martedì 31 dicembre 2013

BELTANE LA FESTA DELLA FERTILITÀ


BELTANE
LA FESTA DELLA FERTILITÀ

La fine della metà “oscura “ dell’anno e l’inizio dell’estate ha costituito da
sempre un momento di passaggio, in cui la rigenerazione della vita vegetale è
anche la resurrezione della vita cosmica, un ritorno al tempo mitico degli
inizi.Nella tradizione celtica le due feste maggiori erano quelle che segnavano
rispettivamente l’inizio dell’estate e l’inizio dell’inverno. Come molte altre
popolazioni pastorali, gli antichi Celti avevano infatti due sole stagioni, non
quattro: la metà oscura e la metà luminosa dell’anno. Nel Nord Europa inoltre,
gli effetti della primavera cominciano a sentirsi solo all’inizio di maggio. Le
successive suddivisioni dell’anno furono introdotte più tardi dagli agricoltori.Gli
antichi Celti celebravano il l~ maggio la festa di Beltane (pron. Beltein) nome
anglicizzato che corrisponde al gaelico irlandese Bealtaine (pron. B’ioltinna) e
al gaelico scozzese Bealtuin (pron. B’ialten) In Scozia Bealtuin è il Giorno di
Maggio, May Day, mentre in Irlanda Bealtaine è il nome dell’intero mese di
maggio. Beltane significa “i fuochi di Bel”, i quali venivano accesi in onore di
Bel (Beh, Balor o Belenos sono altri nomi con la quale è conosciuto in varie
aree celtiche).Bel è il “Luminoso”, dio di luce e di fuoco. Non una divinità
solare, perché per i Celti il sole era un’entità femminile,tuttavia presentante
alcuni attributi solari. Una controparte celtica di Apollo, tanto per tracciare un
parallelo con altri ambiti culturali. Il sole in molte tradizioni antiche era un simbolo
della divinità, non la divinità stessa.Se questo può sembrare un concetto
strano, basti pensare al Cristianesimo dove non viene adorato l’agnello ma
tuttavia questo animale è simbolo di Gesù Cristo. Le quattro feste celtiche
hanno in fondo un carattere stagionale e ctonio più che solare e celeste, a
differenza delle feste solstiziali ed equinoziali. Per questo molti studiosi hanno
interpretato Bel come l’equivalente del gallico Cernunnos e del britannico
Heme, due divinità maschili della fertilità, signori dei boschi e degli animali,
come indicano le loro corna nelle raffigurazioni che ci sono pervenute. Essi
sono la controparte nordica di Pan e il loro culto, celebrato nei boschi e nelle
campagne, sopravvisse a lungo nel Medio Evo, tanto che può aver contribuito a
creare l’immagine delle streghe adoratrici del demonio. Agli occhi degli
ecclesiastici che cosa altro poteva essere un’entità animalesca munita di corna,
e i cui fedeli celebravano riti orgiastici? Simbolicamente Cernunnos e Bel possono
essere due aspetti del Dio Padre che feconda la Dea Madre, aspetti
rappresentati dai due temi che dominano la festa di Beltane: fertilità e fuoco.Il
fuoco in questa festa rappresenta appunto il calore della passione che genera
la vita. I fuochi di Bel erano accesi sulle colline per celebrare il ritorno della vita
e della fertilità nel mondo. Ogni dan o tribù accendeva ritualmente grandi fuochi
per mezzo di scintille sprigionate da una selce. In Scozia, negli Highlands
centrali, i fuochi di Beltane erano accesi tramite il cosiddetto needfire, il “fuoco
della necessità” o“fuoco della miseria”: si usava allo scopo una.tavola di quercia
forata ed un palo, pure di quercia che veniva fatto ruotare velocemente per
mezzo di una corda. La tradizione fissava in “tre volte tre” o “tre volte nove” il
numero di coloro che dovevano far girare questo strumento.In Galles, nella
Valle di Glamorgan, nove uomini rimuovevano dalle loro persone tutti gli
