northumberland, ai confini con la Scozia, localizzata lungo il Vallo di Adriano. Forse Coventina rappresentava la dea legata all'acqua più importante della Britannia settentrionale, il cui culto, come quello della dea Sulis, era concentrato in un luogo particolare, Carrawburgh, denominato Brocolitia dai Romani. Il nome della dea è
di origine celtica, e simboleggiava lo spirito della sorgente che sgorgava dalla terra per formare un piccolo stagno o un pozzo, recintato da un alto muro sacro. L'identità di questa dea acquatica
è stata rivelata dalle iscrizioni che portano il suo nome. Coventina non era venerata esclusivamente in Britannia: esistono testimonianze che fosse onorata sia nella parte nord-occidentale della Spagna che a Narbonne nella Gallia meridionale e sembra che i pellegrini giungessero al santuario sia dalle province celtiche che da quelle germaniche. Le dee considerate taumaturghe, fra le quali Belisama, Sulis, eccetera, venivano anch'esse omaggiate di offerte nei luoghi a loro sacri per ottenere la salute. Inoltre, le dee celtiche dell'acqua erano anche spiriti, esseri divini legati all'ispirazione poetica e alla profezia, in parallelo con le muse greche. Ma la ragione principale per collegare Coventina con i processi terapeutici è rappresentata dalla sorgente stessa: il legame fra l'acqua, i riti di guarigione e le dee era particolarmente sentito, soprattutto nel mondo celtico, per attribuirne la funzione primaria a Coventina, sebbene non fosse l'unica. Alcuni studiosi ipotizzano che fosse
una dea “tuttofare”, versatile, protettrice benefica contro tutti i mali che affliggono il genere umano. È ipotizzabile che la dea avesse anche una dimensione infernale, testimoniata dalle offerte di scarpe di cuoio o pelle, ritrovate anche nelle tombe romano-celtiche e che possono aver simboleggiato gli strumenti per il viaggio verso l'oltretomba.
Talvolta Coventina veniva raffigurata in forma triplice, in compagnia di due ancelle, o come ninfa acquatica seminuda e sdraiata in mezzo alle onde che accarezzano le sponde di un fiume, oppure nell'atto di versare acqua da una coppa o stringere in una mano una ninfea e nell'altra un'anfora.
L'iconografia di Coventina si riallaccia in modo significativo alle raffigurazioni greco-romane di ninfe, e difatti si legge in una delle iscrizioni rinvenute "Alla ninfa Coventina".
Le sorgenti curative sono assai diffuse nell'Europa continentale e nelle isole britanniche e rappresentano un veicolo fondamentale per entrare in contatto con la dea. Ogni sorgente è depositaria della sua abbondanza, ma essa manifesta la sua natura in modo leggermente diverso da una sorgente all'altra. Così le caratteristiche che si riferiscono a una determinata sorgente sono uniche e non si trovano in nessun altro luogo sulla Terra.


 (Daniela Nipoti – Il Grande Libro delle Dee Europee)

Salomè

Salomè era stata allevata nella scuola delle sacerdotesse e tra molte altre arti sapeva danzare in modo così meraviglioso da far cadere tutti ai suoi piedi non appena cominciava a ballare. Era cresciuta in libertà fisica e mentale, aveva imparato piacere e saggezza, potere di guarigione e capacità di stimolarlo e svilupparlo in sé. Con il nuovo re e il suo esercito i tempi cambiarono. Accadeva che le donne venissero prese con violenza. Altre dovevano servire, portare da mangiare,
divertire gli uomini e offrire loro spettacolo.
Per Salomè tutti questi eventi erano scioccanti e minacciosi. In precedenza aveva danzato per le sue amiche e per la madre, e si era sentita libera bella e selvaggia. Ora, quando ballava, una sensazione di disgusto si insinuava in lei, nel vedere lo sguardo degli uomini.(…) Poi salì nella sala reale, dove il re era già in attesa della sua danza dei veli. (…) Anche la tua specie è destinata a
sparire dalla terra, pensò Salomè cominciando a danzare. Gettò via i sette veli, vide gli occhi del re dilatarsi e pensò al desiderio che le aveva promesso di realizzare alla fine della danza. Noi scompariremo, pensò Salomè, gettando l'ultimo velo verso la madre: tradimento!
Scompariremo, ma ritorneremo, più forti che mai! Trionfalmente inarcò all'indietro il suo corpo e gridò: "Voglio la testa del profeta! Lascerò questo segno affinché nessuna dopo di noi dimentichi cosa c'era prima del profeta e del suo tempo. Affinché le madri raccontino alle figlie che non sempre le donne sono stare le serve degli uomini. Non sempre i nostri corpi sono stati i giocattoli degli uomini!".
Salomè è la custode della soglia, colei che con il suo atto ha posto una pietra miliare nella storia delle donne. La crudeltà di Salomè non è altro che un forte segnale contro l'indescrivibile crudeltà del nuovo dominio che sarebbe venuto. Salomè guardò nel nuovo tempo attraverso gli occhi del profeta e con il suo atto ci ha lasciato un avviso: con il disprezzo per le donne comincia la fine del mondo.
Salomè è la donna tra le epoche. L’ultima porente, indimenticata. Ci insegna la magia del corpo, pieno di calore e senza sentimentalismo, sensuale, pieno di abbandono, ma senza sottomissione. È la donna che non conosce la resa. Intatta si ritira nella solitudine. È la tredicesima, colei che sta tra i mondi, la messaggera della morte, uno dei più grandi tabù nelle culture patriarcali. Nel mondo odierno, in cui vengono venerate vita, vitalità, elitarismo, vincitori e combattenti, la morte, che è così irrevocabile e non si fa comprare, non ha alcun posto.
Nella comunità delle donne dei tempi antichi la morte era naturale ed era celebrata, accompagnata con feste.(Luisa Francia – Le Tredici Lune)

