Diana
Divinità italica di origini antichissime, venerata particolarmente nel Lazio e a Roma, strettamente connessa alla natura, Diana si spostava tra selve e fonti: i centri di culto a lei dedicati si trovano prevalentemente in zone boscose e disabitate. Secondo la leggenda, era figlia di Latona/Leto e sorella gemella di Apollo. Diana appena nata, aiutò come levatrice la madre a generare il fratello nell'isola di Delo. Era quindi venerata, in modo particolare, dalle donne che la invocavano per ottenere la protezione durante il parto e soccorso nel dolore, ponendo fine al loro travaglio, ma anche per assicurare una serena crescita dei figli. Nelle sue raffigurazioni, Diana indossa una tunica corta, semplice, che la facilitava nella caccia e nel muoversi agevolmente nei boschi. Dotata di un arco d'argento e di una faretra piena di frecce o di una fiaccola, era spesso circondata da animali selvatici, dei quali era protettrice, in modo particolare la cerva era il suo animale prediletto, insieme ai cani. Si spostava nei boschi in solitudine o accompagnata dalle sue ninfe, evitando le compagnie troppo chiassose. Dea tra le più importanti nella mitologia romana e classica in generale, legata originariamente all'acqua delle fonti e dei ruscelli, venne assimilata in seguito alla dea Artemide, divenne protettrice della caccia e strettamente associata alla Luna.
Diana
Come dea della Luna viene rappresentata anche nell'atto di portare la luce, con in mano una torcia o con il capo circondato dalla luna e dalle stelle. Muovendosi prevalentemente di notte, nelle sue sembianze di dea della Luna, Diana era associata con le dee Selene e Ecate, e insieme costituivano una triade lunare: Selene governava il cielo, Diana la luce della luna in terra, mentre Ecate presiedeva al misterioso mondo degli Inferi. A Roma, come divinità cacciatrice e dea dei parti, il suo culto ebbe rilevante significato politico poiché il suo tempio era un centro di riunione delle popolazione latine e aveva carattere democratico, essendo ritenuta anche protettrice della plebe e degli schiavi, i quali trovavano presso il suo tempio diritto di asilo se erano fuggitivi. Si serviva di arco e frecce, era dotata di mira infallibile e colpiva immancabilmente qualsiasi bersaglio, senza mostrare alcuna incertezza.
Secondo il mito,
Diana cacciatrice aveva mantenuto intatta la sua verginità in nome di Amore (personificazione dell'erotismo e della bellezza, Eros per i Greci) e aveva fatto voto di castità: per questo motivo si dimostrava cordiale, estremamente benevola, disponibile a tutelare chi si affidasse a lei, come le ninfe, che promettevano solennemente di restare vergini. Il suo carattere, irascibile riottoso, prediligeva la solitudine e amava stare lontana dagli umani. Diana agiva in maniera rapida e decisa, per portare protezione o soccorso a chi le chiedeva aiuto, ma era altrettanto tempestiva nel punire chi la offendeva o nella vendetta. Competitiva e determinata, mostrava grande volontà di vittoria sugli avversari e nel conseguimento degli obiettivi prefissati, anche se manifestava una grande amicizia e solidarietà nei confronti delle donne. La sua collera terribile, devastante, tendeva a colpire i soprusi provocati dagli uomini nei suoi confronti o verso le altre figure femminili, delle quali Diana prendeva prontamente le difese. Poteva quindi definirsi spietata e vendicativa anche se nella fierezza del suo aspetto si coniugavano la grazia femminile del corpo e l'autorevolezza virile dello sguardo. Regale, atletica, longilinea, incantevole, manifestava un carattere particolarmente leale verso gli altri, vigore nell'esprimere il proprio punto di vista e tendenza a passare rapidamente dal pensiero all'azione immediata. Le forme nelle quali appariva la divinità erano legate alla luce, la stessa che filtra tra gli alberi e tra le foglie della foresta, nei germogli delle piante, magari Diana si mostrava con una fronda in una mano e una coppa ricolma di frutti nell'altra, vicina a un cervo, sotto l'aspetto umano insieme ai simboli legati alla caccia, quali la faretra, l'arco e la lancia.
(Daniela Nipoti – Il Grande Libro delle Dee Europee)
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