oggetti di metallo e andavano nei boschi a raccogliere nove diversi tipi di
legna; poi, in un buco scavato nel terreno veniva deposta la legna raccolta che
era accesa ritualmente con due pezzi di legno(anche qui di quercia) sfregati
insieme per provocare scintille. I nove diversi tipi di legna erano probabilmente
i nove legni sacri dei Druidi. Essi erano forse sorbo selvatico, quercia, salice,
nocciolo, betulla, biancospino, melo, pino, vite - o rovo - (altri elenchi danno al
posto delle ultime tre piante il sambuco, il tasso e il vischio - o ginepro). Il
numero nove nella tradizione celtica è il numero che indica la completezza,
quindi simbolico del cosmo.Tuttavia le accensioni rituali di fuochi si ritrovano
anche al di fuori del mondo celtico: ad esempio in varie regioni europee i fuochi
solstiziali erano accesi mediante una ruota fatta girare intorno ad un piolo
fisso, mentre riti simili erano osservati nell’India vedica e a Roma per
riaccendere il fuoco di Vesta. Lo sfregamento di legnetti, il tabù circa l’uso di
metalli, l’utilizzo di selci, ci rinvia forse a epoche remotissime, antecedenti
qualsiasi civiltà storica e testimonia l’antichità di queste tradizioni.Il fuoco
sacro era simbolo del fuoco celeste, del calore primordiale che produsse la
creazione e che si ripresentava a ogni ritorno della primavera. E’ significativo
l’uso di legno di quercia, infatti la quercia è l’albero attribuito alla metà
luminosa dell’anno che proprio a Beltane celebra il suo trionfo. Nell’Irlanda
pagana nessuno poteva accendere un fuoco di Beltane finché l’Ard Ri (Grande
Re) non avesse acceso il primo fuoco rituale sulla collina di Tara, il centro
mistico e politico dell’antica Irlanda. San Patrizio sfidò questa usanza per
distruggere le usanze pagane e San David fece una cosa simile in Galles.I
fuochi di Beltane venivano spesso accesi in coppia, e tra i due fuochi veniva
fatto passare il bestiame, per propiziare latte abbondante, fertilità e buona
salute per tutto l’anno, prima di essere condotto ai pascoli estivi. Ci poteva
essere una spiegazione “razionale” per questa pratica dato che il calore poteva
uccidere i batteri e i microbi accumulatisi sulla pelle degli animali nelle sporche
stalle invernali, ma il significato principale era comunque quello di una
purificazione rituale tramite il fuoco, una vera e propria “pulizia di primavera”.
Il fuoco distrugge i poteri ostili, purifica l’aria e favorisce la fertilità di tutti gli
esseri viventi. Incidentalmente, un detto gaelico che dice “essere preso tra due
fuochi di Beltane’ sta ancora oggi a indicare il trovarsi in un dilemma. Anche le
persone e gli oggetti venivano fatti passare attraverso i due fuochi. La gente
danzava attorno ai falò: si danzavano danze con alti salti quali la Danza del
Cervo e la Danza del Salmone Saltante, ricordi di antiche danze di caccia e
pesca. Molte donne danzavano in cerchio su bastoni di legno in una frenetica
danza di fertilità, per promuovere la crescita dei nuovi raccolti (i bastoni
divennero poi manici di scopa ma la loro forma fallica suggerisce sempre il tipo
di energia che veniva evocata).
Quando le fiamme dei falò iniziavano ad abbassarsi le persone saltavano sui
fuochi, usanza ancora praticata in Scozia e in Irlanda per propiziarsi la fortuna.
Così giovani e ragazze saltano per trovare l’anima gemella, i viaggiatori per
garantirsi viaggi sicuri, le spose per ottenere figli e perfino le donne gravide
per assicurarsi un parto facile! Infine, le ceneri dei fuochi venivano (e ancora
oggi in certe località vengono) sparse sulla terra per garantire la fecondità dei
campi.