Ontano Nero

Ontano Nero

Nei boschi di caducifoglie, ai margini dei corsi d'acqua e nelle zone in cui il terreno è sempre abbastanza umido, abita e cresce l'ontano nero (Alnus glutinoso), albero della famiglia delle Betulaceae e dunque "parente stretto" della betulla e del nocciolo. Quest'albero maestoso è
chiamato anche "china nostrana" per le sue proprietà febbrifughe e con le sue foglie si prepara un bagno che è un rimedio popolare contro i reumatismi. Oggi, grazie alle conferme della fitoterapia, sappiamo che l'ontano contiene nelle foglie e nella corteccia emodina, alnulina e tannini e che, se viene assunto come infuso, libera il corpo dalle scorie che creano debolezza, depressione, febbri, dolori e infiammazioni.
L’ontano nero esplica la sua azione antinfiammatoria e tonificante soprattutto sui vasi arteriosi del cervello e del cuore, esercitando un'attività stimolante sulla circolazione encefalica e miocardica. L'azione della pianta è di conseguenza molto utile per migliorare memoria e concentrazione. Puoi assumere l'ontano nero sotto forma di gemmoderivato: prendi 30 gocce l-3 volte al dì, lontano dai pasti. ln alternativa, bevi (preferibilmente la mattina) una tazza di infuso preparato con un cucchiaino di foglie e corteccia di ontano nero tenuto in infusione 5 minuti e poi filtrato. (Salute Naturale Ottobre 2013)

Giuggiolo

Giuggiolo

Originario della Cina meridionale e dell'Asia centrale, lo Zzyphus jujuba, il giuggiolo, è un piccolo albero che produce frutti a forma di oliva dal colore rosso-bruno, che in piena maturazione assumono un sapore gradevole e zuccherino. Ricche di mucillagini, acido ascorbico, vitamina 82 e preziosi sali minerali (ferro, calcio, fosforo), le giuggiole vengono impiegate in fitoterapia per il loro potere sedativo e calmante, in particolare in caso di ansia e palpitazioni.
Con il definitivo avvento della stagione fredda e la sempre più intensa esposizione allo smog
dovuto all'accensione dei riscaldamenti, chi soffre di disturbi cardiocircolatori può infatti risentire
più spesso di aritmie peggiorate da bronchiti, crisi respiratorie, asma: tutti eventi stagionali che
possono affaticare il sistema cardiocircolatorio.
Raccolte ben mature e sgranocchiate a digiuno (2-3 al giorno), contrastano astenia, debolezza psicofisica e sindrome da stanchezza cronica, e hanno un effetto benefico sul tono dell'umore. Non ultimo, il loro consistente contenuto di flavonoidi conferisce alle giuggiole la capacità di mantenere stabili i livelli della pressione sanguigna, che spesso si alterano ai cambi di stagione e nelle situazioni di stress. (Salute Naturale Ottobre 2013)

Elfi

 Elfi, un popolo affascinante e ricco di mistero. Le loro leggende risalgo ai tempi dei celti, che rispettavano questo popolo, a cui hanno dedicato molte raffigurazioni e scritti.

Introduzione

Nell'immaginario degli uomini, la storia degli Elfi è alquanto tormentata: nascono come divinità, decadono al rango di creature tra il grottesco e il malvagio, divengono i figli prediletti degli dei con Tolkien, invadono i giochi di ambientazione fantasy e infine rappresentano un ideale di vita...

