domenica 29 dicembre 2013

Salomè

Salomè era stata allevata nella scuola delle sacerdotesse e tra molte altre arti sapeva danzare in modo così meraviglioso da far cadere tutti ai suoi piedi non appena cominciava a ballare. Era cresciuta in libertà fisica e mentale, aveva imparato piacere e saggezza, potere di guarigione e capacità di stimolarlo e svilupparlo in sé. Con il nuovo re e il suo esercito i tempi cambiarono. Accadeva che le donne venissero prese con violenza. Altre dovevano servire, portare da mangiare,
divertire gli uomini e offrire loro spettacolo.
Per Salomè tutti questi eventi erano scioccanti e minacciosi. In precedenza aveva danzato per le sue amiche e per la madre, e si era sentita libera bella e selvaggia. Ora, quando ballava, una sensazione di disgusto si insinuava in lei, nel vedere lo sguardo degli uomini.(…) Poi salì nella sala reale, dove il re era già in attesa della sua danza dei veli. (…) Anche la tua specie è destinata a
sparire dalla terra, pensò Salomè cominciando a danzare. Gettò via i sette veli, vide gli occhi del re dilatarsi e pensò al desiderio che le aveva promesso di realizzare alla fine della danza. Noi scompariremo, pensò Salomè, gettando l'ultimo velo verso la madre: tradimento!
Scompariremo, ma ritorneremo, più forti che mai! Trionfalmente inarcò all'indietro il suo corpo e gridò: "Voglio la testa del profeta! Lascerò questo segno affinché nessuna dopo di noi dimentichi cosa c'era prima del profeta e del suo tempo. Affinché le madri raccontino alle figlie che non sempre le donne sono stare le serve degli uomini. Non sempre i nostri corpi sono stati i giocattoli degli uomini!".
Salomè è la custode della soglia, colei che con il suo atto ha posto una pietra miliare nella storia delle donne. La crudeltà di Salomè non è altro che un forte segnale contro l'indescrivibile crudeltà del nuovo dominio che sarebbe venuto. Salomè guardò nel nuovo tempo attraverso gli occhi del profeta e con il suo atto ci ha lasciato un avviso: con il disprezzo per le donne comincia la fine del mondo.
Salomè è la donna tra le epoche. L’ultima porente, indimenticata. Ci insegna la magia del corpo, pieno di calore e senza sentimentalismo, sensuale, pieno di abbandono, ma senza sottomissione. È la donna che non conosce la resa. Intatta si ritira nella solitudine. È la tredicesima, colei che sta tra i mondi, la messaggera della morte, uno dei più grandi tabù nelle culture patriarcali. Nel mondo odierno, in cui vengono venerate vita, vitalità, elitarismo, vincitori e combattenti, la morte, che è così irrevocabile e non si fa comprare, non ha alcun posto.
Nella comunità delle donne dei tempi antichi la morte era naturale ed era celebrata, accompagnata con feste.(Luisa Francia – Le Tredici Lune)

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