Dopo le danze e i salti spesso le giovani coppie si appartavano col favore
dell’oscurità continuando a modo loro le celebrazioni Infatti Beltane era una
festa di fertilità nella quale la Madre terra e il Grande Dio dei boschi si
accoppiavano. Per la gente comune era una festa orgiastica.Per tutta la notte
del 30 aprile (come si è detto i Celti facevano cominciare i giorni dal crepuscolo
del giorno precedente) si susseguivano in un’atmosfera orgiastica banchetti e
danze che terminavano con l’avvento della nuova vita. Su questa notte
vegliava la Grande Dea della fecondità, che dominava allo stesso tempo il
destino dei semi e quello dei morti e che perciò era la Dea della Morte in Vita.
Si entrava in comunicazione con il mondo infero e con i defunti. Il grande
studioso Mircea Eliade giustamente assimilò i semi ai morti, che aspettano di
tornare in vita sotto una nuova forma e perciò si accostano ai viventi nei
momenti in cui la tensione vitale raggiunge il culmine, cioè nelle feste di
fertilità, quando sono evocate le forze generatrici della Natura. I morti
necessitano dell’esuberanza organica dei vivi, così come i viventi necessitano
dell’aiuto dei morti per far germinare i semi dei nuovi raccolti (dopotutto,
Beltane si erge diametralmente in opposizione all’altra porta dell’anno
Samhain, festa dei morti !). I bambini generati in questa notte si credeva
fossero i morti ritornati in vita e Beltane veniva definita anche la Festa della
Generazione dei Bambini.
In questo periodo, vero e proprio momento “caotico” di passaggio, le leggi
della realtà ordinaria sono quasi sospese e si aprono le porte dei regni
ultraterreni come il sidhe, il regno fatato dei Celti. A differenza dei defunti
umani, gli esseri fata-ti non sempre sono benevoli: in questo periodo le fate
appaiono agli umani e chiunque si addormenta sotto un biancospino (albero
fatato) rischia di essere portato via da loro. Molte leggende associate a queste
feste riguardano spesso gli incantamenti dell’Altro Mondo. Un mito legato a
Beltane è quello gallese di Lludd. Ogni vigilia di Beltane il regno di Lludd soffriva
a causa di uno spaventoso grido che provocava la sterilità nei campi, negli
esseri umani e negli animali, facendo morire giovani e anziani e togliendo la
forza agli adulti. Lludd scoprì che la causa di questo incantesimo era il
combattimento fra il drago di Britannia e un drago straniero. Egli li catturò e li
rinchiuse. ignificativamente Lludd è figlio di Beh...
La notte del 30 aprile fu demonizzata per questi motivi dal Cristianesimo che
ne fece una notte di convegni di spiriti e di streghe, da cacciarsi per
intercessione di Santa Valpurga, monaca inglese dell’VIli secolo e badessa del
monastero tedesco di Heidenheim.In Germania questa è appunto la
Walpurgisnacht o Notte di Santa Valpurga.
Ma anche nel folklore “pagano” europeo si prendevano precauzioni contro le
fate e gli spiriti malvagi. Era (e spesso ancora è) tabù sposarsi a maggio
perché era il mese delle Nozze Sacre del Dio e della Dea, e in Inghilterra non si
comprano scope nuove di maggio perché esse spazzerebbero via la buona
fortuna.
La festa celtica di Beltane divenne la festa medievale di Calendimaggio.