«Su due sedie sormontate da un baldacchino di rami viventi. sedevano fianco a fianco Celeborn e Galadriel. Si alzarono ad accogliere gli ospiti, secondo l'usanza degli Elfi. Erano molto alti, e la statura della Dama pari a quella del Signore; i loro volti erano gravi e belli. Le vesti bianche, e i capelli della Dama di un oro intenso, e quelli del Sire Celeborn d'argento. lunghi e lucenti, nessuna traccia d'età. salvo forse la profondità dei loro occhi, penetranti come lance, eppur impenetrabili, abissi di arcaici ricordi.»

JRR Tolkien. il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello


Le Origini degli Elfi.

I Sidhe (pronuncia Shee) sono il popolo fatato delle leggende celtiche con cui l'epopea elfica ha inizio. La loro origine affonda in un mito ancora più antico, quello dei Tuatha De Danaann (la tribù della Dea Danu). la seconda delle popolazioni che occuparono l'Irlanda nel mito: fu il popolo che, grazie all'uso delle arti magiche, conquistò la supremazia sui fir Bolg. I Tuatha De Danaann arrivarono dal cielo avvolti in una nube con i loro quattro tesori magici: la Pietra del Destino, la Lancia di Lugh, la Spada di Danu il Calderone di Dagdha. Nonostante i poteri dei Tuatha, i successivi invasori, i Milesi, avranno poi la meglio. ma il rispetto per il nemico sconfitto e per la sua sapienza magica è tale, che i vincitori canteranno le gesta del popolo che li ha preceduti nel dominio dell'Irlanda, conferendogli un alone di divinità. I re Tuatha assurgono al ruolo di Dei, i Tuatha sono riconosciuti come un popolo permeato dalla magia. È così che nasce faerie, il luogo magico in cui i Tuatha, da ora riconosciuti come i Sidhe, si ritirano per ricomparire di tanto in tanto con le più svariate motivazioni (andare a caccia. danzare sotto la luna, rapire un bambino...). È una sorta di paradiso pagano, in cui i guerrieri combattono per rinascere dopo la morte, e vivono tra banchetti e divertimenti.

La tradizione originaria dei Sidhe-Elfi sarà poi rielaborata dai mille rivoli delle tradizioni popolari, talvolta sovrapponendosi agli spiriti pagani dell'acqua, del mare e delle foreste. Questa stirpe andrà a costituire la miriade di creature del cosiddetto Piccolo Popolo. Si tratta di esseri spesso malvagi, talvolta burloni, sempre elusivi e misteriosi; esseri che esistono tra due mondi e che possono attirare gli umani verso Faerie, un luogo da cui nessuno può (O vuole?) fare ritorno. E’ in questa forma che, prima con Chaucer e poi con Shakespeare, gli elfi entrano nella letteratura; letteratura e tradizione popolare si incontreranno nell'opera di raccolta delle fiabe e leggende irlandesi di W.B. Yeates, il veicolo che ha traghettato i popoli di Faerie verso il mondo contemporaneo.

Gli Elfi nel Folklore

È con Yeates che arriviamo all'Elfo dell'epoca vittoriana; sostanzialmente un Folletto, una creatura di piccole dimensioni (se si escludono quelli giganteschi...) allegra e spensierata, che visita il nostro mondo per divertirsi alle spalle degli umani. In un certo senso, l'opera di Tolkien è uguale e contraria a quella di Yeates, Se il premio Nobel irlandese ha utilizzato le fonti folcloristiche per creare una narrativa mitologica moderna, l'autore sudafricano, da studioso delle letterature britanniche arcaiche, crea il suo mondo fittizio in primo luogo come laboratorio di linguistica. L’obiettivo e ancora quello di studiare il mito e di salvarlo dall'oblio, ma questa volta 'dall'interno', creando un mondo con lo scopo di scriverne la storia e la mitologia, e analizzarne la sua nascita. E in questa operazione gli Elfi occupano un posto fondamentale caratterizzando l'intera Prima Era, come narrato ne Il Silmarillion, mantenendo una posizione di primo piano nello sviluppo delle vicende della Terra di Mezzo fino alla distruzione dell'unico anello. Figli prediletti dei Valar (le divinità del pantheon tolkieniano), si destarono nella Terra di Mezzo presso il lago Cuivienen (acqua di Risveglio); ancor prima dell'esistenza del sole e della luna gli Elfi furono chiamati a vivere presso i Valar in Aman (le Terre Imperiture), per proteggerli dalla malvagità di Melkor (il Vala ribelle nel quale si ripete il mito della Caduta di Lucifero)
Così si ebbe la prima scissione tra le stirpi degli Elfi: gli Avari (coloro che hanno rifiutato) non si recarono in Aman, dando origine agli Elfi Silvani o Elfi Scuri. Le stirpi dei Vanyar, dei Noldor e dei Teleri intrapresero invece la Grande Marcia, ma i Teleri, la stirpe piu' numerosa, si divisero: alcuni rinunciarono al viaggio, come i Nandor (che si rifiutarono di passare i Monti Brumosi), i Laquendi e i Sindar, che saranno poi noti come Elfi Grigi. Coloro che non hanno visto la luce di Aman, non essendone stati toccati, non avranno l'aura di bellezza soprannaturale che accompagnerà i discendenti di coloro che hanno intrapreso il viaggio verso Aman. Solo una minima parte arrivò poi ad Aman, trasportata su un'isola utilizzata da Ulmo, Vala delle acque, come imbarcazione. Vanyar e Noldor costruirono in Aman la città di Tirion e e il Porto dei Cigni (Alqualondè): e il tempo della Pace di Arda, alla luce di Telperion e Laurelin, gli alberi d'argento e d'oro.