L’inizio della bella stagione era celebrato con tornei dove il vincitore,
personificazione del Dio vittorioso sulle tenebre invernali, otteneva il diritto di
sposare la damigella per cui si era battuto. In molte località europee divenne
usanza formare comitive di giovani che giravano per i villaggi cantando
stornelli e augurando la buona fortuna (il “cantar maggio” di molte località
toscane). Rami e fiori venivano portati dai boschi la mattina di Beltane per
decorare porte e finestre o per fabbricare ghirlande che i giovani portavano in
giro per le strade cantando e chiedendo cibo e dolci in cambio. Infatti una
caratteristica dei festeggiamenti di Beltane è la celebrazione della vegetazione,
così una usanza celtica era quella di appendere una ghirlanda primaverile
(simbolo della grande Dea) a un tronco privo di rami (simbolo fallico del Dio
selvaggio).
In Inghilterra il simbolo della festa di maggio o May Eve (“vigilia di maggio”)
divenne l’albero o palo piantato nelle piazze dei villaggi e adornato di nastri
multicolori. Il palo di maggio non è altro che l’Albero Cosmico, l’Axis Mundi che
collega i tre regni cosmici (celeste, terreno e infero). Gli sciamani usano
l’albero cosmico per ascendere fino al mondo Superiore o discendere a quello
Inferiore, come gli sciamani siberiani che usavano ritualmente un palo di betulla
a sette pioli. In Galles la danza attorno al palo di maggio era chiamata
“danza della betulla”.
Tutto ciò che è vivente si manifesta con un simbolo vegetale, e la vita che
risorge celebra il suo trionfo intorno al palo delle danze, simboleggiata dai
danzatori che, afferrato ciascuno l’estremità di uno dei nastri muovevano in
direzioni opposte (gli uomini in un senso e le donne in un altro), finendo con
l’intrecciare i nastri intorno al palo e con le coppie abbracciate: la danza della
vita che muovendo in cerchi e spirali unisce tutti gli opposti, danza di morte e
di rinascita. Ma a Beltane il palo di maggio ha anche un ovvio significato fallico,
il potere fecondante della divinità maschile immerso nel grembo della Madre
Terra e sormontato spesso dalla ghirlanda femminile della Dea. A Cerne Abbas
nel Dorset, Inghilterra, c’è la figura antica del Gigante di Gesso, forse il Dio
Padre celtico Dagda, con la dava e il fallo eretto. Fino a epoche recenti il palo
di maggio era eretto sopra questa figura rappresentata su una collina gessosa
e le donne che volevano un bambino visitavano il luogo trascorrendo anche la
notte sul fallo del gigante. Si può facilmente comprendere perché i Puritani
proibissero nel 1641 i pali di maggio, ripristinati solo successivamente con la
restaurazione monarchica! A Beltane si eleggevano tra i giovani anche il Re e
la Regina di maggio, rappresentati in terra delle antiche divinità, che
regnavano per tutta la festa portando in processione i sacri rami (i “Maggi”) nei
boschi e che spesso governavano anche le altre feste e danze dell’anno. La
Regina simboleggia la giovane Dea dei Fiori e la nuova crescita e il Re
rappresenta il Dio della Vegetazione e della morte dell’inverno, divinità
personificata nel folklore come Jack-in-the-Green, cioè Jack il Verde. E’ il Verde
Giorgio del folklore primaverile dell’Europa dell’Est ma è anche l’uomo vegetale
scolpito nei pilastri e nelle travi delle cattedrali gotiche e romaniche (i boschi
sacri della nuova religione...). Infine tutte le coppie si appartavano di nuovo
nei campi e nei boschi, con la scusa di portare il Maggio o raccogliere fiori, e
questo provocò nel corso dei secoli dure reazioni da parte delle autorità
ecclesiastiche! Un chierico scozzese scrisse e a fatica una ragazza torna a casa
vergine”. Più tardi lo scrittore Rudyard Kipling scriverà nella sua poesia “A Tree
Song”:
“Oh, non dite al prete della nostra promessa che la chiamerebbe peccato
Ma noi siamo stati fiori nei boschi tutta la notte”
Le leggende relative a Robin Hood, Lady Marian e Little John hanno giocato
un ruolo importante nel folklore britannico della Vigilia di Maggio: pare che
queste figure, lungi dall’avere una realtà storica siano simboli dei culti di fertilità
sopravvissuti in epoca medievale. I cognomi inglesi Robinson, Johnson,
Hodson derivano da antenati a cui vennero dati tali soprannomi (“Figlio di
Robin”, ecc.) in quanto figli di questi “matrimoni” boscherecci.