Mentre Melkor era incatenato, le virtù degli Elfi progredivano. producendo manufatti di inimmaginabile e insuperata bellezza. Intanto, sotto l'ala protettiva di Melian (antenata di Elrond, uno dei protagonisti de Il Signore degli Anelli, custode di Vilya, l'anello d'Aria) i Sindar istituirono nel Doriath (la Terra della Cintura, così definita a causa della rete di incantesimi che Melian pose a protezione della regione) il primo potente regno delle Terre dei Mortali. Mentre Féanor costruiva i Silmarìl, le tre gemme che racchiudevano la luce dei due alberi di Valinor, la liberazione di Melkor getto un'ombra su questi tempi gloriosi...

Gli Elfi nella Letteratura

Le trame tessute da Melkor Morgoth (l'Avversario) portarono ben presto alla guerra con Ungoliant. il terribile ragno gigante distrusse gli alberi e si impadronì dei Silmarìl, aprendo una stagione di freddo e oscurità. Assetato di vendetta. Firanor, alla testa dei Noldor, nonostante l'opposizione dei Valar, mosse guerra a Melkor. Ma per impadronirsi delle navi con cui arrivare nella Terra di Mezzo i Noldor combatterono contro i Teleri, divenendo così un popolo maledetto. Le schiere di Finwè arrivarono invece nella Terra di Mezzo attraverso Helcaraxe, il terribile ponte di ghiaccio. Ebbe così inizio la Guerra delle Gemme, ma solo l'intervento dei Valar riuscì a piegare Melkor: il Beleriand (le terre a ovest dei Monti Azzurri) era ormai ridotto a una terra desolata e per lunghi tratti sommersa dal mare... Solo una piccola parte. il Lindon, sopravvisse alla devastazione. Intanto, a Numenor nasceva il primo regno degli Uomini. Molti Elfi abbandonarono nuovamente la Terra di Mezzo. ma da quelli rimasti nacquero il regno di Thranduil di Bosco Atro (descritto ne Lo Hobbit) e di Galadriel e Celeborn a Lothlorien (a cui sono dedicate alcune delle pin belle pagine de lì Signore degli Anelli). Fu in questi tempi che fece la sua comparsa nella Terra di Mezzo Sauron (l'Aborrito), il Maia (divinità minore rispetto ai Valar) malvagio delle schiere di Melkor. Sotto mentite spoglie Sauron riuscì ancora una volta a volgere a suo favore l'amore per la bellezza degli Elfi: infatti spinse Celembrimbor Mano d'Argento a costruire gli Anelli di Potere. Le battaglie che seguirono furono terribili, e solo con l'aiuto dei Numenoreani gli Elfi riuscirono ad arginare le orde nere di Sauron. La risposta del Maia fu tremenda: Numenor fu distrutta. Aman e la Terra di Mezzo furono divise, Terreno e Ultraterreno non avrebbero più potuto convivere finche il mondo fosse infestato dalla presenza dell'Oscuro Signore. La nuova guerra contro Sauron vide la sua sconfitta, ma al caro prezzo della morte di Gil Galad, ultimo re dei Noldon ed Elendil, il fondatore dei Regni Numenoreani nella Terra di Mezzo lì resto, sarà storia che riguarda anche gli Hobbit...

La storia degli Elfi in Tolkien è quindi epica e drammatica: le vicende della Terra di Mezzo costituiscono una vera e propria storia morale di cui gli Elfi sono protagonisti, e il loro destino è direttamente correlato a quello delle divinità. I temi classici di ogni mitologia sono chiaramente presenti: la vita nel paradiso terrestre , la caduta, la ribellione contro la divinità, il riconoscimento del Male e la lotta contro di esso. L’Elfo è quindi una creatura permeata di essenza divina, e che è amica degli dei. Questa sua posizione lo rende di conseguenza un essere alle soglie della perfezione, e in quanto tale bellissimo nell'aspetto, agile, slanciato, coraggioso, dotato di una profonda saggezza. Ma la perfezione può essere la causa di tremendi errori: lo testimoniano le scissioni in seno alla stirpe elfica, e soprattutto la facilità con cui l’Elfo, in nome della bellezza, cade di fronte alle tentazioni di Sauron. Non è un caso che la vicenda dell'anello abbia bisogno, per concludersi felicemente, del coinvolgimento delle altre razze dei Popoli Liberi (Nani, Umani e gli apparentemente insignificanti Hobbit). È indubbio il fatto che tutte le ambientazione successive hanno dovuto ‘fare i conti ’ con gli Elfi di Tolkien, talvolta banalizzandone la caratterizzazione. Così il distacco dalla realtà materiale, dovuto alla divinità degli Elfi, diviene molto spesso presunzione o razzismo o incapacità di relazionarsi con le altre razze, l'intenso rapporto con la natura e il pretesto per costruire personaggi in calzamaglia verde e calzature leggere. Naturalmente non mancano casi in cui la rivisitazione dei grandi temi tolkieniani e originale e innovativa: i Faerie di Cosile Folkenstein lasciano il loro regno incantato a caccia di avventure steam fantasy, perché trovano noiosa la perfezione dei loro stessi simili e amano la spontanea passionalità degli umani: i Sidhe di Changeling: the Dreaming incarnano la nobiltà e l'aura di perfezione che gia abbiamo trovato negli Elfi di Tolkien, tornando alla gioia selvaggia dei miti celtici in cui gli Elfi sono esseri belli e terribili che vivono al di la del tempo.

La caduta dalla perfezione è un altro aspetto che accompagna la rielaborazione della elficità; è singolare che uno degli aspetti marginali della caratterizzazione degli Elfi in Tolkien abbia dato vita a una delle più interessanti rivisitazioni della elficità nei giochi di ruolo, gli Elfi Scuri, Quelli che per Tolkien erano la stirpe non toccata dalla luce del paradiso, diventano terribili creature dell'oscurità, richiamando così le tradizioni del folclore, che vedono alcuni esponenti dei Sidhe come malvagi e spaventosi (gli Sluagh o i Redcap). I Drow di Forgotten Realms sono una dello razze più sanguinarie e malvagie dell'intero multiverso di AD&D. Gli Elfi Scuri del mondo di Martelli da Guerra hanno origine dal fascino subito da alcuni Elfi alti per gli dei del Caos: la corruzione creò una stirpe che perse le consuete caratteristiche di fascino e bellezza e sviluppò una contorta malignità d'animo. Gli Elfi Scuri furono banditi dai Regni Elfici con una sanguinosa guerra civile, che li costrinse a rifugiarsi nelle oscure foreste confinanti con le terre del Caos, nell'estremo nord del Nuovo Mondo. Paradossalmente, un'ambientazione che rilegge gli stereotipi della elficità in una chiave originale e non banale è quella di Flintloque, che sovrappone l'orgoglio e il valore degli Elfi alla grandeur della Francia napoleonica: gli Elfi del Cristallo sono la razza del mondo di Valon con la migliore organizzazione militare. La rivolta del principe Mordred, con l'invenzione della Polvere Nera, e il motivo scatenante di un conflitto che seminerà morte e distruzione ovunque. Gli ideali elfici di superiorità si confondono con l'orgoglio della Guardia Imperiale napoleonica, la proverbiale destrezza in battaglia di queste creature veloci e agilissime richiama l'impressionante superiorità di manovra delle truppe francesi comandate da Bonaparte.