Queste usanze possono sembrare a qualcuno volgari, tuttavia la fertilità e la
continuazione della stirpe erano cose di primaria importanza: i figli erano una
ricchezza e una benedizione, anche se illegittimi.
Ma la festa di Beltane era caratterizzata anche da altre usanze. Ad esempio
analogamente al solstizio d’estate, in molte località europee si riteneva questo
periodo propizio alle sorgenti miracolose e si compivano riti e pellegrinaggi alle
sacre sorgenti. Così la rugiada raccolta all’alba del primo maggio era
particolarmente potente e si usava come liquido calmante per gli occhi o come
lozione di bellezza.
Un altro rituale folklorico è quello, tuttora esistente nelle Isole Britanniche,
del cavalluccio di legno, Hobby Horse o Oss come viene chiamato. Appena
prima di mezzanotte i Maggiaioli del villaggio di Padstow si recano alla locanda
dove l’Oss è conservato e cantano un canto augurale al proprietario della
locanda e a sua moglie. L’Oss è fatto di un cerchio ricoperto di pelli, con un
palo munito di una mandibola di legno che si apre e si chiude. Il tutto viene
indossato da un danzatore che gira per le strade accompagnato da musici che
suonano un tamburo e una fisarmonica: ogni volta che la musica cessa esso si
accascia per sollevarsi dopo un po’. L’Qss (che si ritiene abbia forti poteri di
fertilità) viene imbrattato di grasso scuro così che qualsiasi ragazza catturata
da esso ne veniva segnata. L’Oss moriva a mezzanotte per rinascere l’anno
successivo.
Tipici delle feste di Beltane sono anche le danze o le corse nei labirinti.
Spirali e labirinti sono simboli antichissimi, che si vedono incisi e scolpiti in
molti monumenti sepolcrali preistorici. La famosa triplice spirale di Newgrange
potrebbe simboleggiare la natura ciclica di morte e rinascita. Molte usanze più
tarde, espresse dai labirinti tagliati nel prato o costruiti con siepi possono avere
avuto un significato di fertilità, ove le danze rituali attraverso i labirinti stavano
a indicare la rinascita della vita a primavera. La stessa danza intorno al palo di
maggio ha un andamento a spirale.
Il periodo del primo maggio era un momento sacro anche in altre tradizioni
pagane europee. Nell’antica Roma il 1” maggio era la festa di Flora, protettrice
delle piante in fiore. Le sue feste impudiche e gioiose come quelle di Beltane,
comprendevano cacce ineruente ad animali mansueti, offerti in premio alle
cortigiane vincitrici di scherzose gare di corse e combattimenti. Durante i
Floralia ci si vestiva con abiti multicolori ad imitazione dei fiori. La notte del
primo maggio era sacra a Bona Dea, ai cui misteri non erano ammessi gli
uomini, mentre il giorno dopo si celebrava Maia, sposa di Vulcano che dava il
nome al mese. Bona Dea era forse Fauna, signora delle selve probabilmente
collegata ad Angitia, dea dei Marsi, e come questa patrona dei serpenti. Il
serpente, occorre ricordare, è un altro simbolo della vita che si rinnova e
rappresenta anche il potere fecondante del Dio (l’esclusione degli uomini
significava forse questo: l’unica energia maschile ammessa era quella del Dio e
nessun mortale poteva soppiantarla).Così da un capo all’altro d’Europa e per
tutta l’antichità eil Medio Evo, un simbolismo comune dominava questo
periodo dell’anno: giochi e feste che celebrano il ritorno della primavera e della
fertilità.Pianta sacra di Beltane è il biancospino, la cui fioritura rappresentava
per i Celti l’inizio della festa. E’ pianta della Dea, come la quercia è l’albero del
Dio. Si dice infatti che il suo profumo ricordi quello della sessualità femminile.