Il Elfi e la New Age

Un altro aspetto singolare del rapporto tra Elfi e Umani e il recente utilizzo della figura mitica dell'Elfo come ideale di vita alternativo. Avrete sicuramente sentito parlare delle comunità di Elfi che si sono insediate in alcuni sobborghi abbandonati delle montagne toscane della Garfagnana. Si tratta di piccoli gruppi, che vivono senza elettricità o acqua corrente, coltivando la terra e producendo oggetti di piccolo artigianato. Talvolta li troviamo a fiere e feste di paese, dove vendono collanine, bracciali.. Per un giocatore di ruolo o per un appassionato di letteratura fantastica parlare con uno di loro, o semplicemente vederli scendere dal bosco per andare a far provviste in paese, può essere un'esperienza molto profonda. Anche la New Age, filosofia religione che dal mondo anglosassone sta contagiando un po' tutto l'Occidente, rifacendosi per certi aspetti alla mitologia celtica, e comunque a un rapporto più equilibrato con la realtà che ci circonda, accoglie elementi elfici. Sentir parlare di consapevolezza di sè e armonia con la natura non può non far pensare agli Elfi di Lothlorien e alla loro capacità di comprendere la bellezza del Bosco Dorato. Lungi da noi l'intenzione di darsi ad analisi sociologiche, ci piace segnalare l'esistenza di questo approccio filosofico come conferma del fascino che gli Elfi continuano a esercitare sull'immaginario: il mito di un essere perfetto, malinconico nella sua perfezione, altero e al di là del tempo che scorre, e probabilmente immortale.

Come Festeggiare la Festa degli Elfi

Se volete rendere omaggio agli Elfi Oscuri, recatevi in un altura di notte, dove si può vedere la luna, e portate con voi :

Una Candela Nera
Dell' incenso all'Oppio o al Rosmarino.
E una Rosa rosso sangue, recisa al gambo.

Accendete la candela e con la sua fiamma accendete l'incenso, spargetelo intorno a voi e rivolgendovi alla luna con la rosa rossa stretta in mano dicendo :

"Io rendo omaggio a voi Alfar, signori caduti che della notte avete fatto la vostra dimora."

Detto questo lasciate la rosa sulla collina, e andatevene quando l'incenso sarà finito, la candela potete portarla via con voi anche se nn è finita.
Il giorno dopo potrete recarvi sull'altura per vedere se gli Elfi hanno accettato i vostri omaggi prendendo la rosa.

Se invece è agli Elfi chiari che volte rendere omaggio recatevi sulla collina di giorno, e portate con voi :

Una Candela Bianca
Incenso alla Vaniglia
Una piantina qualunque da piantare, (quindi viva e con radici)
Una palettina per scavare.

il procedimento è lo stesso del rituale di sopra, tranne che la piantina dovrete piantarla sulla collina perche a differenza degli Elfi oscuri gli elfi chiari amano la vita e le cose viventi, che proteggono e curano. E le parole saranno:

"Io rendo omaggio a voi Alfar, signori caduti che della vita siete i cantori."

Se la piantina crescerà sana e forte significa che il vostro omaggio è stato accettato e la piantina riceverà la benedizione degli elfi chiari, crescendo sempre di piu e protetta.

(L'Antro della Magia)

caffeomanzia


 La caffeomanzia è un antichissima arte orientale precisamente un’arte che deriva dalla popolazione araba, ed è stata importata solo alla fine del 1600 in Occidente, dove ancora oggi è praticata particolarmente nel Sud Italia. Molto testimonianze risalgo all’inizio del XVIII a Parigi, e ancora oggi questa antica arte continua ad esistere e a creare molto fascino intorno a lei.
La sua lettura sembrerebbe semplice, infatti consiste solo nel leggere le figure che si formano nella tazza di caffè e sul piattino, e cercarle di interpretarle nel miglior modo possibile, ma vediamo passo per passo come si legge e cosa si utilizza in questo tipo di divanazione.

Occorrente

Caffè rigorosamente turco
Acqua
Un pentolino di metello o una caffettiera di rame
Un tazzina da caffè di porcellana
Un piattino da caffè di porcellana

Procedimento

Innanzitutto dovete procuravi del finissimo caffè turco, lasciatelo bollire con acqua e zucchero in un pentolino di metallo, o in una caffetteria di rame, versatelo poi in una tazzina da caffè, bevetene il contenuto, assicurandosi di lasciare sul fondo della tazza un po’ di liquido scuro. Capovolgete la tazzina di caffè sul piattino, aspettate due minuti ponendo la domanda che si vuole fare, rigiratela e tenete la tazzina tra le due mani, guardate nel fondo della tazzina e leggete le forme o le immagini che vi si sono formate. Le immagini nella tazza di caffè sono legate al futuro, le immagine nella tazzina riguardano la situazione attuale. Le tazze devono essere obbligatoriamente di porcellana affinché le immagine che si formano siano ben leggibili.

Interpretazione dei segni e delle immagini

Ogni figura ha un significato particolare, ma è bene fare attenzione anche in che posizione sono messi, se sono al contrario, se insieme ad un immagine c’è ne un altra vicina, ogni particolare può cambiare la lettura e il suo significato di molto. Vediamo e impariamo ora le principali figure che si potrebbero formare:

Aereo: partenza improvvisa
Anatra: vi sarà restituito del denaro
Ancora: farete un viaggio, o rapporti con uno straniero
Anello: si raggiungerà un accordo, totale riuscita
Ape: successi, o buona notizia
Arco: cattive notizie
Balena: successo professionale
Barca: riceverete una visita
Bilancia: problemi con la giustizia
Bottiglia: momenti gradevoli
Candela: aiuti e sostegno
Cappello: cambiamento
Carriola: momenti felici con persone amiche
Casseruola: sarete molto amati e innamorati
Cerchio: realizzazioni nella vita sentimentale o professionale
Chiave: nuove ed inattese prospettive
Coltello: cercheranno di intralciarvi
Coniglio: dovrete dar prova di coraggio e pazienza
Corona: successi personali
Croce: noie e scelte
Cuore: vi saranno date prove d’amore
Falce: delusioni sentimentali
Farfalla: spensieratezza
Fiore: desiderio che si realizzerà
Foglia: entrate di denaro
Forbici: litigio
Freccia: notizia sconvolgente
Gatto: persona ipocrita vicina
Libro: non potrete agire senza consigli
Linea: giornata tranquilla se è retta, imprevisti se è curva, una giornata instabile se è sinuosa, se è inclinata verso l’alto siate ottimisti, se inclinata verso il basso avrete delusioni
Luna: se crescente avrete buone notizie, se calante avrete brutte notizie
Mela: successi economici
Numeri: il numero che appare indica tra quanti giorni vi accadrà qualche cosa di importante
Nuvole: contrattempi
Occhio: sarete sorvegliati da qualcuno
Piuma: sarete instabili
Quadrato: vi faranno un regalo
Ragno: scoprirete un segreto
Rana: cambiamento buono
Ruota: fortuna
Scala: progressi
Scure: risolverete dei problemi
Serpente: cercheranno di nuocervi
Stella: cambiamenti positivi
Triangolo: con la punta verso l’alto: riuscita, con la punta in giù fallimento
Tridente: i vostri desideri si realizzeranno
Trifoglio: fortuna
Uovo: grossi successi
Volto: una persona vi penserà molto
Gatto: persona ipocrita vicina


Figure particolari

Ovali numerosi e ben disegnati significano successo in affari.

Le crocette riunite insieme stanno a significare una passione burrascosa, ma cambiano significato a seconda del numero, ad esempio se ci sono 3 crocette significa onori, se c’è 1 crocetta sola significa morte tranquilla dopo una lunga vita.

Le linee solitamente vogliono auspicare viaggi in generale, se la linea è nitida il viaggio sarà piacevole, altrimenti, se è interrotta o poco visibile nel viaggio ci saranno dei contrasti.

Una casa vicina ad un cerchio significa che si potrà entrare in possesso di una casa, se invece è accompagnata da triangoli vorrà dire che la casa si erediterà.

La corona solitamente significa successo, ma se è formata da croci vorrà dire la morte di una persona cara, se è formata da quadrati sta a significare malattia, se è formata da cerchi ci sarà un amore contrastato.

Piante e fiori

Il salice significa malinconia e depressione;

La rosa significa salute;

Il bouquet di fiori significa grande gioie e felicità.

I punti o i cerchi significano quasi sempre il denaro, se sono molti annunciano delle entrate, se invece si presentano in pochi ci sarà qualche problema finanziario.

Un cerchio sfaccettato o con dei spigoli annuncia un matrimonio fortunato.
Un cerchio con piccoli punti nel mezzo annuncia la nascita di un bambino

Un quadrato allungato, preannuncia litigi con parenti, se invece è circondato da crocette sta a segnalare l’infedeltà.
(esoterya)