Inoltre è anche una pianta legata all’Altro Mondo, associata alle fate. Piante di
biancospino che crescono solitarie su una collina o vicino ad una sorgente sono
ritenute segnali del regno delle fate. Gli esseri fatati abitano nelle piante di
biancospino. Il tabù sulla raccolta di questa pianta viene sospeso a Beltane,
quando può essere raccolto per la festa o per essere portato in casa
(analogamente al tabù sulla caccia alla lepre in primavera). Così la rugiada
raccolta dai rami di biancospino è a Beltane benefica e indicata per le ragazze
che vogliano conservare la loro bellezza.
CELEBRARE BELTANE
Beltane è un momento in cui le energie della luce e della vita si manifestano
nel loro aspetto piò gioioso e trionfale.Questo è un tempo in cui celebriamo il
ritorno dell’estate e della fertilità, periodo di scampagnate e feste all’aperto. E’
un periodo dell’anno in cui di solito ci sentiamo fisicamente bene, in cui i nostri
bioritmi si sono adattati alle accresciute ore di luce e ci siamo lasciati alle
spalle i momenti critici della fine dell’inverno e dell’inizio della primavera.Quindi
è il momento adatto per operare, per condurre a realizzazione le cose che ci
siamo prefissati di compiere. Anche psicologicamente i nostri pensieri si
volgono all’esterno, per fare e operare. Questa estroversione stagionale fa’ sì
che questa sia un’epoca propizia ai nuovi amori e alle nuove amicizie, come
anche al rafforzamento delle relazioni già esistenti.E’ il momento di passare più
tempo con gli altri. E’ anche tempo di stimolare la nostra creatività e la nostra
fertilità interiore.Possiamo celebrare questa festa in vari modi. Seguendo le
tradizioni possiamo piantare un palo di maggio in un prato e danzare con i
nostri amici. Oppure possiamo mettere ghirlande di fiori attorno ad un albero.
Un’altra tradizionale attività di Beltane è attaccare nastri rossi (colore della
passione) a cespugli di biancospino per propiziare amore, fortuna o
guarigione.Si possono accendere due piccoli fuochi e passare in mezzo ad essi
per purificarci, sentendo la loro energia riempire i nostri corpi quando
attraversiamo il loro spazio.
Se vogliamo si può celebrare questa data in un modo più rituale. La vigilia
del primo maggio accendiamo un piccolo fuoco all’aperto o (se desideriamo
restare in casa o non abbiamo la possibilità di trovare uno spazio adatto) una
candela rossa dicendo: “Signore del Bosco porta i tuoi doni di fecondità perché
la terra si desti dal suo sonno”. Poi si accende un secondo fuoco a sinistra del
primo (o una candela color verde) dicendo: “Bella Signora della Terra, gioisci.
Il Grande Cervo viene a cercare la sua sposa perché l’estate è arrivata”. Poi
passiamo in mezzo ai due fuochi per tre volte, salutando l’estate che è arrivata
e gridando “Bel!”. Si medita per un attimo sui misteri della fertilità, con riferimento
sia al fiorire della Natura, sia alla nostra fertilità interiore. Possiamo
infine consumare ritualmente vino e dolci (lasciandone sempre una parte per la
Madre Terra e le sue creature). Questo è un rituale che sarebbe preferibile
celebrare con altre persone o ancor meglio, col proprio partner. In quest’ultimo
caso il rito può terminare nel modo in cui terminavano i festeggiamenti intorno
ai fuochi di Beltane o al palo di Maggio: con un bel “matrimonio” silvestre nel
nome di Robin Hood e di Lady Marian (non è necessario procreare un “figlio di
maggio”!! !)...

(Feste Pagane Di Roberto fattore)

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