Un po di curiosità-Festa di San Patrizio

Un po' di curiosità sulla festa di San Patrizio, perché non è “solo” una festa cattolica...
Perchè il St Patrick’s Day si festeggia il 17 Marzo?
Secondo alcune fonti il 17 marzo è il giorno in cui morì S. Patrizio, intorno al 461 d.C. Ma poiché non si conosce con certezza l’anno della sua morte, appare improbabile che si sappia il giorno esatto. Esiste, tuttavia, un altro possibile motivo per cui la festa dedicata a S. Patrizio cada il 17 marzo: secondo una leggenda popolare questo è il giorno in cui S. Patrizio estrasse la “pietra fredda” dall’acqua – in altre parole il giorno in cui l’inverno era da considerarsi passato e poteva iniziare la semina dei campi. Da sempre importanti date per i cicli agricoli erano considerate feste pagane, e furono col tempo inserite nel calendario cristiano.
Le prime parate in Irlanda risalgono solo al tardo Ottocento, nate dal crescente nazionalismo dell’epoca e sembrerà strano ma l’evento principale del calendario irlandese non nasce in Irlanda, ma vede i primi festeggiamenti a Londra e in America. Un po' di storia... A differenza dei festeggiamenti americani, il St. Patrick’s Day in Irlanda è nato come festa religiosa: sembrerà assurdo, ma fino agli anni ’70 i pub avevano l’obbligo di chiudere il 17 marzo! Solo nel 1995 St Patrick’s Day diventò una festa nazionale in Irlanda, grazie ai seguenti motivi esposti nel decreto del Governo irlandese:
Offer a national festival that ranks amongst all of the greatest celebration in the world;
Create energy and excitement throughout Ireland via innovation, creativity, grassroots involvement, and marketing activity;
Provide the opportunity and motivation for people of Irish descent (and those who sometimes wish they were Irish) to attend and join in the imaginative and expressive celebrations;
Project, internationally, an accurate image of Ireland as a creative, professional and sophisticated country with wide appeal, as we approach the new Millennium;
The first St Patrick’s Festival was held over one day, and night, on March 17th 1996. With a little over four months in which to effect change, the main object was to demonstrate that changes were afoot and starting the process away from “just a parade”. The live audience for the day was estimated to be 430,000.
Il primo St Patrick’s Day ufficiale ebbe luogo in Irlanda nel 1996 e durò un solo giorno. Nel 1997 durò tre giorni e dal 2000 sono quattro o più giorni non-stop a base di teatro, spettacoli di strada, fuochi d’artificio, concerti, cortei carnevaleschi e gare di vario genere, culminanti nella parata che ovunque si tiene il 17 marzo.
Per cominciare, la più remota testimonianza di un St. Patrick’s Day, celebrato fuori dall’Irlanda, è fornita da Jonathan Swift, l’autore dublinese de I viaggi di Gulliver.
Nel suo Diario a Stella lui annotava che nel 1713 il Parlamento di Westminster era chiuso perché era St. Patrick’s Day e che Londra era talmente piena di decorazioni da pensare che tutto il mondo fosse irlandese.
Approdando in America, invece, il primo incontro di irlandesi in onore di S. Patrizio risale al 17 marzo 1737 a Boston. Nonostante oggi la festa di San Patrizio sia strettamente legata ai cattolici, è bene precisare che allora i protagonisti dei primi festeggiamenti furono dei Protestanti irlandesi emigrati in America e che, nella maggior parte dei casi, i cattolici erano rigorosamente esclusi. Solo più tardi, tra il XIX e il XX secolo, i cattolici si unirono alle celebrazioni del St Patrick’s Day. La prima parata in onore di S. Patrizio si tenne a New York nel 1762: un gruppo di soldati irlandesi si stavano dirigendo a festeggiare il St. Patrick’s Day in una taverna, quando decisero di marciare dietro la loro banda e mostrare i loro stendardi reggimentali. Lo spettacolo deliziò a tal punto passanti e spettatori che da allora il 17 marzo vide sempre gli irlandesi d’America marciare a ritmo di melodie tradizionali irlandesi. Nel XIX secolo, durante la Grande Carestia che colpì l’Irlanda, milioni di irlandesi emigrarono in America per sopravvivenza e la mancanza di casa si trasformò presto in nostalgia. Perciò il St Patrick’s Day sembrò l’occasione perfetta per unirsi e celebrare la propria nazionalità. L’esempio militare aveva mostrato l’efficacia di marciare dietro a una banda al ritmo di ballate irlandesi, quindi nacque l’usanza di metter su una parata tinta di verde per alimentare lo spirito patriottico.
Nel XX secolo le nuove generazioni di irlandesi d’America sono ormai parte integrante della società americana e festeggiare il St Patricks’ Day non serve solo a vantare le propri origini, ma anche a celebrare l’integrazione di successo nella società ospite.
Oggi il St Patrick’s Day è celebrato in tutto il mondo: USA, Canada, Australia, Francia, Argentina, l’isola caraibica Montserrat, Russia, Giappone. Anche in Gran Bretagna l’impegno di un’enorme quantità di persone di origine irlandese ha introdotto l’usanza dei festeggiamenti del 17 marzo.

(Irlandando)